CAPITOLO 11

399 22 17
                                    

Harry corse dietro di noi, per raggiungerci. Si posiziono di fianco a Kristen, la quale fece una faccia di disapprovazione.
Mi ero dimenticata di chiederle cos’avesse contro di lui. Non che abbia torto ad odiarlo.
<<Salite dietro voi.>> Ci disse Harry quando fummo nel parcheggio del college. Indicò con un cenno del capo una Volvo nera , con i vetri oscurati.
Possibile che tutti i suoi veicoli mi intimorissero?
Entrando in macchina notai che oltre a noi, c’era una ragazza seduta al posto del passeggero e un ragazzo seduto dietro.
Sorrisi timidamente per salutarlo e lui rispose con una smorfia, simile a un sorriso.
Harry salì al posto del guidatore e senza nemmeno presentarci gli altri ragazzi, accese il motore e con una sgommata assurda fece partire la macchina.
Kristen era stranamente silenziosa.
<<Tutto bene?>> Le chiesi senza guardarla.
Quando non ricevetti una risposta mi voltai verso di lei per guardarla. Sorprendentemente stava guardando Harry e aveva il volto leggermente contratto dalla rabbia.
<<Oi…>> La richiamai, tirandole una leggera gomitata contro il braccio sinistro.
<<Eh? Scusa.>> Disse, dopo essersi svegliata dai suoi sogni ad occhi aperti.
<<E’ tutto a posto?>> Chiesi di nuovo.
Lei annuii solamente.
Dalla mia posizione centrale potei notare che la terza ragazza, che non conoscevo, aveva dei lunghi capelli biondi, che le arrivavano fino quasi al fondo schiena, lisci. Indossava un abito cortissimo, che a mala pena le copriva il sedere, leopardato e delle scarpe con tacco altissimo, nere.
Durante tutto il tragitto si toccò i capelli, spostandoli da una spalla all’altra, ad intervalli di due minuti e diciassette secondi, contati.
<<Brook, c’è quel tuo amico che mi deve… tu sai cosa.>> Disse Harry, rivolgendo uno sguardo furtivo alla bionda.
Lei, emettendo una stupidissima risatina, tra l’altro abbastanza irritante, rispose: <<Si, certo Harry!>>
Alzai gli occhi al cielo.
Non aveva fatto assolutamente niente, ma aveva qualcosa che la rendeva insopportabile.
<<Chi sono le tipe dietro?>> Sussurrò lei ad Harry, sperando di non farsi sentire.
<<Due… Ehm… Ragazze della scuola.>>
<<La biondina è proprio strana… Dove crede di andare vestita da suora in quel modo?>> Scoppiò a ridere e per poco non le tirai un pugno.
Anche Harry si unì alle sue risate e in un qualche modo mi ferì.
Cos’aveva di cosi male quel vestito? Non era nè conservatorio, né troppo rivelatore. Era adatto ad una festa, credo.
<<E poi hai visto il suo nido in testa?>> Continuò, cominciando a ridere sempre più forte. <<E’ proprio ridicola. Ancora non capisco perché tu l’abbia invitata.>>
Se solo ha intenzione di dire un’altra parola le spacco la faccia contro il finestrino dell’auto, pensai. Da quando mi facevo influenzare così tanto dai pensieri altrui?
Il fatto che Harry continuasse a darle corda mi prese un po’ alla sprovvista. Speravo in un qualche modo che fosse migliore di così, ma ovviamente mi sbagliavo.
<<E la sua amichetta, poi?>> Non doveva nemmeno nominare il nome di Stew,
Non avevo accettato il suo stupido invito per farmi prendere in giro da una ragazzina così superficiale.
Dovevo assolutamente fare qualcosa.
<<Allora, Harry, come va la bruciatura?>> Parlai, prima di poter pensare alle possibili conseguenze.
<<Che bruciatura?>> Domandò la tipa, che era ovviamente confusa dalle mie parole.
Harry passò velocemente lo sguardo da me alla ragazza davanti, un paio di volte, in un momentaneo stato di disagio, ma si riprese subito.
<<Sto bene, grazie.>> Disse, sposando lo sguardo sulla strada. <<Ti spiego dopo.>> Aggiunse, sussurrando alla ragazza.
