12. Rumors

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Candice uscì dalla sua stanza con dei libri di scuola, per non destare sospetti. Erano passate due settimane dalla scomparsa di Michael e nessuno aveva fatto progressi. Certo, avrebbero potuto entrare nell'ala est senza uno straccio di prova, ma avrebbero rischiato veramente tanto. Chelsea, invece, voleva essere sicura di trovarli lì.

In compenso erano ben organizzati con le ricerche e riuscirono a combinare i compiti, le lezioni e le indagini. Tutto merito di Chelsea, ovviamente, quella ragazza aveva una mente contorta e al tempo stesso ordinatissima e quello a Candice piaceva, almeno ci lei pensava veramente a tutto.

La mora aveva paura per tutta quella storia, ma sentiva anche un senso di eccitazione nel comportarsi in quel modo, come se fossero agenti segreti.

Si diresse verso la biblioteca, le lezioni ormai erano finite ed erano iniziate le vacanze di Natale, quindi potevano liberamente dedicarsi alle ricerche, era il suo turno e Joey, con la scusa di volerla aiutare, era riuscito a stare un po' di tempo da solo con lei.

Lui non era un ragazzo bellissimo: era molto magro, il viso piccolo, quasi da bambino, e le labbra sottilissime. Tuttavia quello non era un problema per Candice, la sua vera difficoltà era che in diciotto anni di vita non aveva mai avuto una relazione. Non riusciva a fidarsi, aveva paura, paura di star male e perciò tendeva ad allontanare tutti e Joey era uno di quelli, solo che a differenza degli altri non voleva arrendersi.

Con un sospiro oltrepassò la grande porta della biblioteca e con lo sguardo iniziò a cercare il suo amico, non doveva essere difficile dato il bizzarro colore di capelli.
Si era chiesta più volte dove trovava la tinta e lui solitamente scrollava le spalle e rispondeva che la chiedeva semplicemente e gli veniva data, diceva che gli piaceva essere diverso, perché essere uguale agli altri era noioso e lui non voleva diventare noioso.

Candice sorrise quasi involontariamente al pensiero e riprese a guardarsi intorno. Qua e là c'erano ragazzi che leggevano o semplicemente stavano in compagnia, ogni tanto Janet, la bibliotecaria, mandava fuori qualcuno. Sembrava quasi si divertisse, forse quello era il suo spirito natalizio, pensò lei.

Finalmente vide Joey, era seduto a uno dei tavoli più grandi e stava cacciando via tutti quelli che provavano a sedersi allo stesso tavolo. Uno delle sue vittime era un ragazzino con dei grandi occhiali quadrati che la superò con uno sguardo omicida, per poi uscire dalla biblioteca.

<<Ma sei cretino? - sussurrò Candice, sedendosi di fronte a lui e posando i libri - ti farai cacciare così...>>

<<Preferisci che ascoltino le nostre conversazioni e che vadano a spifferare tutto al preside?>>, le chiese proprio mentre lanciava uno sguardo minatorio a una ragazza che si era soltanto avvicinata al tavolo.

<<Potevi scegliere un tavolo più piccolo, almeno - si lamentò lei, poi con un gesto della mano liquidò la questione - lasciamo perdere. Hai già iniziato?>>, chiese.

Joey scosse la testa con un sorriso furbo stampato in visto.

<<Aspettavo la mia ragazza>>, rispose in un sussurrò.

Lei alzò gli occhi al cielo, ma non rispose. Dopodiché, senza dire una parola, si alzò e iniziò a frugare tra i libri. Fortunatamente non erano i soli a cercare, altrimenti ci sarebbero voluti anni per guardarli tutti.

Passarono ore, in silenzio a leggere. Ogni tanto Candice alzava lo sguardo per trovare Joey assorto nella lettura. Doveva tenerci molto, probabilmente sperava ancora di ritrovare Emily.

Qualche minuto dopo il ragazzo alzò lo sguardo esausto.

<<Non è possibile continuare così, senza neanche un indizio. - si lamentò - Non ce la faccio più, facciamo una pausa...>>, la supplicò.

𝗕𝗹𝗼𝗼𝗱 𝗧𝘆𝗽𝗲: 𝗡𝗲𝘄 𝗚𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora