Capitolo 3

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POV. LEILA

Osservo attentamente il demone che si trova di fronte a me, e subito estraggo di nuovo la spada e gliela punto contro la gola, mantenendo il suo sguardo fisso nel suo «E dov'è che dovrei venire con te?» lui sorride divertito e per nulla impaurito dalla mia reazione «Nel mio mondo».

Premo ancora di più la lama della spada contro la sua gola, e poi ribatto «E perché vuoi che ti segua nel tuo mondo?» lui allontana la lama della spada dalla sua gola, e dopo essersi liberato inizia a girarmi intorno come un leone che gira intorno alla sua preda, pronto a sbranarla e poi, con voce severa sentenzia «Perché il re delle ombre ha detto che vuole parlare con te, e mi ha chiesto di portarti al suo cospetto ed è quello che farò quindi...».

Io abbasso l'arma e non appena lui completa il giro ritrovandosi di nuovo di fronte a me lo fisso negli occhi e ribatto «Oppure potrei ucciderti salvare mio fratello e tornarmene a casa con lui» e detto ciò gli punto nuovamente la spada contro, e sorridendo convinta di avere la vittoria in mano dico «A meno che tu non abbia una buona ragione per la quale non dovrei farti fuori» un ghigno gli spunta sulle labbra, e una scintilla appare nel suo sguardo che prima sembrava come spento «Hai ragione non hai nessun motivo per non uccidermi, infondo è per questo che sei qui no? Per uccidere il mostro cattivo. Sai devo dire che mi hai molto deluso, insomma mi aspettavo che essendo tu, colei che si è ribellata a i cacciatori rifiutandosi di diventare una di loro be... » fa una breve pausa dopo di che con uno scatto veloce mi toglie la spada di mano e la getta a terra.

E poi ecco che mi ritrovo con la schiena appiccicata al muro e con una sua mano che mi stringe il collo, mentre lui mi sussurra all'orecchio «...pensavo che tu fossi in grado di capirlo. Infondo ho sentito parlare molto di te nel mio mondo e pensavo di averti ormai capita, ma evidentemente ho sbagliato come sempre».

«E cosa avrei dovuto capire?» chiedo mentre lui lentamente si allontana dal mio orecchio per guardarmi negli occhi, un altro centimetro e se le nostre labbra entrerebbero in contatto. Lo vedo sorridere mentre mi risponde «Che a volte quelli che vengono etichettati come i cattivi della storia non sono poi così cattivi, sai qual è il problema di voi stupidi umani? Che siete degli esseri inutili, esseri capaci solo di criticare tutti quelli diversi da voi come esseri sbagliati e che non dovrebbero esistere, siete spesso senza cuore e avete una mentalità così chiusa che vi rende incapaci di provare ad andare oltre le differenze».

«Non tutti gli esseri umani sono così» rispondo con quel poco di voce che ho visto che lui mi sta ancora stringendo la gola, provo ad afferrare il pugnale che si trova alla cintura, e sussulto quando sento la sua mano che si posa sulla mia «Oh cara non dirmi che stai provando ad uccidermi, sarebbe davvero meschino da parte tua, oh scusa dimenticavo che per voi è un classico infondo voi sapete solo mentire e ingannare».

Io scuoto la testa e poi trovo la forza di dire «Non tutti gli esseri umani sono senza cuore» lui toglie la mano dal mio collo permettendomi di tornare a respirare, ma non lascia andare la mia mano sinistra che si trova ancora sul pugnale «Sembri sicura delle tue parole, eppure entrambi sappiamo ciò che è successo in passato. O forse lo hai dimenticato?» scuoto la testa non trovando le parole da dire, e in un attimo la mia mente viene invasa dai ricordi di quella notte.

Ricordo la pioggia.

Il suo corpo privo di vita.

Il suo sguardo spento.

Le mie ginocchia che entrano in contatto con l'asfalto bagnato.

Le mie urla.

Lo sguardo compiaciuto di mio padre.

Quello dispiaciuto di mia madre.

Il suo sangue.

E il mio odio verso colui che mi ha donato la vita.

In love with a demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora