Risate & Solletico

105 5 1
                                    

Il mattino seguente mi svegliai con un sorriso stampato in faccia.

Tuttavia esso svanì quando ripensai a mamma, e che mi trovavo in una casa sconosciuta fino a poco tempo fa.

Quante cose sono successe finora.

Mi scese una lacrima, e presi la fotografia ormai famosa.

All'improvviso si aprì la porta, ma non entrò nessuno.

Sorrisi, asciugandomi quella lacrima piena di amari sentimenti.

Era Raoul, l'ombra del suo fisico è molto diversa da quella del fisico di Luke.

Corsi fino alla porta, e la chiusi lentamente.

Appoggiai la guancia alla porta e per il freddo contatto rabbrividii.

"Voglio fare un gioco"dissi ridacchiando.

"Ti ascolto"rispose la voce dall'altro lato.

"Siediti a terra, appoggiando la schiena contro la porta"dissi mordendomi il labbro per coprire il tono divertito della mia voce.

"Ai suoi ordini signorina Jane"disse con tono autoritario.

Si sentii il rumore del contatto col pavimento, forse fatto a posta, o forse no.
In quel momento non mi importava.

"Conta insieme a me."

"Ok"

"Uno.."

"Due"

"TREEE!!"

Ad un tratto aprii la porta e Raoul si accasciò a terra, facendo finte smorfie di dolore.

Allora iniziai a fargli il solletico, e rideva come un bambino.

Chi lo avrebbe mai detto che una cassa toracica così scolpita potesse soffrire un banale solletichio?

Ad un tratto mi prese la mano e mi fece cascare a terra, ma io mi feci DAVVERO male.

Tuttavia ero scoppiata a ridere anche io e il dolore neanche lo sentivo.

Con un gesto veloce gli afferrai il polso, ma Raoul mi spinse verso lui molto velocemente. Molto.

I nostri visi erano molto vicini. I suoi occhi brillanti mi fissavano e il suo sguardo rude non c'era più.

Mi caddero delle ciocche di capelli (che avevo legati) e lui me le sistemò dietro l'orecchio sinistro.

'wow' pensai.

"Erm disturbo?"disse una vocina, interrompendo il "nostro momento".

Quella voce era di Luke.

Mi alzai imbarazzata, non voglio che mi assimili ad una ragazza facile, che ci prova con i ragazzi ogni giorno.

Dopotutto ci conosciamo da poco, anzi neanche da una settimana, e comportarmi così forse non è giusto.

È uno di quei momenti dove chiedere a mamma.

Ma mamma non c'è.

"Te la posso rubare un giorno?"disse Luke, rompendo quel silenzio diventato ormai fastidioso.

"Certo"rispose alzandosi Raoul.

Io arrossii semplicemente.

"Erm.. vado a ... prepararmi"dissi, distratta dalla statura di Raoul, che mi faceva sentire bassa e piccola.

Mi preparai velocemente, e mi vestii meno formale: un jeans nero, una maglia bianca che amo, stile hippister, e un cappello nero OBEY.

Luke si presentò davanti la porta, e quando mi vide fece uno sguardo di stupore.

"Che c'è?" sussurrai ridacchiando.

"Sei stupenda"

"Oh. Grazie" dissi con un sorriso.

Stavamo uscendo, quando Raoul ci venne incontro portandomi la borsa che avevo dimenticato in camera per la fretta.

"Mi sono permesso di.."
"Grazie"mimai con le labbra, mentre uscivamo dalla porta.

"Dove andiamo?"

"Oggi niente giro. Andiamo in un ristorante"rispose.

------spazio autrice

heyyyy

mi sento ispirata.

capitolo lungo, ma wattpad è cattivo e me lo aveva cancellato. Ha. Ha. *risata di Nelson*

comunque, vi adoro.

fine.

alla prossima❤️❤️

ne succederanno delle belle;)

Una fotografiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora