1

920 30 4
                                    

Chiusi gli occhi e ritornai alla mia forma umana con un sospiro. Guardai attentamente le scarpe sporche di fango con una smorfia contrariata. "Mia madre mi ucciderà." Pensai cercando di sbattere i piedi sullo zerbino davanti casa e leggendo divertita la scritta Welcome, con l'aggiunta di "To the Hell" fatta in pennarello, da parte di mia sorella Anastasia di cinque anni.

Mio fratello aprì la porta con il viso serio e subito un brivido freddo mi investì. - Samarha è qui.- Sussurrò per non farsi sentire. Deglutii annuendo. 

Per giorni avevo pregato e sperato che si dimenticasse di me e del mio imminente compleanno, invece la nostra guardiana se l'era ricordato, e ora era comodamente seduta nel divano in pelle di casa nostra. Appena varcai la soglia del salotto il suo profumo dolce, che aveva inondato la stanza, mi fece pizzicare il naso fastidiosamente. 

- Astrid, dovresti salutare quando entri in casa.- Disse Samarha girandosi appoggiando sul tavolino davanti di se la tazza di tè, che mia madre le aveva preparato. - Sopratutto la tua guardiana.- Aggiunse, per poi tamburellare la mano vicino a lei e facendo cenno di sedermi. 

Spostai lo sguardo su mio padre seduto sul divano opposto, che mi fissava tranquillo, invidiando la sua calma apparente. 

- Allora cara. - Disse una volta che mi ero seduta vicino a lei. - Come ti senti?- 

- Bene.- Risposi subito con tono piatto. Lei mi sorrise mostrando i suoi denti bianchissimi che facevano contrasto con colore rosso prugna del suo rossetto.

- Non ti senti diversa? Più stanca?- Ci pensai un po' per poi scuotere la testa con il cuore a mille nel petto. Era la stessa conversazione che avevamo avuto più di dieci anni fa, quando per la prima volta dovevo trasformarmi, e come allora odiavo che cercasse di sapere come stavo. -Non sarai mica come tuo fratello, vero?- La sua voce divenne schifata, mentre continuava a sorridermi. 

Spostai lo sguardo per un secondo verso Jasper, sentendo la rabbia aumentare per come lo trattava. Mio fratello d'altro canto mi sorrise leggermente, facendomi capire che qualunque cosa quella donna avesse detto a lui non importava.

- Mia signora, si potrà sapere solo col tempo.- Intervenne mio padre. 

Samarha prese la tazza di tè e ne sorseggiò con calma un po'. - Questa notte, per il tuo diciannovesimo compleanno, riceverai il marchio.- Disse per poi appoggiare di nuovo la tazza e alzarsi dal divano, facendo ricadere i suoi capelli neri dietro la schiena. - Voglio un'altro branco.- Il suo sguardo mi fece tramare, mentre lentamente allungò una mano fredda verso il mio viso e schiacciò le mie guance. - Quindi non deludermi bambina.- Concluse lasciandomi il viso e salutare tutti con un sorriso, prima di uscire di casa.

🌙⭐🌙
Salve lettori, 
Spero che come primo capitolo vi piaccia, vi ricordo di votare e commentare se vi va
A presto

Red MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora