Se c'è una cosa che non sopporto è una gabbia di punizione Elven. Perché sono molto intelligenti, ma le gabbie sono definitivamente scomode, piccole. Da punizione. Non che in certe occasioni non servano; anche i miei fedeli ogni tanto si comportano male e hanno bisogno di punizioni. Ma da lì a torturarli... Insomma, come si fa a essere uno schiavista e maltrattare in quel modo la merce? Non ha senso!
Poi c'è questa cosa bella, anzi meravigliosa, quando esci da una gabbia di punizione: uno schiaffo come ricevimento. Quelle sono le perle della vita di un conquistatore. Uno si aspetterebbe che, dopo una settimana di stare chiuso in una gabbietta per struzzi con un pasto al giorno e senza vedere anima viva (neanche gli Elven che mi davano da mangiare), ci fossero delle parole dolci. "Mi sei mancato". "Come stai?". "Sei troppo magro!". E invece no. Corinne ha un braccio destro che picchia come una mazza da baseball e una mano grande quanto l'Amazzonia nel 1980. Lo scoprii a mio discapito proprio il giorno in cui uscii dalla gabbia. Vi dirò che ne risulta: una cattivissima combinazione. Ma almeno Cori mi fece saltare quel dente fastidioso che si muoveva da due giorni e non mi faceva mangiare in pace.
Per fortuna, quando ripeti l'eroica impresa di essere ingabbiato per salvare un altro, lo schiaffo non ti sorprende più. Ma non lo fermi; se lo fai, non ti becchi uno schiaffo, ma un calcio nello stinco. E quello fa ancor più male, tanto che la volta successiva preferisci lo schiaffo.
«Cosa ti è saltato per la testa?»
«Anche tu mi sei mancata, Cori».
«Ci hai lasciato da soli, Alexander. E per farti punire al posto loro. Sei pazzo?»
«No, non lo è. È stato forte. E ha avuto il risultato che ti aspettavi.»
«Di cosa parli?»
«I Selii hanno notato il tuo gesto. Yoyo sembra aver preso le tue parti.»
«Yoyo?»
«Il Selii che hai salvato dalla gabbia, ricordi? Mi ha avvicinato qualche giorno fa, dice che ti deve una.»
Non era esattamente quello che avevo in mente, ma era sempre meglio di niente.«Dice? E tu sai parlare Selii?»
«No», rispose Corinne al suo posto. «I Selii sono qui da più tempo, parlano abbastanza bene l'Elvyn. Ho fatto da interprete.» Mi resi conto che non conoscevo affatto le abilità di Cori; la vedevo ancora come una bambina piccola, e forse lei, nella sua corta età, era già più matura di Kele e me. Di sicuro era più matura di me. La mia mente tornò all'argomento: avevo guadagnato un alleato. In un gioco di alleanze, avere più amici non era una brutta idea. Se avessi salvato, diciamo, uno per ogni coalizione a scuola... «No, Alexander, conosco quello sguardo. Non farlo di nuovo.»
«Scherzi? Ha guadagnato un seguace.»
«Seguace mi sembra un po' forte. Forse "alleato" è più adeguata come parola.»
Corinne mi guardò tra le ciglia. Fu la prima volta che mi dedicò il suo famoso "sguardo stizzito". «E perso due chili», continuò, ignorando il mio commento. «Perché ci danno da mangiare abbastanza per permetterci di perdere peso.»
«Sei sicura di avere sette anni?»
«Penso di essere invecchiata mille anni in questa settimana. Andiamo, voglio sentire tutto. E la prossima volta, almeno dimmelo prima.» Cominciò a camminare, poi si fermò di scatto e mi abbracciò. «Mi sei mancato.»
La strinsi più forte che potevo. «Anche tu mi sei mancata, Cori.»
Quando entrai nei dormitori, qualcosa nell'aria cambiò. Molti mezzi sorrisi diventarono linee, molti sguardi si fissarono nelle crepe del pavimento. Percorsi ognuna di quelle facce con gli occhi; solo un Selii mi guardava con una strana smorfia che sembrava un sorriso sulla faccia. Mentre prendevamo le nostre cose per andare alle stanze scuola, tutti scapparono, tranne una figura snella e piccola ma con la testa dalle dimensioni decisamente grandi per il corpicino.
Una Zeil, quella che se ne stava sempre in disparte, si avvicinò a noi. «Sei bravo», disse, guardandomi negli occhi.
«Scusa?» Corinne mi guardò.
«Mio umano non buono. Imparare ascoltando. Sei bravo.»
Corinne e la Zeil incrociarono alcune parole in un linguaggio nasale che non avevo sentito prima, e poi mi guardarono. «Il suo nome è Ka'orii. Non è brava a parlare la nostra lingua. Dice di avere problemi perché esistono troppe lingue umane, ma voleva dirti che è rimasta impressionata dal modo in cui hai difeso Yoyo e che vuole far parte della nostra alleanza.»
Kele non sembrava affatto sorpreso o spiazzato dal cambio veloce delle lingue; io ero meravigliato. «Cori, in quale lingua hai appena parlato?»
«Zeil», rispose Ka'orii con la stessa riverenza negli occhi che provavo io. Kele era fiero di Cori, e io sentii di nuovo quella strana sensazione nello stomaco. Poi pronunciò un'altra stringa in quella lingua nasale prima di scappare di corsa. Cori prese il suo zaino e cominciò a camminare dietro di lei. Per una bambina di sette anni, Corinne aveva un passo lungo e veloce; dovevo fare degli sforzi per raggiungerla.
«Che ti ha detto?»
«In tutta la scuola si parla del tuo gesto. Ti sei guadagnato il rispetto di più di uno, soprattutto degli Zeil e delle Kelmyn. Ka'orii ha notato che non siamo come le altre alleanze, siamo persone di onore che si prendono cura le une delle altre come in una famiglia. Vuole fare parte del nostro gruppo, aspetta una risposta per la fine della giornata. E siamo in ritardo per la scuola.»
«Pensate a cosa preferite», dissi prima di entrare, ed entrambi mi guardarono. «Siamo una famiglia, prendiamo le decisioni insieme. Per l'ora di pranzo ne riparleremo, e stasera Kaori avrà la sua risposta.»
«Ka'orii», corresse Cori mentre entrava e si sedeva. Non era ancora del tutto soddisfatta con la situazione.
Inutile dire quale fu la nostra decisione. Ka'orii entrò a far parte del nostro gruppo, e da allora iniziarono i mormorii. Alcuni dicevano che lei fosse un'assassina in allenamento; altri, che fosse una spia degli Elven mandata per tenerci a bada. Io non ci credevo; almeno non sempre. Ma di sicuro era un essere molto particolare. Riservata, silenziosa, ma un'acuta osservatrice del mondo che la circondava e, scoprimmo mesi dopo, abile nella costruzione di ingegni elettronici e meccanici. Imparò velocemente la lingua terrana, e aiutò Corinne a migliorare in Zeil ed Elvyn, ma senza dare nell'occhio. Dietro mio suggerimento, Kele iniziò a prendere lezioni di pugilato e autodifesa con Yoyo. Man mano che la nostra alleanza si rafforzava, anche se in silenzio e senza dare nell'occhio, io cercavo, a volte in vano, il modo di convincere gli altri a scappare.
Ma c'era solo una via d'uscita. Lo scoprii presto, quando il primo di loro fu portato via.
STAI LEGGENDO
Cronache di un conquistatore di mondi
Science FictionConquistare mondi non è così difficile come tutti pensano. È una questione di strategia: un esercito qui, un agguato là, una decina di soldati in punti strategici, e il gioco è fatto. Mica è complicato, o addirittura complesso. Persino un ragazzo di...