Capitolo 17

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POV. LEILA

Solo dopo aver recuperato le forze decido di alzarmi e una volta in piedi cerco di regolarizzare il sospiro, e poi ecco che subito mi ricordo di Jackson e del fatto che dovevamo vederci, e poi ripenso alla minaccia che la strega mi ha appena fatto così senza perdere tempo mi volto e inizio a correre in direzione del parco vicino casa, con il cuore che batte all'impazzata e il sudore che pian piano inizia a imperlarmi la fronte.

L'agitazione che provo in questo momento è così forte che non mi preoccupo neanche di respirare, mentre continuo a correre diretta al luogo dove dovrei incontrarmi con Jackson.

Sento le lacrime che premono per uscire mentre la paura e il senso di colpa iniziano a farsi spazio dentro di me, mischiandosi insieme e colpendomi più volte, come se qualcuno mi stesse accoltellando al cuore ma nonostante ciò ignoro il dolore che mi procurano le mie emozioni, e corro ancora più veloce di prima senza fermarmi.

Solo quando arrivo nei pressi del parco dove io e lui ci siamo dati appuntamento inizio a rallentare e, quando sono ormai all'interno del parco inizio a guardarmi intorno cercandolo con lo sguardo, sentendo di nuovo la paura che si fa ancora più forte dentro di me.

Il respiro accelera sempre di più mentre anche il senso di colpa torna all'attacco ma subito sento un rumore alle mie spalle, che mi distrae per un attimo dalle mie emozioni e subito tiro fuori un pugnale che tenevo nascosto nello stivale destro preparandomi subito ad un eventuale scontro.

Cerco di prestare molta attenzione cercando di sentire se ci sono altri rumori sospetti e quando sento una mano che si posa sulla mia spalla, subito scatto puntando il mio pugnale contro la gola del mio assalitore ma subito mi fermo quando vedo bene il volto della persona che ora si trova davanti a me, e rilascio un sospiro di sollievo nell'accorgermi che si tratta di Jackson.

Riprendo a respirare normalmente chiudendo gli occhi per un attimo, e solo quando ho la certezza che il mio respiro sia di nuovo regolare riapro gli occhi e metto via il pugnale, dicendo «Oh cazzo Jackson! Lo sai che non si sbuca mai così alle spalle di un cacciatore, cavolo avrei potuto squarciarti la gola sei stato fortunato che io mi sia accorta in tempo che fossi tu, altrimenti probabilmente in questo momento saresti morto».

«Oh già una vera fortuna» mi risponde lui prendendomi in giro, per nulla preoccupato del grande rischio appena corso.

Io lo fulmino con lo sguardo mentre ritiro il coltello mettendolo via di nuovo per poi chiedergli subito dopo «Allora stai bene?» lui mi guarda stranito, dopo di che risponde «Sì certo che sto bene perché, volevi che stessi male?».

«Sai che non lo vorrei mai» ribatto io guardandolo scocciata «Lo so che in passato abbiamo avuto parecchi problemi, ma questo non significa che io non provi dell'affetto per te, e so che per te è lo stesso perché ti conosco troppo bene» vedo l'ombra di un sorriso aleggiare sulle sue labbra «Beh anch'io ti conosco fin troppo bene, vedo che non hai affatto perso le vecchie abitudini» replica lui puntando il suo sguardo sul mio stivale sinistro «Nascondi ancora le armi nel tuo stivale?».

«Beh è un modo sicuro per poter portare sempre le armi con me per poterle avere sempre a portata di mano, e comunque non era di questo che volevo parlarti...» ma non riesco a finire di parlare perché lui mi interrompe «Lo so di che cosa mi volevi parlare Leila, tu vuoi parlarmi dei the hunters legends».

Io lo guardo stupita sorpresa dal fatto che a quanto pare lui sappia dell'esistenza dei cacciatori leggendari, bloccandomi all'improvviso e restando senza parole, questo finché lui non mi schiocca le dita davanti al viso per attirare la mia attenzione per farmi riprendere e una volta che mi sono ripresa, lo guardo dritto negli occhi e esclamo «Ma tu come... come fai a sapere dei the hunters legends?».

In love with a demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora