Capitolo 5: Uomini in rivolta

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Capitolo 5: Uomini in rivolta

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Capitolo 5: Uomini in rivolta

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"Ma guarda che meraviglia," sbottò Gábor, prendendo tra le mani guantate uno dei tanti fucili dalla cassa davanti a lui. Quella mattina Edel ci aveva fatto aprire le casse che teneva riposte nel sotterraneo per prendere tutto ciò che ci sarebbe servito. Poi ci aveva avvisato che sarebbe uscita per qualche ora, chiedendoci di non fare troppo baccano, ma è sempre difficile trattenere dei veri soldati davanti a delle armi di qualità.

"Ci saranno una decina di Ruck-Zuck, qui dentro," continuò, chinandosi a guardare nella cassa di legno scuro.

Misha si avvicinò e ne prese uno, imbracciandolo e puntando verso un nemico immaginario.

"Niente male," confermò. I fucili Steyr-Mannlicher, soprannominati Ruck-Zuck per via della loro velocità di ricarica, erano i più usati in Austria e Ungheria, e vantavano ancora un'ottima qualità nonostante fossero stati messi in commercio decine di anni prima.

Mi avvicinai alle altre due casse, una delle quali ancora chiusa. Altri due soldati stavano cercando di forzarla con un pezzo di ferro, e dopo un po' di sforzi combinati riuscirono ad aprirla. Uno dei due ne tirò fuori ciò che sembrava una sorta di piccolo fucile, e lo osservò per un po' con curiosità.

"Oh, quello è un MP 34," disse l'altro, ungherese come me, fiondandosi poi sul nuovo carico. "Queste non girano in Ungheria. Le trovi solo in Austria, e in Germania sono già stati sostituiti dagli MP 40. Ma sono dei mitra niente male, guarda qui," esclamò, rigirandosene uno tra le mani. Ecco perché non avevo mai visto una cosa del genere.

"Ecco le munizioni," Misha gli passò un pacchetto nero tra i tanti della scatola. Oltre alle armi, infatti, nelle casse c'erano anche munizioni, giacche, borsoni, garze e cibo inscatolato.

Decisi di prendere qualcosa dalla seconda cassa, quella dove anche Misha ora stava cercando. Non mi sentivo proprio a mio agio con in mano qualcosa come un MP 34.

Presi una Steyr M12, una semplice semiautomatica, mentre in un attimo mi tornarono alla mente tutte le volte in cui Marian mi aveva dato qualche lezione sul come impugnare, maneggiare e usare un'arma.

Il resto del gruppo mi mancava, Chana mi mancava da morire, ma fermarmi a pensare a loro proprio in quel momento era fuori discussione, quindi cercai di liberarmi in fretta e furia di quei ricordi di cui al momento non avevo bisogno.

Ognuno era intento a prendere quante più armi possibili, a riempirsi le tasche di munizioni e a darsi consigli a vicenda. Probabilmente fu solo in quel momento che mi resi davvero conto di quanto la nostra entrata in guerra fosse vicina.

Dopo un po' le voci si placarono e tutti noi ci voltammo a guardare la cartina della Polonia aperta per terra.

"Dio benedica Frau Heimer," esclamò Gábor nel silenzio dello scantinato.

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