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"Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle"
-G. Ungaretti

La vita a 18 anni non è sempre facile e questo Alyssa Roberts lo sapeva bene.
Viveva a Brighton da tutta la sua vita, in una gabbia d'oro che chi aveva attorno chiamava casa. Nel lusso della sua famiglia però, non si era mai riconosciuta, ogni scusa era buona per ostacolare i progetti della sua famiglia, una forma di ribellione adolescenziale? Forse. Ma il suo grido di aiuto rimbombava per tutta la casa.
Accerchiata da persone così diverse da lei imparó tutte le regole della grazia e dell'eleganza, cosí da poter comportarsi nella maniera più opposta che potesse esserci.
Il clima di astio con i genitori cresceva in proporzione all'aumento degli anni della ragazzina ribelle, certo, presentarsi ubriaca ai vari gala o farsi trovare rinchiusa nelle stanze ad approfondire conoscenze con i vari colleghi del padre non aiutarono ad alleviare questa tensione ed era proprio a chi aspirava lei.
Aly aveva imparato ad osservare ciò che si celava dietro quei falsi sorrisi, dietro a quelle ricchezze, tutte le frodi che ad uno ad uno avevano portato la ricchezza di quella gente a discapito di piccoli operai e lavoratori onesti, un mondo finto e falso costellato di diamanti di cui lei non voleva farne parte.
Aveva un obiettivo.
Uno scopo.
E lo avrebbe raggiunto proprio quella sera, in quel gala che avrebbe dovuto celebrare il suo diciottesimo compleanno. Tra ostriche e Champagne, in mezzo a tutte quelle persone che avevano poco a che fare con lei, ma molto con gli affari dei signori Roberts presero piede una dozzina di persone difficili da ignorare, tatuaggi, giacche di pelle da motociclista, che senza alcun preambolo iniziarono a movimentare quella serata, tra nubi di fumo di sigarette e droghe, musica che da classica passó alla tecno in pochi secondi, sotto lo sconcerto dei vari invitati e il disappunto dei genitori, si ritrovarono ad osservare il culmine delle bravate di Alyssa, un devasto di quella sala che man mano andava a svuotarsi sotto lo sdegno degli invitati che non si sarebbero immischiati a dei popolani criminali.
Come era previsto la fine della festa non tardó ad arrivare, i buttafuori si occuparono di cacciare quei "teppisti" fino a lasciare i genitori di lei e lei in quello spazio ormai distrutto. Tra i vetri dei calici rotti, porzioni di cibo e stoviglie a terra, i tacchi della madre risuonarono verso di lei.

"Questo è troppo"

Esordí la madre con sguardo duro puntato verso quello strafottente di lei.

"Tu mi avevi dato il permesso di far venire dei miei amici, ti ho presa in parola"

Con un ghigno osservó la madre con sfida la quale assottiglió lo sguardo

"Amici? Quel branco di drogati ci hanno distrutto la casa e hanno fatto letteralmente scappare i nostri amici, i nostri veri amici, Alyssa "

"Vostri amici, non miei"

"Tu non puoi immischiarti con certa gente"

"Hai ragione, meglio accerchiarmi di gente che mi sta vicino perché ho il conto a 8 cifre, giusto?"

Prontamente la madre sollevó il braccio e in un gesto secco lasció schiaffare la mano contro il suo viso facendolo roteare verso un lato, ma ciò non la scompose, di profilo, con la pelle che arrossata che le pulsava accennó un sorrisetto mentre riportava lo sguardo verso di lei.

"Toccami ancora e reagisco"

"Domani chiederai scusa a tutti i presenti"

"Col cazzo"

Il padre di Alyssa rimase fermo ad ascoltare le due donne discutere, non si intromise, non si mosse, ma dopo l'occhiata di fuoco che la madre gli mandó si schiarí la gola per poi fare un passo avanti.

"Alyssa. Noi per anni abbiamo lavorato sodo per garantire un futuro a te e ai tuoi fratelli e tu.."

Alyssa posó uno sguardo incandescente verso il padre e con tono di voce sempre più alto lo interruppe a pugni stretti

"Un futuro? Voi pensate solo a voi stessi. Me, adottare Jonathan e Cassandra, siamo solo stati degli investimenti per voi. Pensate che non sappia quante menzogne e false promesse avete escogitato per togliere soldi alla gente? Pensate che non sappia che tutto questo è solo il risultato del deposito di gente che non rivedrà un solo loro centesimo perché lo avete speso per i vostri sporchi comodi?"

Entrambi si irrigidirono a quelle parole senza però più sapere che dire.

"Potrei benissimo riferire loro tutta la verità e farvi sbattere in galera, oppure potrei direttamente andare io in questura con tutti i documenti che pensate di nascondere così bene in quella cassaforte in studio"

La madre fece un altro passo verso di lei che istintivamente la spinse ad indietreggiare

"Non lo faresti"

"Scommetti?"

Con la mascella serrata assottiglió lo sguardo verso di lei poggiando il peso su un piede spazientita da quel silenzio che si era creato.

"Aly cosa dobbiamo fare? Anche se non ci credi, tutto il nostro lavoro è stato solo per voi. Cosa ti aspetti ancora da noi? Cosa vuoi che facciamo? Siamo passati sopra le tue bravate, portarti al letto uno dei miei clienti più fidati che ha scaturito la perdita di migliaia di sterline, il presentarsi ubriaca ai gala sputtanando il matrimonio tra me e tua madre, ma nonostante ciò per te ci siamo sempre stati, ti abbiamo accontentata in tutto, ti abbiamo comprato i vestiti più alla moda e più costosi, vai in una delle scuole più prestigiose che ti aprono le porte a tutte le università, cos'altro dobbiamo fare?"

Lo sguardo di Alyssa si abbassò, il padre era un uomo pacato, nonostante la sua stazza, era buono, cercava di ragionare, a differenza della madre che come Alyssa era impulsiva e restia al confronto, ferma nelle proprie idee.

"Soldi soldi soldi. Vi siete mai chiesti se fossi felice? Cosa mi piace? Cosa mi fa schifo? Questa roba a me non interessa, borse e scarpe firmate non mi rappresentano."

Con un sospiro il padre si avvicinó a lei

"Cosa vuoi dire?"

"Che io non voglio morire dentro queste mura appresso a gente che non mi interessa a puro scopo di lucro, voglio provare sentimenti, avere legami veri, voglio vivere, non sopravvivere, come fate voi. vi siete mai chiesti perché Jonathan e Cassandra  se ne sono andati?"

"Loro.."

Con un gesto di mano interruppe il padre.

"Loro volevano altro e alla prima occasione sono scappati via, non ve lo diranno mai, ma se non aveste salvato loro la vita, a quest'ora vi schiferebbero e schiferebbero questo mondo esattamente come faccio io"

La madre affiancó il padre, livida di rabbia.

"Adesso basta. Prendi le tue cose e vattene da questa casa."

Fredda come un iceberg osservava la figlia che anziché allarmarsi, si rasserenó a quelle parole accennando un sorrisetto

"Scordati la carta di credito e scordati tutti i benefici che il tuo cognome ti conferisce. E quando tornerai a supplicarci capirai che senza di noi non sei nessuno."

Il viso di Alyssa si sollevó verso la madre e un con un ghigno strafottente si allontanó dai genitori

"Vado a fare le valigie"

Fiera abbandó quella stanza sotto lo sconcerto dei genitori, dopo anni, finalmente raggiunse il suo obiettivo, la libertà che si celava oltre quelle quattro mura finalmente poteva essere sua. Dopo anni di discussioni e sabotaggi finalmente poteva prendere in mano la sua vita.
Alyssa, in quel momento sapeva, che la sua vita sarebbe appena iniziata.

Spazio autrice
Ciao a tutti! Spero che questo intro vi piaccia, un inizio col botto direi, vedremo cosa accadrà, stay tuned ;)

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