Capitolo 4

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Dopo l'intervento di Antony, David cercò di mantenere la calma; sicuramente per non mostrarsi aggressivo ai miei occhi.

«Devi per forza rompere le scatole agli altri? Sparisci, non sono affari tuoi.» «Non sei abituato ad essere rifiutato vero? Beh, c'è sempre una prima volta. Faresti meglio a non infastidirla di nuovo, ti ha già detto no più di una volta» rispose Antony con molta sicurezza in mia difesa. Dopo quella risposta David si alzò di scatto piantandosi davanti a Antony: «È per caso una minaccia?»

«No, è solo un avvertimento» ribatté Antony facendo un sorrisetto. Quando vidi David stringere i pugni, mi presi di coraggio e intervenii. Non volevo vedere nessun atto di violenza, sembrava quasi la scena di un film. «La volete finire voi due? Ti ringrazio per il gesto Antony, ma sono abbastanza grande da potermela cavare da sola. Non mi ha fatto del male.» «Questo è vero, però mi ha dato fastidio il modo in cui ha continuato a insistere. Potrebbero non essere affari miei, ma se fanno o dicono qualcosa a te, è come se al tuo posto ci fossi io. Non so se mi spiego, spero tu capisca le mie parole.»

«Ho capito perfettamente il tuo ragionamento, però... non credi di esagerare? È vero, abbiamo un bellissimo rapporto, ma tu sei tu e io sono io: due persone diverse, non una cosa sola» spostò lo sguardo verso il basso senza aggiungere altro.

DRIIIN!

«Questa volta sei stato fortunato, ma la prossima volta un bel pugno non te lo toglie nessuno. Ti consiglio di non provocarmi più» aggiunse David con un tono minaccioso dopo il suono della campanella. Maddy si avvicinò a Antony dicendogli: «Lascialo stare, è solo un idiota» Antony la guardò negli occhi e sorrise. Si notava che anche lui stesse iniziando a tenere a Maddy. O magari voleva essere solo carino con lei, chi lo sa.

Tornammo nelle nostre classi senza aggiungere altro di quello che accadde. L'ora successiva sembrava infinita. La professoressa di inglese era veramente noiosa quando spiegava, per lo più non era neanche tanto brava per le scarse competenze e per il modo di spiegare. A volte mi domandavo come certi professori siano riusciti a prendere la laurea se poi i risultati delle loro competenze non era uno dei migliori per l'insegnamento verso i propri alunni. «Mancano cinque minuti alla fine dell'ora. Resisti!» disse Maddy come se stessimo facendo un lungo viaggio.

«Cinque minuti con lei sembrano un'eternità» risposi mentre disegnavo su un foglio per via della noia.

Dopo il suono della campanella mi sentii più che felice. «Finalmente! Questa professoressa non possono mandarla in pensione? Mancava poco e mi addormentavo in classe.» Maddy non mi rispose, era impegnata a stare al cellulare. Chissà cosa starà facendo di così importante da non rispondermi. Mi sembrò strano visto che mi aveva sempre ascoltata. «Terra chiama Maddy, ci sei?» «Ehm... Si, certo. Hai ragione, è davvero noiosa la prof.»

«Andiamo al laboratorio di grafica prima che il prof ci mette una nota. Sai com'è quando ci vede arrivare in ritardo» aggiunse alzandosi dalla sedia. Posammo i cellulari in una scatola perché il professore non voleva che venisse utilizzato mentre si lavorava. Il compito che ci venne assegnato fu quello di creare un calendario con le foto fatte durante l'anno scolastico in modo tale da ricordare gli anni trascorsi insieme. Negli anni precedenti realizzammo già dei calendari. Ci venne assegnato questo compito per la sua importanza essendo l'ultimo anno scolastico; con le nostre foto era tutta un'altra cosa. Guardandole mi vennero in mente tutti i momenti passati con i miei compagni di classe. Quante risate, litigate. Gli anni più belli!

DRIIIN!

Le due ore passarono in fretta senza che me ne accorgessi. Ero quel genere di persona che quando fa quello che le piace non si rende conto di ciò che la circonda. Era come se mi trovassi in un altro mondo, nel mio mondo. Come al solito prima di tornare a casa passai a salutare Antony, questa volta insieme a Maddy.

«Se ti dovesse capitare di incontrare David mentre torni a casa non litigate. Non vorrei avere i sensi di colpa per i prossimi giorni» gli raccomandai ironicamente. «Semmai dovesse capitarmi lo picchierei lasciandolo a terra senza ripensamenti. D'altronde sono il migliore, vero?» commentò scherzosamente. «Tu non sei normale» entrambi ci mettemmo a ridere. «Noi ora andiamo, a domani.»

«A domani. Ciao Maddy» Antony le fece l'occhiolino e si diresse verso il motorino. Ci incamminammo verso casa e domandai a Maddy se volesse pranzare da me. «Certo. Chiamo mia madre per avvisarla.»

Mentre Maddy si fermò a chiamare sua madre, mi sedetti su una panchina e iniziai a rispondere a qualche messaggio su WhatsApp. Ricominciammo a camminare e iniziò a raccontarmi dei problemi che stava avendo con i suoi genitori. Suo padre iniziò ad essere dipendente da qualsiasi gioco d'azzardo, perdendo quasi tutto il suo stipendio. La madre lo pregò ripetutamente di smetterla se davvero tenesse alla famiglia, dato che se avesse continuato sarebbero stati costretti a vendere la casa e a trasferirsi dai nonni; almeno fino a quando non avrebbero trovato un'altra sistemazione. Per via di questa situazione sua madre non faceva altro che prendersela con Maddy a causa della rabbia suscitata dal marito. «Mi dispiace davvero molto. La colpa non è tua. Se hai bisogno di sfogarti in qualsiasi momento sai che puoi contare su di me» cercai di tranquillizzarla con un abbraccio perché non sapevo in che altro modo rendermi utile.

«Ti ringrazio» rispose con gli occhi lucidi e singhiozzando. «Sai, spesso cerco di non fare notare niente, cerco sempre di mascherare la sofferenza con un sorriso. Ci sono volte, però, che accumolo tutto fino a diventare un granata, boom!» con le lacrime agli occhi e il volto verso il basso fece l'imitazione di una granata, chiudendo e aprendo i palmi delle mani velocemente. «Non devi sempre stare zitta quando qualcosa ti fa stare male. A volte crediamo sia la cosa migliore da fare, ma non è così. Ci sarà sempre qualcuno su cui contare. Ci sarà sempre qualcuno a cui interesserà domandarti come stai, e a quel come stai non bisogna sempre fingere di stare bene. La colpa di tutto ciò non è tua, ma è una situazione che ti fa stare male perché tieni alla tua famiglia, è normale. Ricorda che dopo la tempesta arriva sempre il sole.» Ci fermammo e con voce tremante rispose: «Lo so, hai ragione, ma... preferisco manifestare la tristezza attraverso la felicità. Non voglio diventare il problema di qualcuno.»

«Non diventerai il problema di nessuno, tutti abbiamo bisogno di chiedere aiuto, anche quando pensi sia un problema che nessuno possa risolvere. Se non sono in grado di risolvere il problema della tua famiglia posso sempre ascoltarti e cercare di riparare il problema della tua sofferenza, o almeno provarci» entrammo in maniera profonda in questo argomento che il traffico delle auto e i vari rumori che si udiscono in città erano quasi assenti alle mie orecchie. «Ho sempre avuto un sacco di problemi fin da piccola. Volevo essere libera di fuggire dalla realtà come Peter Pan faceva con Capitan Uncino, ma arrivai al punto da non poter più fuggire a quella realtà.»

Arrivate a casa posammo gli zaini nella mia stanza e scendemmo in cucina dai miei genitori. «Salve signori Stevens.» «Oh, ciao Maddy» ribatté mia madre apparecchiando la tavola. «Vi dispiacerebbe se Maddy si fermasse a pranzare da noi?» «Certamente! Sarà sempre la benvenuta» replicò mio padre. Quando finimmo di pranzare salimmo nella mia stanza. Quello che volevo in questo momento era solo sdraiarmi nel mio adorato letto. «Sono stanchissima» dissi buttandomi sul letto.

Dopo pochi minuti Maddy prese il cellulare e iniziò a digitare dei messaggi. Il suono della notifica dei messaggi stava quasi diventando insopportabile poiché si ripeteva subito dopo che inviasse un messaggio. Con chi starà messaggiando per tutto questo tempo?

«Vado un attimo in bagno» lanciò il cellulare sul letto e si alzò. Ero così curiosa di sapere con chi stesse messaggiando che appena uscì dalla stanza presi subito il suo cellulare. A volte ero un'impicciona. Sbloccai il cellulare ed entrai su WhatsApp. Fortunatamente sapevo la password. Lessi il nome della prima chat e...Cosa?! Antony?! Come avrà fatto ad avere il suo numero?

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Secondo voi come avrà fatto Maddy ad avere il numero di Antony?

Fatemi sapere nei commenti se il capitolo vi è piaciuto ❤️

Al prossimo capitolo!

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