<<Ehi, Stew, guarda! Siamo arrivate, penso.>> Dico, udendo della musica assordante provenire da una casa e notando gruppi di ragazzi, probabilmente già ubriachi marci, sdraiati nel prato davanti alla casa.
Improvvisamente il lato selvaggio di Krisen s’impossessò del suo corpo, facendola impazzire.
<<Oddio, oddio, oddio! Taylor! E’ una festa! Oddio, che bello!>> Iniziò a strillare non appena Harry fermò la macchina nel parcheggio.
<<Calmati, Stew.>> Dissi ridendo. <<Sembra che tu non sia mai stata ad una festa.>>
Quelle stesse parole mi sarebbero potute ritorcere contro, visto che ero io quella a non essere mai stata ad una festa.
<<No, ovvio che ci sono già stata. Però non a feste di questo genere. Insomma, Taylor!>> Disse, mentre vedevo i suoi occhi illuminarsi sempre di più, man mano che ci avvicinavamo alla grande casa in cui tutti stavano già scatenandosi. <<Questa è una Festa con la F maiuscola. Qua scorrono fiumi e fiumi di alcol, la gente è tutta sballata, la musica ti spacca i timpani, oddio è tutto perfetto!>>
Non potei non pensare a come potesse piacerle tutta quella roba.
Come si può paragonare l’alcol, quella musica assordate e le persone che stanno male per troppo uso di alcolici, al divertimento? Non è assolutamente normale.
<<Viene Jamie?>> Chiesi alla mia amica, mentre cominciavo a sentire una leggera ansia solleticarmi la pelle.
<<Penso di si, io però non l’ho sentito. Di solito lui viene a queste feste.>>
Mi voltai per controllare se gli altri ci stessero seguendo, e scoprii che appena qualche passo dietro di noi c’era il ragazzo che era seduto di fianco a me in macchina e ancora più indietro c’erano Harry e la bionda, abbracciati.
Erano patetici, ovviamente.
Scuotendo la testa, presi sottobraccio la mia amica e in men che non si dica eravamo all’interno della casa, dentro la quale regnava il caos più totale.
Il salotto era pieno di persone: chi ballava, chi era collassato a terra per l’uso di troppo alcol, chi negli angoli stava da solo, chi invece fumava. La musica era altissima, tanto che inizialmente dovetti tapparmi le orecchie, per paura di diventare sorda. Il pavimento era cosparso di bibite e bicchieri rossi di carta, pezzi di vetro delle bottiglie e, naturalmente, da ragazzi e ragazzi.
Insomma, era uno schifo.
<<Kristen!>> Chiamai la mia amica, che non rispose.
Riprovai, urlando e si voltò a guardarmi. La sua espressione era illeggibile. Sicuramente, come me, non  si aspettava certo quella roba.
<<Ehm… Che facciamo?>> Chiesi, guardandomi intorno. Avevo perso di vista Harry, la bionda e l’altro ragazzo, di cui non sapevo il nome, ma non mi interessava più di tanto. Era solo perché ci avrebbero dovuto portare a casa, al ritorno.
<<Beh?>> Dissi, non ricevendo una risposta.
<<Io direi di spassarcela!>> Rispose con enfasi, forse troppa.
<<E come?>>
Sorrise semplicemente. Brutto segno.
Mi afferrò saldamente per il polso e mi trascinò per la casa, come se la conoscesse perfettamente, fino ad arrivare nella cucina. Si avvicinò al bancone e parlò con un tipo con la pelle scura e i capelli lunghi, rasta. Le passò due bicchieri rossi contenenti un liquido trasparente e una cannuccia.
<<Cos’è?>> Chiesi, mentre Kristen me lo metteva in mano e portava alla bocca il bicchiere.
Un’espressione di disgusto apparve sul suo viso pallido appena ingoiò un abbondante sorso del liquido, seguita da un’espressione di beatitudine.
<<Vodka lemon.>>
<<COSA?>> Strillai, in preda all’ansia. <<Kristen, ma sei matta? E’ alcolico! Io non bevo. E nemmeno tu. Forza, andiamo a prendere una coca cola.>>
Scoppiò a ridere, dopo aver bevuto un altro sorso dal bicchiere. Ero disgustata.
<<Non ridere! Sono seria. Butta quello schifo, avanti.>> Continuai, cercando di strapparle di mano il bicchiere.
<<Taylor!>> Disse, aggiungendo un’altra risata. <<In questo posto non troverai niente di analcolico.>> Continuò, senza smettere di ridere.
Ero sbiancata. Qualcuno si fermò anche a chiedermi se avevo bisogno di un bagno. Credevano fosse l’effetto dell’alcol.
Erano tutti malati.
<<Stai scherzando, vero?>>
Scosse la testa, mentre beveva l’ennesimo sorso di Vodka.
<<Dai, Taylor! Prova. Non succederà niente. Se non ti piace lo butti e ne prendi un altro.>> Disse, sbiacicando le parole. 
<<No.>> Affermai, con un tono che non ammetteva proteste, infatti ciò che fece fu scrollare le spalle e poi bere ancora.
Non potevo certo permettermi di bere anche io, visto il suo stato. Chi si sarebbe presa cura di lei? C’ero solo io lì.
<<Alla fine siete venute!>> Qualcuno parlò da dietro le mie spalle. Mi voltai di scatto, per vedere chi fosse.
<<Ehi, Jamieee!>> Urlò Kristen, buttandosi a dosso a lui, per abbracciarlo. Lui, non aspettandoselo, barcollò un po’ all’indietro, ma fortunatamente riuscì a mantenere l’equilibrio.
<<Ehi, ciao.>> Disse lui, staccandosela di dosso. <<Hai bevuto?>>
<<Si, ma non troppo eh. Ecco, solo questo bicchierino, vedi?>> Rispose,  alzando il bicchiere davanti al viso di Jamie, per farglielo vedere. Notai che era già vuoto, mentre il mio era intatto. <<Penso, però, che ne prenderò un altro!>>
<<No!>> Urlai. <<Per oggi basta così, d’accordo?>>
<<Taylor, non rompere le palle. Sono grande abbastanza per bere. Non fare la bambina.>>
<<Non mi sto assolutamente comportando da bambina, anzi, da persona matura.>> Risposi. Mi aveva ferito con le sue parole, ma non lo diedi a vedere. <<Quello che dovresti fare tu, Kristen.>>
<<Pff!>> Agitò le mani e poi scomparve tra la folla, trascinandosi dietro Jamie, che mentre camminava si voltò all’indietro e mi mimò uno “scusa”, al quale risposi con un’alzata di spalle.
Ero rimasta sola, aduna festa dove non conoscevo assolutamente nessuno.  Tutti intorno a be si agitavano, saltavano, cercavano di fare qualsiasi cosa che assomigliasse a ballare, ma a causa dell’alcol, erano totalmente scoordinati.
Iniziava a darmi sui nervi quel posto. Dovevo uscire da lì. Avrei aspettato fuori Kristen e gli altri.
Inizialmente avevo davvero intenzione di divertirmi, ma io, il divertimento, lo intendevo in modo sobrio, e non da ubriaca marcia.
Cominciai a camminare per la casa alla ricerca del salotto, nel quale si trovava l’uscita, ma qualcuno mi fermò.
<<Ehi, senti, abbiamo bisogno di un altro giocatore, ti va?>> Mi chiese un ragazzo.
<<Che tipo di gioco?>> Non sapevo che a certe feste si giocasse.
<<Dai, vieni!>> Mise una mano sulla mia schiena e mi suspinse verso un divanetto un po’ appartato.
<<Ragazzi, lei vuole giocare con noi!>>
Mantenevo lo sguardo basso, sul mio bicchiere - perché lo tenevo ancora in mano? - , per non essere costretta ad incontrare gli sguardi altrui.
<<Oh, bene! Avanti, adesso iniziamo!>> Disse una ragazza.
<<D’accordo. Tu siediti qua. Chi è il primo?>>
Mi accomodai sul lato del divano, di fianco a un ragazzo. Decisi comunque di non guardarlo.
<<Avanti, Selena. Comincia tu. Chiedi alla ragazza nuova, ad esempio!>> Disse il ragazzo che mi aveva chiesto - obbligato - di venire a giocare con loro.
Alzai immediatamente lo sguardo e incontrai quello di una ragazza piccolina, con dei lunghi capelli mori e mossi.
Velocemente spostai lo sguardo sulle tre ragazze intorno a lei e rimasi impietrita.
Le SVMD.
Non era possibile. Erano ovunque. Diavolaccio!

YOU DESTROYED ME {Haylor Italian FF}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora