Capitolo terzo

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Quella notte non riuscii a chiudere occhio, forse per l'agitazione del primo giorno di scuola. Mi alzai dal letto e andai sul balcone ad osservare il cielo. C'era una bellissima luna piena circondata da stelle luminose. Faceva abbastanza freddo e dovetti mettere il golfino di lana. Ad un tratto ci fu uno strano vento gelido; le foglie frusciavano e fra di loro esso fischiava. Poi si sentì un ululo di un lupo e il vento si fece più forte. Non capivo da dove arrivasse quel ululato, di solito i lupi stanno nei boschi e non mi sembrava di averne visto uno a Melborn. Rimasi a guardare il cielo e le strade e ad un tratto vidi un lupo camminare per la via del quartiere. L'emozione che provai fu indescrivibile, fui terrorizzata, incuriosita e stupita nello stesso tempo. Quel lupo non era come quelli che si vedono nei documentari e che spesso fanno tenerezza a guardarli, quel lupo era diverso: era molto più grande di un lupo normale e anche più alto. Faceva quasi impressione.

Ero lì, ferma sul mio balcone ad osservare con la bocca aperta quell'animale.

A quel punto il lupo si fermò e si girò verso di me. Sembrava che mi stesse cercando, perchè quando riuscì a visualizzarmi mi fissò con lo sguardo profondo che i suoi occhi gialli gli davano. Mi venne un tuffo al cuore.

Da dove viene quel lupo? Perché è così grande? Perché non la smette di fissarmi?, pensai. Poi ci fù un altro fatto che mi stupì ulteriormente: l'animale entrò nella casa del nonno di Alec. Non sapevo che fare. Il mio istinto mi diceva di andare in quella casa ad avvertire Alec, ma quel lupo mi metteva terrore e angoscia ed era come se il mio corpo mi impediva di muoversi. Dopo qualche istante però, trovai la forza di affrontare la situazione e andai a vedere. Uscii di casa e mi diressi verso quella di Alec. Stavo attenta ad ogni minimo rumore. Nonostante ci fosse freddo, io ero uscita in pantaloncini e una maglietta a mono spalla con sopra il golfino di lana e non ce la facevo più dal freddo, ma ormai nulla mi poteva impedire di controllare, la mia curiosità non aveva freni. Avanzai verso l'ingresso della casa, quando qualcuno mi prese per un braccio. Io sobbalzai e mi liberai dalla presa. Alzai gli occhi e vidi un signore di mezza età con i capelli lunghi fino alle spalle e un paio di occhiali da vista rotondi sul viso. Il suo sguardo mi fece paura e soggezione.

-Hey, bella fanciulla, mi permetteresti di bere?- la sua voce era rauca e inquietante. Io feci un passo in dietro, terrorizzata. Non capivo cosa volesse dire con quella frase. Poi la sua espressione cambiò e divenne stupita.

-Oooh, ma tu sei una di noi! Però sei diversa, cosa sei esattamente?- mi fece ancora più spavento.

-Ma di che cosa sta parlando!- dissi sconvolta.

-Vieni con me!- Mi afferrò per un braccio e mi strinse così forte che non riuscivo a liberarmi.

-Lasciala andare!-

La voce proveniva da dietro di me, così mi girai e vidi Alec con un'espressione seria che guardava quell'uomo come se volesse ucciderlo.

-Ah, ma guarda chi abbiamo qui, un...-

-Allontanati da lei!- Alec lo interruppe, come se non volesse sentire quello che l'uomo stava dicendo, o forse non voleva che io sentissi.

-Mi spiace, ma credo che questa bella fanciulla verrà con me.-

Cominciò a trascinarmi per il braccio. Io mi innervosii e provai una rabbia immensa. Gli occhi cominciarono a bruciarmi, tanto che fui costretta a chiuderli. Poi li riaprii e fissai l'uomo tirandolo verso di me con una forza che non credevo di avere.

-Lasciami!- gli dissi guardandolo negli occhi con rabbia. A quel punto lui mi lasciò e fece qualche passo in dietro fissandomi con gli occhi spalancati. Sembrava terrorizzato. Ansimò e si mise le mani in testa facendo dei versi, come se sentisse dolore e poi corse via. Non capivo cosa gli fosse preso, io gli avevo detto solo di lasciarmi. Mi girai verso Alec e mi strofinai gli occhi perché mi bruciavano. Poi mi sentii la testa girare e svenni.

La storia dell'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora