Capitolo 20

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POV. LEILA

Comincio a provare un forte disagio misto a paura, quando lo sguardo del re si posa su di me ma, nonostante ciò però non è il re che sto guardando dritto negli occhi ma ben si Christian che con i suoi occhi di un rosso cupo, attira i miei come se fossero delle calamite.

Eppure a un certo punto l'intensità del suo sguardo, mi porta ad abbassare lo sguardo mentre mi avvicino alla tavolata e inizio a servire la cena alla regina, e a sua figlia Cassandra.

Dopo aver servito la cena a tutti con il vassoio ormai vuoto tra le mie mani, mi volto e faccio per andarmene ma la voce del re mi blocca «Oh Leila non vorrai mica andartene così, siediti e cena con noi piuttosto!» io mi volto lentamente e apro la bocca, pronta a rifiutare l'invito ma Christian mi precede «Non credo che sia il caso, infondo è solo una lurida schiava, una vile cacciatrice che non è degna di sedere alla nostra tavola» esclama lui tentando di convincere il padre a lasciarmi andare, ma il re che non sembra proprio intenzionato a farlo, si volta verso suo figlio con sguardo truce «Christian ti ricordo che io sono il re, e se io voglio che la nostra nuova schiava ceni con noi lei lo dovrà fare, che sia o no la tua schiava e tu non puoi contestare un mio ordine chiaro?!» ribatte il re alzando il tono della sua voce sulle ultime parole.

Christian guardandolo con sfida, ribatte a sua volta «Però le mie opinioni dovrebbero pur contar qualcosa per te, visto che io sono tuo figlio nonché il principe di tutti i demoni e tuo successore al trono» il re distoglie un attimo lo sguardo, dopo di che fa un sorriso sadico che non promette nulla di buono e poi, punta di nuovo lo sguardo su suo figlio «Il tuo titolo di principe non significa niente ne per gli altri demoni, e tanto meno per me. E inoltre figlio mio...» aggiunge facendo un sorriso forzato e enfatizzando sulle parole figlio mio «...ci tengo a ricordarti che l'unico motivo per cui sei ancora vivo, e per cui nessuno degli altri demoni osa sfiorarti è perché nessuno, vuole osare incorrere nella mia ira visto che sono costretto a mantenerti in vita, vista la mancanza di qualcun'altro che regni al tuo posto».

Christian sembra molto turbato dalle parole di suo padre, al punto da non riuscire più a proferire parola, mentre il re che sembra aver ritrovato il suo buon umore si volta di nuovo verso di me e con un sorriso sinistro esclama «E ora mia cara Leila, dimmi, perché non puoi unirti a noi?» io apro la bocca per rispondere, tuttavia da essa non esce alcun suono e la parole rimangono bloccate nella mia gola, impedendomi di rispondere come vorrei al re, e poter far sparire con le mie parole quello stupido sorriso che non fa altro che farmi arrabbiare ma, ancora una volta vengo salvata da Christian che alzandosi prorompe dicendo «Perchè deve fare una cosa per me!» e senza aggiungere altro, si alza per poi venire verso di me con grandi falcate, dopo di che mi afferra per un braccio e mi trascina via dalla stanza ignorando le mie proteste e solo una volta che siamo fuori dalla stanza e la porta si chiude alle nostre spalle, lui mi lascia finalmente andare.

Una volta libera inizio subito a esaminarmi il polso che lui stava stringendo fino a qualche momento fa, e che ora sta cominciando ad arrossarsi, dopo di che lazo lo sguardo e mi volto verso di lui «Mi spieghi che diavolo ti è preso?» esclamo io furiosa, e fissandolo, come se potessi incenerirlo con lo sguardo.

Lui si volta verso di me guardandomi male «Preferisci tornare da mio padre, e lasciarti usare per i tuoi stupidi giochetti mentali?!» ribatte lui alzando di poco il tono di voce, avvicinando il suo sguardo al mio e guardandomi con una tale furia, che i suoi occhi sembrano mandare saette e il loro colore rosso, sembra farsi ancora più scuro.

Ed è proprio per la paura che Christian mi sta facendo provare in questo momento, che gli rispondo balbettando «N-no c-certo che no».

Christian si rende conto così di avermi spaventata e capendo di aver esagerato, lancia un imprecazione contro se stesso, e poi si allontana da me e mentre abbassa lo sguardo dice «Scusami non volevo alzare la voce, è solo che quando mio padre fa così io...» Christian si blocca non riuscendo a trovare le parole per spiegarmi e si passa una mano sul viso, dopo di che si appoggia al muro e poi si lascia scivolare fino a ritrovarsi seduto a terra.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 16, 2023 ⏰

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