MISSING MOMENT 2 - Cinque anni dopo

6.3K 373 323
                                    

Ethan's POV

Il Natale non mi aveva mai emozionato particolarmente. Anzi, era sempre stato uno di quei periodi che mi mettevano tristezza, che mi faceva pensare a tutte le cose che la vita non mi aveva dato.

Avevo dovuto aspettare quasi più di vent'anni, ma alla fine l'attesa sembrava aver appagato le aspettative.

Il giorno del ringraziamento era passato da poco, ed io non potevo far altro che pensare a quanto fossi grato per tutto quello che avevo. Come ogni anno, da cinque anni a quella parte.

Avevo un appartamento tutto mio, nel quartiere di Greenwich. Beh, non proprio tutto mio. Mio per metà, diciamo.

Avevo una famiglia. Avevo i miei due migliori amici, avevo Jade e Chad (un tipo che aveva iniziato a uscire con Astrid al penultimo anno di college. Ci divertivamo a bullizzarlo. In fondo gli volevamo tutti bene). 

E ora, finalmente, anche l'ultimo pezzo del puzzle stava per tornare al suo posto.

Il cancello in ferro davanti a me iniziò ad aprirsi lentamente, ed io saltai sul posto. Passai nervosamente i palmi delle mani, facendo un passo avanti.

L'uomo alzò lo sguardo e, non appena i suoi occhi ebbero incontrato i miei, non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso raggiante. Stringeva la sacca con le sue poche cose in una mano, mentre con l'altra sfiorava appena la spalla della guardia che lo accompagnava. Si voltò verso di lui, senza smettere di sorridere.

«Grazie di tutto, Greg.»

La guardia ricambiò, incrociando le braccia al petto.

«Vedi di stare fuori dai guai, David. E buon Natale.»

Lui si fece avanti, le porte di ferro si richiusero dietro di lui. I piedi gli affondarono nella neve, alzò il volto vero il cielo e chiuse gli occhi, mentre il respiro gli si trasformava in condensa.

«Cinque anni.» mormorò. Un fiocco di neve gli si poggiò sulle labbra, e lui lo leccò via.

Ed io mi ritrovai inevitabilmente a fare un passo in avanti, gettandogli le braccia attorno al collo. 

«E' bello averti qui fuori, papà.»

Lo sentii sorridere, mentre la sua guancia umida premeva contro la mia.

Presi la sua sacca e la caricai sul furgone. Misi in moto e, nonostante la neve che cadeva nell'abitacolo, lui fece tutto il tragitto con il finestrino abbassato. L'aria gli passava fra i capelli. Il suo sguardo sembrava quello di qualcuno rimasto cieco per anni che finalmente tornava a vedere.

Picchiettai nervosamente le dita sul volante, e il suo sguardo saettò su di me.

«Allora? Finalmente potrò vedere il tuo nuovissimo appartamento. E potrò conoscere Astrid come si bene. E la famosa Jade. E Jake... cavolo, come sta il ragazzo?»

«Bene.» sorrisi, «Lo hanno promosso, finalmente. Ora fa il vice-tenente nel trentaquattresimo distretto.»

Mio padre sorrise a sua volta, tirando su il finestrino.

«Sono felice per lui. E per te, figliolo. Come va lo studio?»

«Alla grande. Ho un sacco di nuovi pazienti ogni giorno. Ragazzi, più che altro.»

Sentii la sua espressione addolcirsi, ma non mi voltai a guardarlo.

«Tua madre sarebbe stata molto fiera di te.»

Deglutii, stringendo il volante. 

Dio, lo speravo davvero.

«Ma dimmi di Alex!» mi guardò, senza smettere di sorridere. «Ci aspetta a casa?»

Ethereal [DISPONIBILE CARTACEO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora