Mi fermò prendendomi per un polso e mi fece voltare verso di lui.
«Hai un bel caratterino. Mi piace» mi sorrise di nuovo. Quel sorriso prima o poi mi avrebbe fatta cedere. «Ti prometto che non ti farò più innervosire» mi lasciò andare il polso, continuando a mantenere lo sguardo fisso su di me.
«Ti perdono soltanto perché tra qualche ora non dovrò vederti più» mi misi a braccia conserte.
Le mie sopracciglia si abbassarono e si avvicinarono, mentre le palpebre erano tese e gli occhi fissavano Mattia. Il solito volto di una persona arrabbiata.
«Io dico di sì invece. Ricordati quello che sto per dire: l'amore è strano... inspiegabile.»
Perché stava parlando di amore? Questo ragazzo era troppo frettoloso a pensare per i miei gusti. Ma cosa poteva mai saperne lui dell'amore. Neanche gli adulti a volte lo sa, figuriamoci un ragazzo di diciott'anni. Mi scappò una piccola risata.
«Cosa te lo fa pensare? Sei così sicuro di te.»«Lo so e basta. Scommettiamo un bacio che riuscirò di nuovo a vederti?»
«Guarda che non ti darò il mio numero. Se pensi che ti risponda su qualche altro social ti sbagli. Se non fossi stato antipatico in questi ultimi minuti probabilmente la situazione cambiava.»
«Ricordati ciò che hai detto» mi diede un bacio sulla fronte e tornò dai suoi amici. Restai immobile senza aprire bocca e dopo un minuto tornai confusa da Maddy e Antony.«Dov'è Mattia?» mi domandò Antony vedendomi arrivare da sola.
«È tornato dai suoi amici» provai a cercarlo con gli occhi ma non lo vidi per la troppa confusione. Perché lo stavo cercando se fino a pochi minuti prima avevo cambiato idea su di lui?
«È successo qualcosa?» chiese Maddy guardandomi confusa.
«No, tranquilla» mi sdraiai sulla sdraio, presi gli auricolari e iniziai ad ascoltare un po' di musica.
Il mare, la musica e il disegno erano elementi essenziali della mia vita. Erano le uniche che mi catapultavano verso due parole: stare bene.
Verso le tredici mangiammo i panini che avevamo portato da casa e comprammo da bere al bar.
Il barista che prima stava guardando Maddy la guardò di nuovo con lo stesso sguardo, ma smise subito dopo che Antony gli lanciò uno sguardo, facendogli capire che sarebbe stato meglio se i suoi occhi avessero cambiato direzione. Maddy per farlo distrarre disse di ritornare alle sdraie, perché avevamo lasciato tutte le nostre cose lì senza che qualcuno le tenesse d'occhio.
«Andiamo a fare il bagno?» ci domandò Antony.
«Abbiamo appena finito di mangiare. Aspetta almeno una mezz'oretta» pronunciò Maddy.
«Eh dai!» Antony fece una faccia dolcissima, dolce quanto un cucciolo di cane.
«Va bene» sospirò.
«Brava amore mio» diede un bacio a Maddy e lei ricambiò con un secondo bacio.
«Se dovessi sentirmi male sappi che sarà colpa tua» disse Maddy arruffando i capelli a Antony.
«Vieni con noi?» aggiunse.
«Preferirei aspettare almeno una mezz'oretta. Voi andate, io continuo a disegnare.»
«Voi ragazze siete fissate con questa cosa di aspettare almeno mezz'ora prima di fare il bagno. Non ti sentirai male, quindi vieni a divertirti insieme a noi.»
«Per ora non mi va, voglio stare un po' qui a disegnare.»
«Come vuoi. Non so come tu faccia a stare tutto questo tempo in spiaggia con questo caldo.»Non appena entrarono in acqua ripresi ad ascoltare la musica e continuai a disegnare ciò che lasciai in sospeso.
Era come se mi trovassi in un'altra dimensione, mi sentivo completa, e a completarmi erano quelle che agli occhi degli altri venivano definite banalità. Dopo pochi minuti qualcuno che stava alle mie spalle mi tirò gli auricolari dalle orecchie.
Mi girai e mi ritrovai alle spalle Mattia. «Cosa ci fai qui? Non eri insieme ai tuoi amici?» domandai. Spostai lo sguardo in direzione dell'album e continuai a disegnare senza dover incrociare quegli occhi che poco prima mi stregarono.
«Diciamo che mi stavo annoiando, così... beh, ho pensato di venire da te.»
Da una parte ero felice che fosse tornato. «Va bene, puoi restare» forse non ero convinta di ciò che avevo appena pronunciato. Il suo sorriso mi fece capire che lui, invece, era abbastanza contento di quelle parole.
«Però voglio finire di disegnare, quindi» alzai l'indice della mano in segno di avviso «non osare farmi stupidi scherzi per farmi sbagliare» si sedette accanto a me e mi osservò disegnare.
Alternavo lo sguardo tra l'album e Mattia che era sdraiato nella sdraia accanto alla mia. Alzò gli occhi in cielo, si girò sul fianco sinistro e continuò a sbirciare il mio disegno ancora incompleto.«Sei brava. Posso vedere altri tuoi disegni?»
«Certo» in quel momento gli sorrisi, facendo svanire un briciolo di rabbia che avevo nei suoi confronti.
«Come mai disegni sempre il mare? Almeno nella maggior parte dei tuoi disegni, perché vedo che disegni anche strumenti musicali o qualcosa che raffiguri la musica.»
Prima d'ora nessuno mi aveva mai fatto questa domanda. In molti guardarono i miei disegni, ma mai nessuno mi domandava cosa stessero a significare tutti questi disegni con soli due temi.«La musica e il mare sono due cose che mi fanno sentire veramente bene. Se ci fai caso, il mare rappresenta tante cose» i miei occhi seguirono la direzione del mare e poi tornarono verso il viso di Mattia «ad esempio le onde possono rappresentare la forza, come tutte quelle persone che continuano a lottare per qualcosa. Rappresenta l'immensità, la libertà, ma anche la profondità. Nel mare ci si può perdere, proprio come ci si può perdere negli occhi di una persona.»
«Wow...» aggiunse. «Per quanto riguarda la musica?»
«Beh, la musica per me è un modo per potermi esprimere come voglio, esprime ciò che voglio. Capita a molte persone che in un momento triste abbiano la necessità di esprimere ciò che vogliono. Può essere tramite il testo di una canzone, tramite un componimento musicale o altro. È bello fare emozionare gli altri con la propria musica. Anche se si tratta di qualcosa di triste.»
«È bello sentirti parlare di questo.»
«Perché?»
«Perché ne parli con occhi pieni di passione, occhi che vorrebbero raccontare tante cose. Secondo me ti tieni tante cose dentro. Hai solo bisogno di essere ascoltata, invece preferisci rappresentare tutto quello che non riesci a raccontare attraverso un disegno.»Rimasi in silenzio. Lo conoscevo da poche ore ma già era riuscito a capire qualcosa di me, anche meglio di altre persone.
«Sei bravo a indovinare» sorrisi e abbassai lo sguardo.
«Me la cavo» ricambiò il sorriso.
Vidi spuntare Maddy e Antony davanti a noi.
«Guarda un po' chi si rivede» disse Antony, sistemando i capelli bagnati. «Scusate se non vi avevo salutati prima, dovevo tornare dai miei amici» rispose Mattia.
«Sarebbe meglio ritornare da loro così non vi disturbo.»
«Tranquillo, non disturbi» Maddy guardò male Antony. Quando Mattia se ne accorse disse: «Sarà per la prossima volta. È stato bello conoscervi.»
«Anche per noi. Alla prossima allora» rispose Antony.
«Ciao Emily» mi sorrise e si avvicinò a me per potermi dare un bacio sulla guancia.
«Ciao» risposi, ricambiando il sorriso. «Come mai è tornato?» domandò bruscamente. Maddy
«Dice che si annoiava.»
Ci sedemmo tutti e tre a chiacchierare e, dopo aver fatto l'ultimo bagno, iniziammo a sistemarci per tornare a casa.
Erano già le diciotto quando prendemmo l'autobus. Durante il viaggio non aprimmo bocca per la forte stanchezza che avevamo e anche per qualche dolore a causa del corpo leggermente indebolito dai raggi solari.
Non appena aprii gli occhi notai Maddy e Antony abbracciati mentre continuavano a dormire. Erano proprio da fotografare. Presi il cellulare e scattai la foto nonostante il cellulare fosse quasi scarico.
«Maddy» la chiamai con un tono basso. «Maddy, svegliati» continuava a non svegliarsi.
«Si mamma, ancora cinque minuti» rispose girandosi sul lato sinistro. Mi venne quasi da ridere.
«Dai, svegliatevi voi due. Siamo quasi arrivati» alzai un po' la voce, facendo girare due signori che mi guardarono male; la cosa positiva, però, era quella che riuscii a svegliarli.
«Che ore sono?» mormorò Antony stirandosi.
«Sono quasi le diciotto e trenta, c'era abbastanza traffico.»
Quando arrivammo alla fermata andammo in macchina ancora assonnati. Fortunatamente mia madre mi aveva chiamata quando ero sull'autobus, dicendomi che poteva venirci a prendere, almeno non saremmo dovuti andare a piedi.
«Ciao mamma.»
«Ciao tesoro» subito dopo averci squadrati si bloccò, facendosi sfuggire una piccola risata. «Siete rossi come un pomodoro, soprattutto Antony. Avete messo la protezione solare?»
«Io e Emily si, Antony no perché è cocciuto» rispose Maddy a mia madre. «Ho solo un leggero mal di testa, non sento dolori al corpo» disse Antony, mettendo un braccio sulla spalla di Maddy.
«Ah sì?» gli diede uno schiaffo sul collo, facendolo reagire con un piccolo urlo. Mi misi a ridere e notai che anche mia madre sotto sotto stesse ridendo. Accompagnammo prima Antony e poi Maddy, per poi tornare finalmente a casa.Feci subito una doccia fredda ripensando a tutto quello che successe oggi, mettendomi sulle lenzuola fresche del mio letto subito dopo. Il momento tanto atteso dopo una giornata di mare era l'aria del condizionatore che continuava ad arrivare sulla mia pelle calda.Stavo quasi per addormentarmi, fino a quando mi arrivò un messaggio.
«Proprio ora doveva arrivare il messaggio» sbuffai. Potevo sempre non rispondere, ma quando ricevevo messaggi la curiosità mi assaliva.
Presi il cellulare, lo sbloccai e andai su WhatsApp. Era un messaggio da parte di un numero che non avevo salvato. Aprii la foto profilo e vidi che era un ragazzo.

STAI LEGGENDO
In capo al mondo
Romance[COMPLETA] DISPONIBILE SU AMAZON LA VERSIONE CARTACEA E KINDLE! Emily Stevens è una diciassettenne italo-britannica che abita a Sheffield, città situata in Inghilterra. Ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un viso talmente dolce che si ritrova...