Andrea's POV.
Mi guardo per l'ennessima volta allo specchio della mia camera, passandomi una mano tra i capelli cercando di sistemarli come meglio io possa fare.
Sistemo la giacca in jeans nera e sbuffo a causa di questa perenne sensazione di nervovismo misto ad ansia che non riesco a scrollarmi di dosso da qualche ora ormai.
Stasera abbiamo da festeggiare, a una settimana di distanza dal giorno effettivo, il compleanno di Gionata e ha invitato tutti i suoi amici più stretti a festeggiare in un locale che ha affittato per stare in tranquillità, per quanto una festa come la sua possa averne, senza gli occhi indescreti di gente superflua.
Saremo comunque tante persone, ma la presenza che mi preoccupa maggiormente è la sua.
So che ci sarà: non mancherebbe mai al compleanno di una persona così importante per lei, ma nonostante tutto ho paura dell'effetto che mi farà: non ci siamo più rivisti dopo il nostro ultimo litigio o se ci ritrovati nella stessa stanza abbiamo accuratamente evitato ogni tipo di contatto visivo nonostante fosse l'ultima cosa che avevo il bisogno di fare.
Non ho il coraggio di rivederla al fianco di uno dei miei migliori amici come se nulla fosse, come se non fossimo mai stati nulla. O semplicemente non ne ho la forza. E vorrei solamente capire come sia passata sopra tutto con una tale facilità, come abbia cancellato svariati mesi di un amore vero e puro. Un amore che ci ha dato così tanto e ci ha reso partecipi di numerosi ricordi che ho ancora impressi come fuoco. Un amore sincero e semplice, che non aveva bisogno di soldi per renderci felici. Non può avermi dimenticato.
Ipocrita da parte mia pensarlo considerato il fatto che pure io, per modo di dire, sono andato avanti. Ho trovato una nuova persona che cerca di riempire le mie giornate, ma l'unico a impedirle di farlo sono solo io. Perché è una maschera, messa su per nascondere il fatto che io, tra le braccia, voglio ancora disperatamente solo lei.
Lo è sempre stata e sempre lo sarà: l'unica. E mi sento anche meschino a fare una cosa del genere, si vede che la ragazza con cui sto tiene a me ed è una brava persona. Mi sento uno schifo pensando che io stia facendo una cosa del genere: stare con lei quando in testa ho perennemente un'altra persona. Stare con lei quasi come pretesto per dimenticare un'altra persona, con scarsi risultati. Come posso trovare in una persona per cui non provo nulla, se non bene, qualcosa che vedevo solo in lei?
Prendo quello che sarà il centesimo sospiro della serata ed esco dalla mia camera, dirigendomi verso il salotto dove trovo una chioma rossa seduta sul divano che mi aspetta.
"Andiamo?" le chiedo, sfoggiando un sorriso. La mia ragazza si limita ad annuire prima di alzarsi e avvicinarsi a me, mi posa un bacio sulle labbra e mi sistema la collana d'oro che ho al collo per poi girarsi ed avviarsi verso la porta. Non so con quale faccia tosta io abbia chiesto a Gionata il permesso per farla venire, ma dopo qualche sguardo contrariato ha accettato la mia richiesta. Mentre la ragazza davanti a me cammina mi soffermo a guardarla e non posso fare a meno di trovarla bellissima, ma non mi toglie il fiato come faceva lei ogni volta che incrociavo anche semplicemente il suo sguardo. Sorrido amareggiato constatando che tanto ormai non parliamo nemmeno più.
Il viaggio in macchina è tranquillo e silenzioso; una volta arrivati al locale che Gionata ha scelto parcheggio la macchina e scendiamo, facendoci strada verso l'entrata.
Quando entriamo un forte odore di alcohol ed erba arriva subito alle mie narici, facendomi sorridere leggermente. All'interno ci sono già parecchie persone, molte delle quali conosco e che mi fermo a salutare.
Con lo sguardo vago alla ricerca di una figura in particolare, che però non trovo, e non capisco se essere contento del fatto che non si sia ancora presentata o meno. Ha da subito portato un grande scompiglio in me, sempre in maniera positiva, ma in questo momento l'ansia mi sta divorando lo stomaco.
