58. I Love You

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Thomas stava di fronte a Mark, era finalmente disarmato eppure non l'aveva ancora ucciso, stava esitando.

Il suo unico pensiero era Chelsea, l'aveva perso immediatamente di vista e non gli piaceva per nulla non poter proteggerla, specialmente in quel momento.

Intanto i ragazzi combattevano come se fosse l'ultimo giorno della loro vita, facevano di tutto per sopravvivere. Thomas vedeva persone cadere a terra, altre urlare e altre ancora sparare.

Lui, invece, aveva subito cercato quell'uomo, per fargli pagare tutto quello che gli aveva fatto, tutti i pugni che gli aveva dato e quello che aveva fatto a suo padre. Prima di trovarlo aveva combattuto un paio di uomini e li aveva uccisi, era anche stato ferito a una spalla, gli bruciava, ma non era nulla che poteva essere definito grave. Passò molto tempo in una ricerca quasi disperata, prima di riuscire a trovarlo.

Eppure in quel momento, con la vittoria nelle mani tremanti, se ne stava immobile, con la pistola puntata alla sua testa senza avere il coraggio di sparargli. Sapeva com'era uccidere, lo aveva già fatto e non era per nulla una bella sensazione.

Mark intanto gli stava sorridendo in un ghigno malizioso.

<<Thomas, Thomas...Io l'ho sempre detto. Tu non hai le palle per fare questo lavoro, proprio come tuo padre.>>, mormorò avvicinandosi tanto da toccare con il petto la pistola del ragazzo che strinse le labbra nel sentire quelle parole.

<<Stai zitto.>>, sussurrò sentendo la rabbia montargli in petto.

<<Sai una cosa... - disse l'uomo portandosi due dita sotto il mento, riflettendo - Ora che ci penso avremmo potuto evitare tutto questo molto prima. Avrei potuto ucciderti facendolo sembrare un incidente - appoggiò la mano sulla canna della pistola, abbassandola leggermente e provocandogli una fitta alla spalla - Ma poi si sarebbe presentato un altro problema...Quella irritante ragazzina rossa, sì Thomas, quella che ti sta così tanto simpatica da rischiare di mandare all'aria tutto soltanto per lei. Al posto di portarla da Susan avrei dovuto uccider...>>, furono queste le parole dell'uomo prima di morire. Prima che Thomas gli colpisse la mano, gli puntasse la pistola alla testa e gli sparasse senza più esitare, accecato dalla rabbia. Poteva parlare in quel modo di lui, ma non di suo padre e ancor meno di Chelsea.

Alcuni secondi dopo, i ragazzi che combattevano contro di loro si bloccarono, spaesati, quasi come se la forza che li muovesse fosse cessata tutt'un tratto. Si guardavano intorno, guardandosi a vicenda e guardando le persone per terra, ferite o addirittura morte, con orrore negli occhi.

Con loro si fermarono anche gli agenti di Mark, stupiti da quel cambio di comportamento dei loro, in teoria, alleati.

Thomas approfittò di quel momento, osservandoli tutti prima di parlare, con il respiro pesante e senza osare spostare lo sguardo sul corpo di Mark.

<<Beh? Cosa state li a guardare imbambolati? Mark è morto. Quindi non è più il vostro capo e se non volete passare guai seri quando mio padre riprenderà il suo posto - sperava ardentemente che potesse ancora succedere. In quel momento, però, bastava anche solo sembrare sicuro di sé. - datevi una mossa. Chiaro? Aiutate i feriti e arrestate i dottori. Adesso!>>, urlò a gran voce mentre gli uomini e i ragazzi si davano da fare aiutandosi a vicenda.

Thomas riusciva a vederlo il loro sguardo, erano ancora terrorizzati, sconvolti da quello che era successo, da tutto il sangue versato e da questa inutile battaglia che avrebbe potuto essere evitata.

Ora il suo pensiero fisso era trovare Chelsea, con lo sguardo preoccupato osservò attentamente tutti i presenti fuori dalla scuola. Il suo cuore si faceva più leggero ogni volta che vedeva una faccia conosciuta: Diane, Candice, Jamal, Janet e William stavano tutti bene. Ma Chelsea continuava a mancare, i suoi battiti si facevano sempre più accelerati mentre percorreva tutto il giardino, disperato.

𝗕𝗹𝗼𝗼𝗱 𝗧𝘆𝗽𝗲: 𝗡𝗲𝘄 𝗚𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora