Notte. Una normale notte invernale. Se così si può considerare, vista la tempesta che si prosperava in città e nei dintorni. Il gelido vento sbatteva contro le finestre della mia camera, così come le gocce di pioggia che scendevano veloci sui vetri di essa. In lontananza erano visibili i limpidi e paurosi, almeno per un bambino, lampi, che si manifestavano potenti, come l'ira del re degli dei greco, Zeus. D'altra parte, nella mia stanza prevaleva il silenzio, maledetto silenzio. Era una nottata piuttosto tranquilla, inizialmente, come tutte le altre. Era passato un anno da quando, ormai, avevo smesso di sognare tutte le parti del mio passato che vorrei tanto eliminare, cancellare dalla mia memoria... Purtroppo non posso farlo, sulla mia. Verso però le tre, circa, del mattino, qualcosa all'interno del mio cervello... Cambiò. Lo vidi, vidi nuovamente quell'essere che per tempo aveva inondato le mie notti di incubi, tanto che mi portarono a divenire insonne, per un certo periodo, non riuscendo più a chiudere occhio, non volendo rivedere il suo sorrisino sfacciato e quello sguardo perfido, di cui era tanto orgoglioso, stranamente. Era come se il ricordo di lui era... Ritornato a galla, a pervalere nella mia mente, solamente nel momento in cui potevo finalmente considerarmi felice. Nell'incubo, mi trovavo in un posto oscuro, fin troppo tetro e tenebro per i miei gusti. La mia visuale non era ampia, in quella situazione. Era presente solo una piccola luce fioca puntata proprio contro la mia direzione, come se fossi all'interno di un videogioco horror. Purtroppo però, c'era un'ombra nel buio, che si avvicinava piano a me. E sebbene non riuscissi a vedere alla perfezione, la sua figura l'avrei riconosciuta ovunque, tra milioni di persone. Ormai la conoscevo fin troppo bene, tanto che vorrei non averlo mai incontrato e cancellare la sua immagine dalla mia testa. Inizialmente, ero nettamente convinta di averlo eliminato dai miei ricordi, dimenticandomi di lui. Ma, di punto in bianco, ha magicamente fatto ritorno dall'inferno, evidentemente.
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Questa volta però, nel momento in cui era apparso dinanzi a me, non aveva... La solita espressione beffarda e da traditore che lo caratterizzava, bensì sembrava... Pentita, alquanto. Ero abbastanza confusa in quel momento, perciò non ci diedi molto peso, finché non iniziò a parlare. La sua voce era profonda e roca, come quella dei precedenti incubi, senza però la nota di malizia nel tono da cui solitamente veniva caratterizzato e definito. E, invece, esso era ad un tratto divenuto dispiaciuto, rammaricato. Non appena le sue parole raggiunsero il mio orecchio, non feci altro che rimanere sempre più stupefatta. « Ciao... Ophelia... È passato tanto... Vero? » Conversava in un modo tanto timido e pentito, quanto serio. Non credevo a ciò che stavo in quel momento ascoltando. Non riuscivo a capacitarmi che un ragazzo come lui, sebbene morto da tempo, potesse dire una cosa del genere dopo ciò che aveva compiuto ed ammesso, senza vergogna o ritengo. « Io sono qui per... Chiederti scusa.... Ho capito di aver sbagliato, in tutto, dal primo momento. » I suoi erano dei piccoli e imbarazzati sussurri, che mormorava con lo sguardo basso, rivolto verso il mio, essendo lui rimasto lo stangone che era. Incantata, ecco cos'ero. Difficile da ammettere, ma mi ero dimenticata della particolarità dei suoi occhi, uno grigio e l'altro... Completamente nero, se non per l'iride cremisi. Ma soprattutto, lo ero per le sue parole. Certo, delle semplici scuse non potevano essere mezzo di perdono, per lui. Non dopo ciò che aveva commesso. Il fatto che però, un essere spietato e crudele come lui, fosse solamente arrivato, in completa autonomia, a scusarsi con lei era... Veramente rincuorante. Le aveva quasi dato la speranza che tutte le persone, in fondo, potessero cambiare. Mentre parlava, però, faceva a sua volta dei passi nella mia direzione, constringendomi in questo modo ad indietreggiare. In verità, non capivo il perché di quella vicinanza, poiché ero consapevole di come lui non fosse un amante del contatto fisico e, anzi, erano molte le volte in cui da esso veniva infastidito. Ero però così tanto ciecata dalla sua parlantina, che non mi accorsi di aver toccato un muro dietro alle mie spalle. Era ruvido, al tatto, e nero come il resto del posto in cui ci trovavamo. « So che le mie parole non contano molto, per te, ma davvero... Io... Vorrei solo ricominciare con te... Ho capito di non poter vivere senza la tua presenza... » Le sue dita gelato toccarono la pelle della mia guancia, mentre l'accarezzava con una delicatezza impressionante. « Vieni con me... Ophelia... » Non capivo esattamente cosa volesse significare l'attuale frase. Andare dove...? Fuggire da quell'oltraggiosa oscurità che ora non mi garantiva una giusta visuale sulla situazione attuale? Iniziai però a percepire una sensazione differente, da quella precedente, portandomi così ad osservare con la coda dell'occhio la mano del ragazzo. Sangue, dalla mia guancia, presente sulle sue mani. « Vieni con me all'inferno, Ophelia-chan! » La presa sulla sua guancia si fece più forte, afferrando ora anche l'altra, come se volesse distruggere il mio viso, in modo da scioglierlo in semplici pozze di sangue. Ed ecco che il suo sguardo era ritornato quello di sempre: I suoi occhi brillavano di follia, pieni di malsanità. Il suo sorriso era allargato, beffardo, ma spietato. L'aveva ingannata, di nuovo, esattamente come l'altra volta. Non sarebbe mai ritornato il bravo ragazzo serio e gentile che ho conosciuto in precedenza, mai. Sarebbe rimasto quell'involucro di... Male e odio, sempre.
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Buio. Di nuovo. Mi svegliai. Il sudore freddo mi bagnava la fronte, mentre anche qualcos'altro era bagnato... Mi toccai di fretta le guance, come alla ricerca di macchie di sangue, trovando invece qualle che erano... Lacrime, che lentamente mi sgorgavano dai miei occhi aranciati, come dei piccoli ruscelli appena nati dalla sorgente. Ma la domanda era... Perché piangevo? Faceva male, il ricordo di lui era doloroso. Il mio cuore batteva forte, a causa di tutte le emozioni che ho provato in quelli che mi erano sembrati pochi secondi. E per un piccolo istante... Ho visto la morte negli occhi, Kio.
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Questa volta il capitolo fa davvero schifo- saranno circa 1000 parole, ma nel compenso, non ne sono affatto soddisfatta- il problema è che sono davvero stanca e gn- ve l'avevo promesso, i'm sorry se fa schifo.