POV's Lilian
Passò circa un'oretta che Fred finì di lavarmi, scesi dalla lussuosa vasca in porcellana e mi misi l'accappatoio che il maggiordomo mi porse.
Dopodiché ci incamminiamo per la mia bellissima cameretta e sul letto vidi dei vestiti che non sembravano esattamente da maschio...
Sul letto c'erano un maglione rosa con sopra delle piccole nuvolette bianche, poi c'erano delle calze bianche che arrivavano sopra al ginocchio con sopra cucite delle margherite ed in fine c'erano delle mutandine rosa con i bordi arricciati e con al centro un fiocchetto.
Io: Ehm...Fred lasciò la stanza e si chiuse la porta dietro.
Io, invece, ero rimasto lì a guardare quei vestitini da bambina che nemmeno volevo avere addosso, ma dovevo perché l'idea di girare nudo per casa, non mi andava giù, quindi mi tolsi il cappotto.
Davanti a me notai che c'era uno specchio, mi ci guardai in esso e notai di avere dei glutei veramente grossi e ballonzolanti.
Non ci feci molto caso e presi le mutandine rosa e me le misi.
Mi sentii un po' a disagio perché le mie chiappe avevano "divorato" la parte posteriore del tessuto.
Poi presi le calze e indossai pure quelle, infine presi il maglione che era la cosa più coprente lì e mi ci infilai dentro.
Dopo ciò, sentii bussare alla porta e dalla voce riconobbi subito che fosse.Christophe: Principessa, hai finito?
Io: Uhm, sì!
In seguito, vidi la porta aprirsi lentamente mostrandosi dietro l'affascinante uomo che mi diede un posto per dormire sotto un tetto.
Mi squadrò da capo a fondo e notai che si morse il labbro inferiore per poi ghignare, mentre io cercavo in tutti i modi di non far vedere le mutandine abbassando il maglione.Christophe: Sei veramente molto carino, pasticcino.
A quelle parole le mie guance subirono un colorito bordeaux e divennero molto calde.
Christophe: È ora di pranzo. Scendi.
Io annuii e mi diressi verso la scale per scendere al piano di sotto.
Dietro di me c'era Christophe che sapevo mi stesse guardando dove non dovrebbe.
Arrivati alla sala pranzo, mi sedetti su una sedia a caso mentre Christophe, su quella in fondo.Christophe: Piccolo, vieni qui. Ora.
Io mi alzai e mi diressi verso di lui e vidi che diede due piccole e veloci pacche sulla sua coscia, in segno di farmi sedere lì.
Io come risposta scossi la testa per rifiutare, ma lui, da un'espressione dolce ed affettuosa, assunse un'espressione seria e di potere.
Poi mi prese fortemente per un polso e con forza mi fece sedere sulla sua gamba e mi afferrò per la vita, poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò.Christophe: Non scordare che qui il capo sono io e quindi comando su tutto, e tu devi solamente ubbidire.
Io annuii un po' impaurito ma poi cercai di rilassarmi.
Dopo un po' il cibo arrivò, era tutto molto invitante ed io avevo l'acquolina in bocca, ma poi arrivò un piatto che a parer mio sembrava far schifo.
Era una specie di poltiglia giallastra. Christophe prese un piccolo cucchiaino d'argento e con esso raccolse un boccone dal piatto schifoso e me lo porse.Christophe: Apri la bocca, su!
Io: No! Non mangio quella schifezza!
Christophe mi fulminò con lo sguardo.
Christophe: O questo o niente.
Io: Io non voglio questa merda!
Christophe: Ragazzino, sappi che non tollero questi atteggiamenti in tavola o da qualsiasi altra parte! Ora mangia o le prendi!
Io: Non sei mio padre!
Detto questo feci per prendere il cucchiaio e gettarlo a terra. Se solo non lo avessi fatto.
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Daddy's Peach
RomanceQuesta storia è ambientata nel 1900, in Francia, durante la Belle Époque.