CHAPTER 5

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Capitolo

5

Non posso credere di avergli dato retta, come potrei? è una tale follia, Harry potrebbe rischiare molto, ma anche se il mio buon senso mi sta pregando in modo eccessivo devo dar retta alle parole di quell'idiota. Dorian, perché lui? fra tante persone, lui, si lui che potrebbe rovinare la vita di quel ragazzo in un battito di ciglia.

Dorian... sarà lui a salvare la vita di Harry? riuscirà a tirarlo fuori?

Continuo a mirare il mio polso, dio Stephan calmati, ripeto a me stesso in modo costante. Mi avvicino alla porta di quel palazzo imponente e ancora una volta mi chiedo perché un uomo debba comprarsi un intero palazzo, cosa se ne faceva Dorian Scott di un palazzo?...ebbene si, pensarci rendeva le cose peggiori. Osservo dal basso le vetrate delle finestre e rilascio un sospiro traballante. Suono al citofono e con impazienza aspetto una risposta. Mi giro intorno e noto che il viale è vuoto e silenzioso, poco dopo sento dei rumori e una voce femminile, parlare al microfono.

« chi è? » deglutisco.

« sono Stephan O' Donnell, devo parlare con Dorian, John White... ha una richiesta da fargli » parlo in modo forzato e insicuro.

Stringo i denti quando sento quel familiare suono. È giunto il momento di cambiare il corso degli eventi.

HARRY'S POV

Tocco il mio leggero accenno di barba e continuo a pensare a quel giorno, in tribunale, ai suoi occhi, alle sue lacrime, dio, quanto mi manca. Gli altri carcerati come me mi spingono da dietro in avanti e mi giro con la fronte aggrottata. Che cazzo...

Non sono in grado di sopportare tutta questa merda per dieci fottuti anni. Un ragazzo dai capelli biondi con un orrenda e visibile cicatrice al sopracciglio sinistro, sostiene il mio sguardo duro.

« muoviti maniaco sessuale, siamo in fila qui » gli altri alle sue spalle trattengono con fatica una risata e stringo i pugni.

Per un momento avevo dimenticato di trovarmi in mensa, decido di ignorarli, e vado avanti. Una signora grassa dietro al bancone mi lancia un occhiataccia e con svogliatezza mette nel mio piatto quello schifo, non ho idea di cosa sia.

Assottiglio gli occhi e sospiro, afferro il mio piatto fumante e vado a cercarmi un posto. I pensieri m'inondano ancora una volta e quando raccolgo il cucchiao, qualcosa colpisce la mia schiena. Mi volto in modo rapido e per terra vedo un pezzo di pane, rintraccio il lanciatore e lo riconosco, è quel biondo.

« ehi maniaco sessuale, come ti trovi nella tua cella, è abbastanza comodo il letto? adesso non c'è paparino a mantenerti... oh giusto anche lui è stato arrestato » un forte sospiro fuoriesce dalla mia bocca. Non devo perdere la calma.

Deglutisco e raccolgo con la posata un po di quello strano impasto.

Ha un sapore disgustoso.

« che c'è non parli? » continuo a mangiare.

« sei un idiota » mando giù la fastidiosa bile e provo a non dar retta al bruciore che tormenta il mio stomaco.

« quando uscirai da qui cosa farai? continuerai a stuprare donne? o andrai a piangere sulla tomba di tuo padre ogni giorno? » sghignazza.

Non desideravo sentir parlare di mio padre, era troppo per me.

Faccio cadere la posata sul mio piatto e mi alzo creando un rumore stridulo con la sedia.

Li sento ridere, ancora una fottuta volta.

« oh guardatelo, se ne va » mi stuzzica. Devo controllarmi, devo riuscirci « ho sentito dire che l'ultima ragazza che hai torturato, era tua prima ancora che nascesse? cosa cazzo è una fottuta soup opera? » poso il piatto in modo aggressivo e mi giro verso di lui.

Mr. White 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora