Capitolo 29 - Caccia al tesoro e amici inglesi

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Appena finiamo di sistemarci il professore ci richiama all'appello. Mentre lo sento sproloquiare su qualcosa riguardante l'organizzazione mi guardo intorno curiosa. Non sono mai stata in campeggio, ma non penso che mi troverò così male. Ovvio, è un po' scomodo, ma dal momento che dobbiamo resistere solo due notti non penso che sarà così complicato. Purtroppo non ho portato con me la macchina fotografica, avevo troppa paura che qualcuno potesse rubarmela o che si potesse rompere, per cui dovrò limitarmi ad usare il cellulare.

«E questo è tutto. Avete capito quali sono i vostri compiti vero? Bene, adesso dividetevi nei gruppi che cominciamo con la prima attività.»

Mi riprendo giusto in tempo per sentire il professore, senza aver ascoltato nient'altro. Non so di che gruppi stia parlando, ne tantomeno l'attività che dovremo svolgere. Mi giro verso dove penso che si trovi Mir, ma mi accorgo che già non c'è più. L'aria del campeggio la sta solo peggiorando, potrebbe almeno dirmi qualcosa quando mi lascia da sola. Mi guardo attorno e vedo che è assieme ad altre due ragazze e che le stanno raggiungendo altrettanti maschi. Intuisco che ognuno di noi sia stato smistato in un gruppo, ma non saprei veramente dire con chi sia io. Sto per andare verso Mir a chiederle spiegazioni, quando vengo raggiunta da Mike.

«Ehi! Allora, con chi sei?»

Sbuffo. Speriamo di essere con lui.

«Non ne ho idea. Speravo che me lo dicessi tu.»

Lui scrolla le spalle. «Mi dispiace, ma non è così. Quello è il mio gruppo.» Mi indica un paio di persone poco distanti. «Prova a chiedere in giro, oppure vai direttamente da Clinte e fai prima.»

«Chi scusa?» Domando perplessa.

«Clinte. Il professore di ginnastica.» Mi guarda come se mi stesse spiegando la cosa più naturale del mondo.

«Sì, figurati se vado da lui e gli regalo un'altra occasione per prendermi in giro. Mai nella vita.» Comincio a parlare, gesticolando e facendo qualche passo indietro. Mentre lo faccio però urto qualcuno.

«Oh scusami non l'ho fatto apposta.» Mi giro, ma mi accorgo con orrore di aver colpito il professore. Sto per alzare gli occhi al cielo e ritirare le mie scuse, ma mi mordo la lingua per evitare una punizione.

«Cosa succede qua?» Mi scruta con occhio indagatore. Vedo i suoi occhi assottigliarsi e diventare ancora più piccoli di quanto già non siano, e la bocca trasformarsi nel solito ghigno che precede una frecciatina.

«Assolutamente nulla.» Cerco di sorridere nel modo più angelico possibile, pestando un piede a Mike che stava contemporaneamente cominciando a dire qualcosa.

«E allora cosa ci fate qui invece che nei vostri gruppi?» Mi alita in faccia. Per fortuna che ha sempre una gomma da masticare in bocca, altrimenti non so come avrei reagito.

Controlliamo, e notiamo che effettivamente sono tutti divisi in ordine meno che noi.

«Perché siamo in squadra assieme!» Esclamo prendendo sotto braccio Mike. Quest'ultimo continua a non dire nulla, quando invece potrebbe aiutarmi ad uscire facilmente da questa situazione essendo uno dei preferiti del professore.

«Non credo proprio.»

Io annuisco insistente, sperando in questo modo di riuscire a convincerlo.

«Mike è nel gruppo sei. Mentre tu, biondina, nel gruppo otto.» Sogghigna. Chissà perché ma tutto l'entusiasmo che avevo prima per il campeggio è improvvisamente sparito ed ho una voglia matta di tornare a casa.

«Biondina?» Prova a domandare Mike, ma non viene ascoltato.

«Forza, ai vostri posti.» Ci ordina, continuando però a stare fermo davanti a noi.

Una predizione di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora