Capitolo 43 - Esoneri e spesa

15 4 0
                                    

La verifica di matematica era andata una meraviglia. Ero riuscita a completare tutti gli esercizi per tempo, e confrontandomi con qualche compagno combaciavano addirittura i risultati, perciò non potevo essere più felice di così.avevo sorriso al professore, per fargli intendere che mi sentivo fiduciosa, e lui mi aveva risposto con un sorriso. Per il resto delle settimane successive non era successo niente di eclatante, a parte il fatto che Chris e Mir avevano finalmente ufficializzato la loro relazione. Non che avessero fatto un annuncio pubblico o quant'altro, ma erano arrivati a scuola mano nella mano, e poi senza dire niente a nessuno si erano baciati. In realtà nessuno dei presenti era rimasto sconvolto, alla fine la loro relazione negli ultimi tempi si era evoluta, ed erano più le volte in cui erano assieme che quelle in cui erano separati. Per fortuna però questo non significava che il loro comportamento nei nostri confronti fosse cambiato: Mir continuava a spettegolare con me ed a chiamarmi la sera, mentre Chris si divertiva a tormentarmi come suo solito. Semplicemente si scambiavano sguardi dolci e occhiate complici quando pensavano che nessuno stesse guardando. Peccato che invece non fosse così, e devo ammettere che a volte avevano sfiorato il livello diabete. Con Travis le cose erano rimaste invariate: ci salutavamo, ci scambiavamo qualche messaggio riguardante le ripetizioni, ma per il resto nulla. Alisha era sempre più simpatica e solare, e le poche volte che ci incontravamo mi costringeva a passare delle mezze ore in camera sua a sentirla raccontare le sue vicende personali e sentimentali, oppure a chiedermi consigli di moda. Mi aveva praticamente assunto come sua sorella maggiore, e la cosa non mi dispiaceva. Come avrei potuto biasimarla, dal momento che viveva perennemente da sola in compagnia di Travis e di un Labrador?

«Forza, scattare!» Urla il professore a metà del quinto giro. Io ho già la lingua per terra, e sono costretta a rallentare un secondo per non perdere un polmone per strada.

«Ce la fai?» Mi domanda Mir, cercando di rimanere al passo con me. Nonostante siano settimane ormai che ci alleniamo per la corsa, non ho ancora sviluppato il fiato necessario per resistere più di tre giri.

Ansimo un po' prima di risponderle. «Sì sì, vai pure avanti.» Le faccio cenno con la mano. «Io poi ti raggiungo.»

Mir mi guarda dubbiosa, non convinta di quello che le sto dicendo. E probabilmente non ha tutti i torti, perché scommetto che la mia visione in questo momento è qualcosa di raccapricciante. Se quando pensate a qualcuno che va a fare jogging avete in mente tutte quelle immagini che la Nike sponsorizza di persone fresche, allegre e riposate, io sono esattamente l'opposto: sudata, esausta e sfinita. Sono sicuramente rossa dallo sforzo, i capelli prima legati in una coda alta saranno ormai senza un ordine preciso, e sento le gocce di sudore scendermi per il collo fino ad insinuarsi nella maglietta, che ormai è bagnata. Per un occhio esterno devo far rabbrividire, e mica per niente tutti mi stanno alla larga. Ma meglio così: odio le folle.

«Biondina, fermati un attimo per favore.» Mi blocco immediatamente, sapendo ormai che si sta rivolgendo a me. Rimango tuttavia interdetta: da quando chiede per favore?

«Sì?» Avanzo verso di lui, facendo attenzione a non intralciare i compagni che corrono tranquilli. Ma possibile che non ci sia nessuno negato per la corsa quanto me?

«Ho notato che ha qualche difficoltà.» Mi squadra dalla testa ai piedi con le mani appoggiate sui fianchi ciccioni.

«Solo qualcuna?» Mi appoggio con le mani sulle ginocchia continuando a fare dei respiri profondi.

«Già, effettivamente più di qualcuna...» Si ferma un attimo per abbaiare a due ragazzi che si sono fermati per allacciarsi le scarpe poi riprende. «Ho deciso quindi di esonerarti dalla gara.»

I miei occhi alla notizia si illuminano. «Davvero?»

Il professore annuisce. «Sì, davvero. Non faccia troppi salti di gioia, però. Anche perché dovrà comunque allenarsi da qui alla corsa, perché dovrò assegnarle un voto per questo modulo di lezioni. Non credo che sarà tanto alto...»

Una predizione di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora