5• I ragazzi

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Scendemmo le scale. Lui era avanti ed io lo seguivo. Nel mentre pensavo a cosa avrei potuto inventare per non parlare del mio passato con i ragazzi.
Alla fine decisi che avrei parlato del più e del meno cercando di non parlare troppo della mia infanzia.
Continuai a seguirlo e lo fissai.
Sembrava un ragazzo veramente molto socievole e simpatico e probabilmente lo sarà.
Sai, caro diario, non mi capita spesso di conoscere gente nuova, e se mi capita riesco a farmela scappare. Spero almeno per questa volta di non fare cazzate e di unirmi a loro. Non voglio rimanere da sola anche qui.
Arrivammo davanti ad un portone abbastanza grande.
Dario inserí la chiave ed entrammo.
Io gli restai dietro. Ero molto in imbarazzo e credo che i ragazzi non mi avessero vista, forse per colpa del muro che copriva la loro visuale sull entrata.
X1:Allora? Trovato?
X2:Come mai ci hai messo tanto?
X3: È figa la nuova vicina? È giovane o è vecchia?
Dario li guardò facendo cenno con la testa di smetterla per poi dire:
D: ragazzi il caffè non l'ho trovato ma ho trovato lei. Mi ha detto che voleva prepararsi un caffe ma non ce lo aveva. Così l'ho invitata qui per berne uno,per presentarci e conoscerci meglio.
Io:Ehm, ciaoooo.. mi chiamo Wendy.
Mi guardarono. Alcuni erano straniti, altri bisbigliavano fra loro e altri mi fissavano.
Dario mi mise una mano sulla schiena e mi accompagnò con delicatezza verso i ragazzi.
Tutti mi corsero in contro e si presentarono:
Ne:Piacere io mi chiamo Nelson.
Fr:Io sono Frank
To: io mi chiamo Francesco ma puoi chiamarmi Tonno.
Ni: ehi io sono Nicolas ma puoi chiamarmi Bic.
Sorrisi a tutti. Sembravano molto simpatici anche se imbarazzati.
Erano tutti davanti a me.. formavano un semi cerchio, quando da dietro di loro sbucò un sesto ragazzo.
Ce:Ciao Wendy io mi chiamo Cesare.. Lieto di conoscerti.
Mi guardò negli occhi.
Il tempo sembrava essersi fermato.
Ero concentrata a guardarlo e rimasi incantata dai suoi occhi.
Avevano un colore verde tendente al marrone chiaro. Aveva un sorriso stampato in faccia che avrei potuto fissare per ore. Pure lui era alto, poco meno di Dario, aveva i capelli ricci quasi spettinati. Aveva delle spalle e delle braccia grosse, allenate e anche se non stravedo per i palestrati, giuro che mi piacevano un casino.
Non sapevo cosa dire e tanto meno cosa fare.
Dario, probabilmente vedendomi in imbarazzo, sciolse il ghiaccio faccendoni accomodare all'Interno dello studio.

||...D'improvviso...||                                  🖤°Cesare Cantelli°🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora