Lo odio. Dio, se lo odio. E' così... così lunatico! Era necessario trattarmi in quel modo? Non mi ha dato nemmeno il tempo di replicare. Vuole che non gli parli? Bene, non gli parlerò. Speravo che qui fosse diverso, ma ovviamente mi sbagliavo. Non lo capisco, non lo capisco proprio, non mi conosce e io non conosco lui. Non mi era passato neanche nell'anticamera del cervello di cominciare una relazione con lui, qualunque essa sia. E' il solito coglione con mille ragazze ai suoi piedi disposte a fare qualsiasi cosa pur di passare una notte con lui, ma io non sono così. Avevo già realizzato che Harry sarebbe diventato un enorme problema e sapevo che i prossimi anni non sarebbero stati facili con lui qui. Dopo la discussione con Harry avevo passato la giornata in camera, da sola, a studiare cercando di condurre i miei pensieri in un'altra direzione, ma adesso dovevo uscire da quella stanza e mettere qualcosa sotto ai denti o sarei scoppiata. Era da stamattina che non mangiavo e non ero riuscita nemmeno a pranzare, tutto per colpa di quell'idiota. Mi aveva rovinato la giornata e per di più questo ascensore non voleva arrivare dopo che avevo premuto per tre volte consecutive quel dannato pulsante. Finalmente sentii il suono dell'ascensore che arrivava per poi vedere le porte aprirsi, potendo così entrare. Appena fui dentro schiacciai il pulsante che mi avrebbe portato fino alla caffetteria e di conseguenza le porte si chiusero davanti a me per poi riaprirsi pochi secondi dopo. Vidi la figura di Harry entrare e sistemarsi accanto a me, evidentemente il destino non era dalla mia parte. Lo ignorai e lui fece lo stesso con me, era quello che voleva, giusto? Improvvisamente un forte rumore fece alzare lo sguardo ad entrambi e le luci cominciarono a lampeggiare intermittenti, quando all'improvviso l'ascensore si bloccò.
'Cazzo.' Lo sentii imprecare.
'E adesso? Che facciamo?' Domandai impaurita.
Harry iniziò a guardarsi intorno, preoccupato. Lo vidi tirare fuori il cellulare.
'Harry..'
'Chiudi quella cazzo di bocca che così non aiuti!' Mi zittì lui.
'Vuoi ascoltarmi una buona volta?!' Sbottai, riuscendo così ad attirare la sua attenzione. 'Siamo nella stessa situazione, cerchiamo di collaborare e non litigare, almeno per questa volta.' Continuai.
'Okay, ti ascolto.' Dichiarò sorprendendomi.
'Dunque, tu potresti provare a chiamare qualcuno mentre io cerco il pulsante dall'allarme.' Trovai immediatamente il tasto accanto ai numeri dei piani, lo schiacciai aspettandomi che la spia luminosa si accendesse, ma questo non avvenne.
'Non c'è campo, non posso chiamare nessuno.' Mi informò Harry.
'Nemmeno il segnale d'allarme parte, credo che ci sia un black out in tutto l'istituto.' Ipotizzai. 'E ora?'
Vidi Harry appoggiarsi al muro con la schiena per poi scivolare fino a terra.
'Aspettiamo.'
Mi arresi e feci lo stesso, sedendomi il più lontano possibile da lui.
***
Passai la mezz'ora seguente a riflettere come saremmo potuti uscire da lì, ma senza risultati. Non mi capacitavo di quanto tempo sarei dovuta rimanere lì dentro, per di più con Harry che non era affatto di grande compagnia.
'Hai finito di mangiarti le unghie?' Mi colse di sorpresa e mi accorsi, solo quando mi guardai le mani, di quanto le avevo torturate.
'Da quanto ti importa quello che faccio?'
'Perché rispondi sempre a una domanda con un'altra domanda?' Mi prese in giro.
Sbuffai frustrata dal suo atteggiamento infantile. Passarono pochi minuti quando le parole mi uscirono di bocca senza rendermene conto.
'Perché mi tratti così? Ti ho fatto qualcosa?' Chiesi pentendomene immediatamente.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo e corrugare la fronte, non ricevendo alcuna risposta.
'Potresti anche rispondere alla mia domanda.' Dissi freddamente notandolo irritarsi visibilmente.
'Perché tu rispondi alle mie?' Mi zittì.
Calò nuovamente quel dannato silenzio tra di noi. Non so con certezza quanti minuti passarono, ma improvvisamente sentii Harry respirare affannosamente. Mi voltai verso di lui notando la sua mano poggiata sul petto che si alzava ed abbassava velocemente, mi avvicinai in preda al panico.
'Harry? Che succede?' Gli chiesi preoccupata.
Non ottenni alcuna risposta, chiaramente non riusciva a respirare bene, quindi mi misi accanto a lui e gli presi il viso tra le mani così che potessimo essere l'uno di fronte all'altra.
'Harry..' Riprovai.
In quel momento mi indicò la tasca sinistra dei suoi jeans, allungai la mano per raggiungerla estraendo da essa un oggetto che non riuscii ad identificare in un primo momento. Me lo rigirai frettolosamente tra le dita fino a che non lessi la scritta 'BRONCODILATATORE PER ASMATICI', lo avvicinai alle sue labbra, il quale le dischiuse in modo tale da darmi la possibilità di somministrargli la medicina. Vidi Harry rilassarsi immediatamente riuscendo, pian piano, a regolarizzare il respiro, ma nei suoi occhi potevo ancora a vedere la paura.
'Vuoi distenderti?' Gli proposi, impacciata, la prima cosa che mi venne in mente.
Harry mi guardò, incerto su cosa fare, per poi annuire impercettibilmente. Gli feci cenno di poggiare la testa sulle mie gambe, così che potesse stare più comodo. Fece come gli avevo suggerito, stendendosi. Mi guardò dal basso per pochi secondi, per poi chiudere gli occhi e tirare un sospiro di sollievo.
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Wrong - Harry Styles
FanficAvete presente il detto ‘sai quello che perdi ma non sai quello che trovi’? Ecco, rappresenta benissimo la mia situazione. Sto partendo per una nuova città, una nuova vita. Quello che lascio non mi piace, ma ho paura che quello che troverò sia ancor...