Capitolo 3: Musica.

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"Per la notte puoi stare da Tonno" disse Cesu.
"Ma scusa, conosce meglio te, potresti invitarla" ribadì Nicholas.
"Ah no, non posso proprio, in questi giorni c'è mio fratello col cane, non possiamo di sicuro aggiungere altra gente in casa, senza offesa Ketra" un pò mi ero offesa.
Mi sentivo fuori luogo, lontano da casa, non sapevo dove andare.
"Ragazzi la faccio venire da me, non vi preoccupate" occhi di vetro si espresse.
"Ketra, a te va bene?" guardai Nelson e annuì, la cosa mi faceva molto piacere. Fino a quel momento era la persona che più si era interessata a dinamiche profonde della mia natura.
"Casa Nelson" ripetei "bene" mi raggomitolai sul divano del loro studio.
"Poi penseremo a cosa fare, per questa notte riposiamoci tutti, oggi siamo stati letteralmente catapultati dentro la Space Valley.." disse Cesu.
Nelson allungò la mano verso di me "Andiamo a casa?" annuì e mi alzai.
Ci avviammo a piedi.
Era il periodo di qualche festività? Tutto brillava e risplendeva, c'erano luci di ogni forma e colore e strane strutture verdi, della natura, avvolta in luci e collane "Venerate natura?" Nelson si girò non capendo, guardò nella mia direzione "Uh..no, è Natale tra poco, quindi si preparano tutti con gli addobbi e gli alberi di Natale.. Il rapporto degli umani con la natura non è dei migliori" ridacchió.
"Fate male a natura?" tirai su col naso e lo guardai preoccupata.
"Cosa?" vedendomi così triste, si agitó "nono, te lo giuro, nessuno fa male a nessuno, cioè in realtà si, ma ora alcune persone stanno cercando di rimediare, perché vedi.. Anche noi siamo connessi alla natura, senza non sopravviviamo" lo ascoltai attentamente.
"Natale.." dissi, lui sorrise "Si, arriva Babbo Natale, si festeggia con la famiglia.. Si sta con le persone che si amano" si guardava in giro un pò sognante e un pò malinconico "tu ami?".
"Io? Nono, ultimamente non fa per me l'amore.. Amo la mia famiglia, i miei genitori, quello si.. I miei amici..".
"Ami donna?"
"Eh?" quasi inciampó nei suoi piedi.
"tu ami donna?" sbuffo divertito "Non al momento, no" rimanemmo momentaneamente in silenzio.
"E da te? Come funziona l'amore?".
Cercai le parole.
"Amore è unione per sopravvivenza, ami chi nutre, ami figli, ami promesso sposo, poi non devi amare altro" lo osservai, era confuso dalle mie parole "cioè, voi siete più per un amore fisico?" corruciai le sopracciglia, non capivo "fisico?".
"Nel senso, preferite portare avanti la specie più che trovare qualcuno da amare veramente?" ero sempre più confusa, non avevamo di sicuro lo stesso concetto di amore "Noi no bacio, no sorriso, no occhi diversi, tutti stessi occhi.. Tuoi occhi parlano" con quel taglio dell'occhio sembrava riuscire ad esprimere tutto se stesso in ogni sguardo "Senza offesa, ma deve essere proprio triste come sensazione.." scossi la testa "Solo diversi, voi fate questo, noi diverso, per noi importante comunque" Nelson sospirò e annuì, le labbra socchiuse.
Finalmente arrivammo a casa, abitava in un appartamento piccolo, solo una camera da letto.
"dove dorme Io?" vidi Nelson iniziare a toccare ogni angolo del divano "Ti offro una bellissima stanza, ogni comfort presente è a tua disposizione, un letto, un armadio.." mi guardo da cima a piedi ".. Non penso ti servirà e una scrivania, se vuoi scrivere o boh, qualsiasi cosa tu voglia fare" lo ringrazia, feci per andare dove mi aveva indicato.
"dove dorme tu?" lui premette un pulsante sul divano e immediatamente si aprì un materasso, feci un salto per lo spavento, una vibrazione mi percorse il corpo, tornai per un istante blu, poi di nuovo umana "Woh.. Scusa, non pensavo ti spaventarsi così, beh, il divano letto è l'invenzione più fantastica del mondo" saltò sul materasso e si sdraió, prese il telefono e iniziò a messaggiare.

Andai nella sua stanza, mi denudai, tornai alle mie sembianze.
Mi guardai intorno.
Era pieno di vinili, album e apparecchi strani. Probabilmente era un intenditore di sinfonie.
Li passai tutti, sentivo le onde scorrere in me.
Arrivai alla scrivania. Sul lato destro c'era un plico di fogli e scarabocchi, alcuni ancora a posto, altri stropicciati e appallottolati.
Ne presi uno e cercai di leggere:

Mi prometti che andiamo lontano
Anche se non ci resta altro
Io mi annoio a star qui sul divano
Anche se non ti importa tanto
Partiremo una sera d'aprile coi pensieri sulla schiena
E per me ogni tua piccola lacrima sarà come fiume in piena

"Cosa fai?" Nelson comparve suppa porta.
"Tutto scritto, bello" gli dissi passandogli i fogli trovati.
"So che ti ho detto di usare quello che vuoi.." sembrava davvero imbarazzato e dispiaciuto "... Ma non toccare questi, perfavore" mise i fogli su uno scaffale sopra la scrivania. Si passò la mano sulla barba, pensieroso e tornò in salotto.
Rimasi un pò perplessa, possibile che si fosse arrabbiato? Forse avevo fatto qualcosa di male?
Rimasi seduta sul letto a lungo, pensando a quello che mi aveva detto.
Dopo tre ore decisi di andare a parlargli.
Mi avvicinai al divano, era tutto storto che dormiva con il cuscino sotto al braccio.
Era in un sono davvero profondo.
Gli toccai un piede, lo mossi un pò. Si svegliò di scatto.
Prese il vetro per vedere e si guardò intorno, appena mi vide fece un salto sul materasso.
"Pensavo di essermi abituato e invece.." rimasi lì, in piedi, ferma davanti a lui.
"Così però diventi inquietante, sono le tre e mezza di notte, si può sapere che succede?" mi arrampicai sul divano.
"Ketra sei completamente nuda, ti dispiace.." si copriva il volto con le mani, mi avvicinai a lui il più possibile "Ti prego, sei un sacco vicina, non è normale stare a questa distanza nuda, sulla Terra facciamo le cose in maniera diversa" gli toccai la guancia, cercai una connessione.
Lui mi guardò, vidi la scossa scorrergli nel corpo "Ketra io non potrei guardarti, smettila di chiedermi di farlo" mi sentiva, la connessione funzionava.
"Ma no che non sono arrabbiato" disse Nelson, sembrava si fosse completamente dimenticato della mia nudità.
"È che è la mia musica, voglio che rimanga mia ancora per un pò.." lo osservai, storsi la testa confusa "Si, da noi la musica la puoi far sentire a tutti, ma io non me lasento di farla sentire".
"Dovere Nelson, tutto bello" mi scollegai, potevo fidarmi.
Senza dire nulla tornai in camera e mi misi a letto.
Lo trovai scomodo, particolarmente scomodo. Mi alzai e mi misi per terra.
Molto meglio.
Poco prima di addormentarmi controllai il coordinum, era ammaccato ma fortunatamente funzionava ancora.
Cercai di capire se il segnale avesse intercettato qualche astronave del mio pianeta.
Niente.
Mi sentì sola, terribilmente sola.
Volevo tornare a casa.
Senza nemmeno accorgermi riuscì ad addormentarmi.
Sognai casa, sperai di ritornarci il prima possibile.

Arriverenze, Nelson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora