Capitolo 4: Salotto.

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Mi sentì scuotere.
Aprì lentamente gli occhi e mi trovai Nelson davanti.
"Allora sei viva, ti ho trovata per terra e mi stavo spaventando" lo guardai confusa.
"Spaventando?"
"Si, è quello che provi quando ti fa paura una cosa"
"Tu paura me?"
"No, non mi fai paura, pensavo ti fosse successo qualcosa"
"No, io bene, dormito qua, comodo"
Mi guardó divertito e si mise a ridere.
"Certo che vieni da un pianeta proprio bizzarro"
"Tuo pianeta bizzarro"
Scosse la testa e ridacchió.
"Dai, vieni in cucina, devo presentarti una persona, però ti prego.." mi guardó sistemandosi gli occhiali ".. Prima mettiti qualcosa addosso".
Mi alzai e mutai in un essere simile a loro, gli umani.
Presi una maglietta e la indossai.
"tu ha qualcosa per sotto?" Nelson rimase per un attimo confuso.
"Forse devo accompagnarti a fare qualche acquisto, per ora metti questi" tiró fuori da una scatola di legno grande dei pantaloncini.
Indossai quell'indumento.
Come facevano a difendersi con corazze così sottili?
Lo seguì in cucina.
Mi nascosti dietro di lui quando vidi un altro ragazzo seduto su una sedia.
"Lei è la famosa Ketra"
Il ragazzo in questione si alzò e mi porse la mano.
"Piacere, sono Dario" timorosamente mi avvicinai alla sua mano, la presi tra le mie e iniziai a cercare quello che voleva mostrarmi.
"Ok, questo è strano" aveva una voce profonda, molto chiara e pulita. Davvero piacevole da ascoltare.
"Ketra, dovresti stringergliela"
Suggerì Nelson.
Allora usai la mia mano sinistra e inizia a stringerla sempre più forte.
"Ahi, Ahi, così fai male" la lasciai andare e feci qualche passo indietro.
"Ahi, ahi.. Male" ripetei.
"Nels, questa non è un'aliena, è una scappata da una comunità psichiatrica" Nelson lo guardó male.
"Io capire" dissi offesa.
"Scusami tanto.. È che questa cosa ha dell'assurdo" Dario si passò una mano sul volto.
"Dario, non devi dirlo a nessuno, dobbiamo aiutarla a tornare a casa" disse Nelson.
"Ma cosa ci fai qua?" si rivolse a me Dario.
"Io caduta" mi sfregai la mano sul volto, in effetti non ricordavo niente da quando persi il controllo della navicella "Girare e girare, molto arrabbiata".
Nelson mi guardò confuso "in che senso?".
"Io scappata, bisogno tempo per.." pensai bene a quello che stavo dicendo.
Non era il caso di aggiungere altro, ciò che mi premeva era tornare a casa.
"Scappavi da qualcosa?" Guardai Dario e abbassai lo sguardo.
"Ok, non vuoi parlarne, ma come possiamo aiutarti? È un pò assurdo capire come fare, fino all'altro giorno l'unica conoscenza dello spazio che avevamo era che non c'è vita nello spazio.. E al massimo qualche racconto Fantasy qua e la" si sedette sul divano. Nelson rimase in piedi, si sfregava la barba "In effetti è un bel problema".
"No bisogno aiuto, io so che famiglia cerca me.. Solo aspetto" dissi.
Era questione di giorni, ne ero sicura.
"Nel frattempo possiamo farti conoscere un pò il nostro pianeta" Nelson ridacchió.
"Si ma è una questione seria, se viene fermata per una qualsiasi cosa non ha documenti, lei su questo Pianeta non esiste.. Non so se ti rendi conto.. Per non parlare del fatto che se la trova qualcuno, chissà cosa può succederti" lo guardai confusa, non era un pianeta pacifico?
"Voi uccidere noi?"
"Nono, Solo che non siamo abituati.." ribadì Nelson.
"Nels, pensaci bene, con tutti gli studi che vengono fatti su qualsiasi cosa che non si conosca bene, per non parlare della risonanza mediatica che potrebbe avere.. È pericoloso" aggiunse Dario.
"La teniamo nascosta il più possibile e speriamo che nessuno la veda nella sua forma naturale" Dario spalancò gli occhi, mi guardò perplesso. Ero nelle mie forme umane.
"Cioè, fammi capire, te non sei così al naturale?" lo guardai e scossi la testa.
"È blu, cioè è letteralmente un avatar, solo senza la coda, però pelle blu e occhi dorati non mancano" Disse Nelson indicandomi.
"E pioggia male me" aggiunsi.
"Questa me l'ero persa" Nelson sembrava confuso, era una novità anche per me.
"Ottimo periodo per atterrare allora, È dicembre e non fa che piovere ultimamente" mi accucciai per terra.
"che fai?" disse Dario.
"Non le piacciono i divani e i letti, preferisce il pavimento"
"Beh, Nels, dobbiamo andare a registrare oggi, quindi andiamo e poi penseremo al da farsi".
Mi avvicinai a Nelson "Io venire?" lui annuì "Però dobbiamo vestirti con qualcosa di più adatto, una maglietta a mezze maniche e pantaloncini con 10 gradi non fa di certo bene alla tua invisibilità".

Arriverenze, Nelson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora