Capitolo 3

2.8K 194 32
                                    

Con gli occhi pesanti e la costante voglia di sbadigliare a causa delle ore piccole che aveva fatto la sera precedente, Taehyung si dava internamente dello stupido mentre seguiva al contempo il gruppo di nuovi studenti guidati dai ragazzi dell'ultimo anno nell'ala dell'accademia che avrebbe interessato i nuovi studenti d'arte – tra cui Taehyung.

La sera precedente aveva finito col ritirarsi verso le due del mattino, dopo aver accompagnato un Seokjin completamente ubriaco ed essere rimasto solo per la seconda volta con Hoseok, che lo aveva scortato al dormitorio con la sua auto. Jimin non era tornato con lui, quindi quando aveva messo piede in stanza del biondo non c'era stata traccia; ma quella mattina si erano svegliati ognuno nel proprio letto frastornati e con un gran mal di testa. Si erano guardati negli occhi ed erano scoppiati a ridere senza nessuna vera ragione. Forse l'andare a far baldoria proprio il giorno prima dell'inizio delle lezioni all'accademia in cui si faticava tanto per entrare, non era stata una delle loro idee migliori, ma sicuramente da quell'esperienza ci avevano guadagnato entrambi: la nascita di un bellissimo rapporto, oltre che tra due coinquilini, anche d'amicizia. Infatti, la sera precedente, seduti uno accanto all'altro, avevano avuto modo di parlare molto tra di loro, agevolati dalla tranquillità che l'alcol gli aveva trasmesso facendogli sciogliere ed essere più socievoli.

Quello che però, per tutta la serata, lo aveva messo a disagio non era stato altro che uno sguardo cupo che aveva sentito persistente sulla sua pelle mentre era distratto a parlare con altre persone. Non voleva rendere vero nella sua testa che il ragazzo di Jimin lo avesse squadrato per tutta la serata, lasciando liberi dal suo sguardo solo quei lembi di pelle che erano coperti dai vestiti, ma in realtà era proprio quello che era successo. Dopo la loro presentazione, strana e che gli aveva scatenato quel fremito all'interno dello stomaco quando la sua mano si era stretta introno a quella piena di anelli dell'altro, aveva cercato in tutti i modi di evitare il contatto – il che era stato piuttosto difficile visto che quelle braccia, quei piercing e quei capelli scompigliati, sembravano richiamarlo come il canto melodioso delle sirene che incanta i marinai. Ma la consapevolezza che proprio il ragazzo di quest'ultimo fosse accanto a lui e fosse il suo compagno di stanza, lo aveva frenato dal lanciare sguardi a quel – Jungkook si chiamava – facendolo rimanere al contrario concentrato sui bicchieri e bottiglie vuote di alcol.

Non si erano parlati, solo quelle due parole di presentazione, quindi sperava vivamente che quel mancato contatto visivo non fosse stato evidente all'altro. Che poi di che mi preoccupo, ridacchiò al suo pensiero, non lo rivedrò più.

Si spostò insieme al gruppo non ascoltando nulla di quello che i sunbae stavano dicendo, il che gli si sarebbe solo ritorto contro – già lo immaginava – ma con la sola voglia di sprofondare con la faccia nel cuscino e la consapevolezza di non poterlo fare fino a pomeriggio inoltrato, lo giustificarono da quella mancata attenzione.

A salvarlo però da quella tortura fu la vibrazione del suo cellulare che, nella sua tasca, attirò l'attenzione del castano già traballante. Cercò di farsi notare da meno occhi possibili e aprì il messaggio guardando il mittente.

Jin

Lo so che vuoi ammazzarmi per ieri, per questo ho deciso che la nostra serata di ieri e rimandata ad oggi.

Io ordino le pizze, tu compra qualche snack. Ci vediamo alle sette!

Quei messaggi gli fecero scuotere la testa rassegnato, e dopo aver mandato un veloce 'ok' e aver alzato nuovamente la testa, si sorprese nel vedere un paio di occhi felini scrutarlo divertito accanto a lui. «Noioso vero?» disse poi, ripuntando lo sguardo sul ragazzo che con molta pazienza stava spiegando le funzionalità di quell'aula e del corso che ospitava.

Taehyung seguì lo sguardo, prima di ridacchiare nervosamente «Sì, un po'.» rimase in silenzio aspettando che l'altro continuasse il discorso, ma quando capì che non avrebbe più spiccicato parola decise di continuare. Voleva farsi quanti più amici lì a Seoul, così da non poter più rimanere solo, e inoltre quel modo strano di fare amicizia gli piaceva. «Anche tu sei nuovo?»

Destiny|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora