Capitolo 44 - Inizio

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«Che fortuna che il professore ti abbia esonerata!» Si lamenta Mir.

«Davvero, non so come avrei fatto altrimenti.»

Stiamo andando alla postazione di partenza. Mir è in pantacalze e maglietta a maniche corte, ma visto il freddo è stata costretta ad indossare una felpa. Non è stata un'idea grandiosa quella di organizzare una corsa all'aperto a metà novembre, stanno tutti gelando stretti nelle loro magliette termiche. Io ho la giacca ma sto quasi tremando per il freddo che mi penetra nelle ossa, quindi non oso immaginare i ragazzi che sono in pantaloncini corti come possano sentirsi. Guardo i partecipanti uno per uno schierati in prima fila che saltellano per riscaldarsi, e tra loro individuo Travis. Inizio a pensare che non abbia un armadio ben fornito, oppure che sia pieno solo di vestiti uguali perché anche oggi, come tutte le volte che si allena, ha un paio di pantaloni corti neri ed una maglia dello stesso colore.

«Anche io preferirei guardare piuttosto che correre.» Continua a piagnucolare.

«Beh, pensa che in questo modo voi vi scaldate e invece io rimango qui a diventare una stalattite.» Starnutisco.

«Più che una stalattite direi una stalagmite.» Mi corregge.

Scrollo le spalle. «È uguale. Oh, guarda, sono partiti! Speriamo che i gemelli riescano a vincere.» Mi avvicino alla mucchia di ragazze urlanti vicino al traguardo, ossia una striscia di nastro bianco e rosso che verrà legata a due alberi quando sarà cominciato il terzo giro e che dovrà spezzare il primo che arriverà. Il percorso circonda la scuola ospitante, e tenendosi all'aperto abbiamo la possibilità di seguire i ragazzi per circa metà e vedere a che punto sono.

Per nostra sfortuna quando comincia il secondo giro in testa ci sono due ragazzi di un'altra scuola che si beano degli urli d'incoraggiamento e degli sguardi sognanti delle femmine accanto a noi, mentre Travis passa dopo qualche secondo concentrato senza nemmeno distogliere lo sguardo da davanti a sé, nonostante un coro si alzi anche per lui. Per poter vedere i gemelli non dobbiamo aspettare molto, ma purtroppo non riusciranno mai a superare tutti quelli che hanno davanti. Per loro anche io e Mir ci ritroviamo a fare il tifo, visto che sono i migliori della nostra scuola, ed in cambio riceviamo un pollice in su da entrambi.

«Speriamo che Travis riesca a battere quei palloni gonfiati.»

«Sarebbe bello in effetti.» Ammetto, quei due mi sono stati antipatici fin dal primo momento, troppo tronfi e pieni di sé. «A proposito, stanno arrivando!» Colpisco Mir sul braccio, anche se in realtà ha già lo sguardo puntato in quella direzione.

Travis è riuscito a superare uno dei due ragazzi, ma rimane comunque secondo, e per un pelo non vince nonostante la sua falcata quando corre diventi di una lunghezza impressionante. Tutti esultiamo felici, alla fine i risultati non sono niente male: i gemelli non sappiamo esattamente quanto siano arrivati, ma sicuramente tra i primi posti, ed Alan non poco distante da loro. Appena riprendono fiato tutti ci raggiungono sotto un albero poco distante, dove li stiamo aspettando con dell'acqua e delle coperte in attesa che sia il turno delle ragazze e che quindi tocchi a Mir.

«Siete stati bravissimi!» Esclamiamo in coro. Mir si fionda si Chris, lo abbraccia e gli lascia un bacio sulle labbra dal quale però lui si scosta velocemente.

«Scusa cara.» Ha ancora il fiatone mentre parla. «Ma ho ancora bisogno di ricaricare l'ossigeno.»

E la faccia di Mir, che per un attimo si era rabbuiata, sorride gioiosa. «Scusa! Tieni.» Gli passa la bottiglia.

Io nel frattempo ho abbracciato Mike, prima di doverlo lasciare ad un Emile in completo sportivo. Vestita così sembra ancora più minuta di quanto già non sia. Poi mi volto verso Alan e gli sorrido dandogli il cinque. Dopo la nostra rottura abbiamo mantenuto, come avevamo deciso, dei buoni rapporti, ma alcuni gesti come baci e abbracci evitiamo di scambiarli perché sarebbe troppo imbarazzante. Mentre ascoltiamo il resoconto dei tre vedo Travis avanzare verso di noi, ignorando completamente Camille che invece si dirige verso di lui. Inutile dire che rimane di stucco, ferma sul posto con la faccia sconvolta e le braccia distese lungo i fianchi. Indossa delle pantacalze nere che mettono in risalto le sue curve formose ed un top di colore bianco, sopra il quale ha una felpa nera che all'apparenza sembra così leggera che mi domando come anche lei possa resistere senza battere i denti. Non posso continuare a guardarla però perché Travis ci ha raggiunto, accaldato per lo sforzo fatto e ci sta sorridendo cordiale. Mi riscuoto e ricambio, facendogli i complimenti.

Una predizione di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora