Capitolo 7

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In quel momento mi sentii imbarazzata. Se avessi aperto bocca avrei detto sicuramente qualche stupidaggine, allora mi limitai a sorridergli e ringraziarlo. Vidi arrivare Antony e Maddy. Appena videro Mattia mi guardarono un po' sorpresi; com'era giusto che sia del resto. «Ciao» disse Maddy a rallentatore, dandomi un'occhiata confusa.

«Lui è Mattia» sorrisi cercando di evitare gli sguardi di entrambi. «Piacere Antony. Lei è Maddy, la mia ragazza.» Perché dovevano continuare a fissare in modo strano me e Mattia? Non era mica la prima volta che mi vedevano con un ragazzo. «Lo conosci?» mi domandò Antony avvicinandosi a me, per poi sedersi sulla sabbia.

«Ehm...no. Mi ha vista qui tutta sola e si è avvicinato a me.» «Okay» disse Maddy lanciando un'occhiata a Antony senza aggiungere altro. «Se ti va di passare un po' di tempo con noi sei il benvenuto» propose Antony a Mattia, prendendo l'acqua dallo zaino. «No, no» disse Maddy con un tono di voce molto basso. «Veramente sarei qui con dei miei amici, ma se per voi va bene avviso gli altri e resto un po' con voi.»

«Certo che puoi» dissi guardandolo negli occhi. Ci fu uno scambio di sguardi reciproco e continuò a sedersi sempre più vicino a me. «Emily, mi faresti compagnia a prendere qualcosa da bere al bar?» intervenne Maddy. «Certo. Voi volete qualcosa?» chiesi, alzandomi dalla sdraia. «Sono apposto» risposero entrambi. «Va bene, torniamo subito» mormorò Maddy. Mi prese per un polso e andammo al bar che si trovava all'ingresso della spiaggia. Non mi aveva dato neanche il tempo di mettere i pantaloncini. Gli occhi della gente puntati su di me mi mettevano un tantino a disaggio. «Un Estathè alla pesca per favore» chiese gentilmente Maddy al barista. «Due» aggiunsi. Il barista più giovane continuava a guardarla con interesse. La sua età si aggirava intorno ai sedici o diciassette anni, non di più.

«Grazie» disse Maddy prendendo le lattine con le cannucce. «Di niente tesoro» rispose il barista facendole l'occhiolino. Lo ignorò. «Sediamoci nei tavolini un attimo, devo parlarti.» «Dimmi» dissi, mentre cercavo di aprire la lattina di Estathè. «Ecco... Secondo me non dovremmo stare con quello. Non so perché, ma non mi piace.» La guardai in modo strano, non riuscivo a capire il motivo delle sue parole. «Innanzitutto quello ha un nome, si chiama Mattia» risposi. «Perché non ti piace? Neanche lo conosci.»

«Non saprei dirti il motivo, però ho questa sensazione.» «Non ha senso quello che dici. A me sembra un ragazzo apposto. Potrei anche sbagliarmi, ma almeno non mi metto a giudicare in modo negativo una persona senza neanche provare a conoscerla» mi alzai nervosamente dalla sedia e tornai da Antony e Mattia. «Dove vai?» evitai la sua domanda e continuai a camminare. «Cavolo Emily, ti vuoi fermare?!» la prima volta che lo disse feci finta di niente, la seconda volta mi fermai.

«Finalmente» sbuffò, alzando gli occhi. «Si può sapere cosa ti è preso? Ho solo detto come la penso. Due volte mi è capitato di avere questa sensazione con ragazzi che cercavano di conoscere le mie amiche e tutte e due le volte non è finita molto bene. Lo dico solo per il tuo bene, perché tengo a te. Non voglio che tu soffra come hanno sofferto le mie amiche, loro se la sono vista proprio brutta» alzò di poco il tono della voce, ma con la confusione non si notava. «Sono andata via perché quando le persone giudicano senza conoscere un'altra persona mi danno sui nervi» avrei voluto dirglielo urlando, invece restai calma. Mi guardò mettendosi a braccia conserte. «Cosa è successo di così brutto alle tue amiche?» le domandai per colmare quel breve silenzio.

«Sediamoci e ti racconto com'è andata.» Ritornammo al tavolo dove eravamo sedute e finimmo di bere l'Estathè. «Allora, te ne racconto solo una. Una mia amica, dopo circa un mese che si era fidanzata venne maltrattata. Il suo ragazzo stava diventando possessivo, qualche volta le aveva anche dato degli schiaffi perché messaggiava con il suo migliore amico. Lei non voleva lasciarlo perché lo amava, non le importava se la maltrattasse.»

«Non so se fosse lui quello pazzo o lei che non lo ha lasciato subito.» «Infatti lo ha capito dopo avermene parlato, la situazione stava degenerando. Le ho fatto una ramanzina, perché nonostante lo amasse, si vedeva che dentro era a pezzi. Odio queste cose, soprattutto se il male viene fatto a persone a cui tengo» continuò a girare la lattina, mentre gli occhi iniziavano a diventare lucidi. «Ho visto come ti guardava Mattia ed è evidente che vorrebbe conoscerti.»

«Devi stare tranquilla, sai che non sono come la tua amica. Lo avrei mandato subito a quel paese» ci mettemmo a ridere entrambe. «Comunque non è detto che vorrebbe conoscermi. Esiste anche l'amicizia ti ricordo» mi alzai per abbracciarla, dandole un bacio sulla guancia. «Raggiungiamo gli altri su, prima che Antony pensa che ci stai provando con qualche figo.»«Glielo farò credere» scherzò, alzandosi dalla sedia. Vedemmo Antony e Mattia dormire. «Che ne dici di fargli uno scherzetto?» domandai. «Stavo per farti la stessa domanda. Che scherzo però?» continuammo a parlare piano in modo tale da non farli notare la nostra presenza. «Nello zaino ho una bottiglietta d'acqua. Possiamo buttarla a entrambi.»

Maddy annuì, così presi la bottiglietta e mi avvicinai a Mattia per buttargli l'acqua. «Non ci provare» aprì gli occhi e si alzò a sedere. «Come hai fatto?» nonostante fosse ancora assonnato aveva lo stesso un viso dolcissimo. Antony si svegliò, e senza dire niente si sedette vicino a Maddy.

«Forse perché mi stavo semplicemente prendendo il sole e tenevo gli occhi chiusi per rilassarmi? Vi ho anche viste arrivare ma ho scelto di far finta di niente perché ho un po' sonno» sorrise e tornò a sdraiarsi di nuovo.

«Non è giusto, pensavo stessi dormendo!» esclamai imitando la voce di una bambina. Gli buttai ugualmente l'acqua, e quando la bottiglietta si svuotò, gliela lanciai. Si alzò, fermandosi davanti a me. Quanto poteva essere carino con i capelli bagnati. «Signorina, questo non doveva farlo» mi prese dai fianchi e mi alzò in direzione delle sue spalle larghe. Iniziò a camminare verso il mare. La mia voce stridula implorava di mettermi giù, ma niente da fare. Antony ci seguì trattenendo una risata e subito dopo ci raggiunse anche Maddy. «Ti prego, non buttarmi in acqua» iniziai a dargli dei pugni sulla schiena, continuando a pregarlo di farmi scendere. «Hai un motivo valido?» «L'acqua sarà fredda!» esclamai continuando a dargli pugni. «Con quei pugnetti non mi fai neanche il solletico» si mise a ridere. «Tranquilla, l'acqua non è per niente fredda. Se non ci credi lo vedrai tu stessa» quando mi buttò in acqua lanciai un urlo e attirai l'attenzione delle persone vicino a noi. «Allora, com'è l'acqua?» borbottò ridendo. «Mi prendi in giro?!» replicai arrabbiata mettendo le mani sui fianchi. Mattia si avvicinò a me, mentre Maddy e Antony ritornarono alle sdraie. «Mi farò perdonare, ma prima devi darmi il tuo numero» fece un sorriso malizioso. «Puoi scordartelo. Sarai pure carino, ma non mi farò incantare come una ragazzina. Non ti conosco nemmeno. Non so quanti anni hai, se abiti a Catania e...» mi mise l'indice sulla bocca per farmi stare zitta. «Hai finito o devi continuare come se mi dovessi elencare la lista della spesa?» disse ironicamente.

«Se pensi che mi metta a ridere con quella pessima battuta ti sbagli.» «Eh va bene. Allora: ho diciotto anni, abito anch'io a Catania e cerco una ragazza nonostante sia già fidanzato. Così, tanto per divertirmi un po'.» Lo guardai sbalordita e infastidita per le ultime parole che pronunciò. «Quanto puoi essere stronzo! Come puoi prenderti gioco di ben due ragazze? Mi ero già fatta una buona idea su di te, a quanto pare mi sbagliavo» iniziò a ridere di nuovo. «Che hai da ridere ora?» «Stavo scherzando, non sono fidanzato. Volevo solo vedere la tua reazione e farmi quattro risate.» Uscii subito dall'acqua per tornare da Maddy e Antony. Non volevo più stare in sua compagnia, iniziava a irritarmi. Forse aveva ragione Maddy. Non poteva mai essere il mio vero lui.

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