Capitolo 2 - Fotografia e gelato sciolto

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«Wow Cass, ma sono bellissime!» Esclama Mir appena le faccio vedere le fotografie.

Siamo appena tornate da scuola, e ci troviamo in camera mia. Ormai c'è stata così tante volte che non penso si sconvolga più, ma io ogni volta che ci metto piede rimango sempre incantata. La stanza è abbastanza grande, con un letto matrimoniale posto sulla sinistra. Esattamente di fronte all'entrata si trova una portafinestra che da su un balcone, anche se di piccole dimensioni. Questo però mi permette di svegliarmi la mattina con le luci del sole che mi colpiscono il viso, cosa che trovo estremamente piacevole, al contrario di molti.
Esattamente di fronte al letto vi è il mio armadio, grande tutta la parete, dove all'interno si trovano prevalentemente magliette di qualche taglia più grande e jeans. Infine c'è una scrivania accanto alla portafinestra, e sulla parete opposta a questa una libreria con gli scaffali pieni di macchine fotografiche, cd, uno stereo ed ovviamente libri.

Ma la parte più bella è decisamente la lavagna di sughero appesa sopra la testata del mio letto. È piena di fotografie che ho stampato e sviluppato nel corso degli anni, di cui vado particolarmente fiera. Ciclicamente le cambio, appena ne scatto di nuove che mi piacciono di più. Le restanti le inserisco in svariati album di fotografie, le regalo a Miriam, oppure le appendo al filo metallico che gira per quasi tutta la camera sopra le nostre teste.
Per non parlare dei poster che sono appesi ovunque di cantanti e gruppi musicali vari, insieme ai biglietti dei concerti ed eventi a cui sono stata. Insomma, sono innamorata della mia piccola dimora, anche se spesso la rivoluziono spostando i mobili e oggetti vari.

«Grazie» sorrido. Mi piace molto fotografare ogni cosa che mi circonda, dal dettaglio più piccolo e insignificante alla persona o monumento che ho davanti. E fa sempre molto piacere vedere qualcosa per cui hai speso del tempo essere apprezzata da altri.

«Dico davvero, sono fantastiche.» Continua a guardare le foto che ha in mano, tutte raffiguranti me e lei al mare o a casa sua quest'estate.

«Puoi prendere quelle che vuoi, io le ho già. Anzi, puoi anche prenderle tutte, tanto le mie preferite le ho sviluppate due volte e le ho già appese qua da qualche parte.» Comincio a passare in rassegna ogni pezzo di carta sopra di noi, fino a che non scorgo quello che mi interessa.

«Ah sì? Ma è meraviglioso! E per caso le avresti anche in chiavetta?» Mi si avvicina anche lei, con il naso all'insù.

«Certo, vuoi che te le mandi?»

«Sarebbe perfetto! In questo modo posso aggiungere qualche foto nuova sui social e farmi notare da Kevin!» Inizia a sognare ad occhi aperti.

Si riconosce facilmente quando non sta più seguendo quello che succede nella realtà ed è persa in un suo mondo personale. Lo sguardo diventa vacuo, fisso in un punto, e le palpebre non svolgono più il loro compito, rimanendo aperte.

«E dai, non di nuovo!» Alzo gli occhi al cielo. «Mir, ci sei? Puoi tornare da me?» Inizio a scuoterla per le spalle.

«Ci sono, ci sono» si ricompone velocemente.

«Stavo solo pensando a quanto potesse essere meraviglioso se lui mi notasse...» sospira.

«Ma se oggi a mensa ti ha guardato!» Le ricordo io.

«Ma è stato solo per un secondo! E poi magari stava semplicemente guardando in giro ed ha appoggiato accidentalmente gli occhi su di me!»

«Sì, è molto probabile, ma a me è sembrato che il suo sguardo si sia soffermato, anche se per poco, su di te. E poi se te lo dico io, che sono la prima a non credere che qualcosa possa succedere tra di voi...» lascio la frase in sospeso, sperando che capisca quello che intendo.

Una predizione di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora