CAPITOLO DUE: Danza del Sole

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Mi accasciai per terra urlando.
Quel maledetto demone.
I suoi fili erano davvero difficili da spezzare, ma nonostante questo sia io che Tanjiro ce l’avevamo fatta.
E ora?
Eravamo solo riusciti a spezzare dei fili, WOW
Dovevamo semplicemente ammazzarlo, no? Non pensai troppo a quanto dovese essere duro il suo collo.
Se Tanjiro aveva spezzato la lama della sua spada tagliando un semplice filo, come sarei riuscita io a tagliare il collo della Luna Calante?

Tanjiro si fiondó sul demone nonostante la rete di fili mortali che gli era stata scagliata contro.
Mi alzai con un salto e corsi verso il ragazzo.
Sanguinavo, ma se non avessi fatto qualcosa quello spadaccino non sarebbe sopravvissuto.
O almeno cosí pensavo, Tanjiro sollevó quel rimaneva della katana: “Danza dell’Hinokami”
Il mio corpo si bloccó.
Hinokami?
La sua lama taglió con facilitá i fili, si era infuocata.
Tanjiro avanzó ancora mentre altri fili ostruivano il suo passaggio.
Il fuoco che fuoriusciva dalla sua spada ondeggiava selvaggio dietro di lui.
Hinokami
Avevo giá sentito quella parola.
Mi fiondai verso Tanjiro sollevando la mia katana.
Controllai la mia respirazione; quante volte l’avevo fatto?
“Danza della Luna” posai un piede sulla schiena del ragazzo permettendomi di saltare piú in alto: “Eclissi lunare”

Precipitai verso il basso tagliando in verticale i fili del Demone Ragno, nell’esatto istante in cui prendevano fuoco.
I brillantini comparsi per via della mia mossa si sparsero per aria.
Tanjiro puntó la spada al collo del demone, sembró incastrarsi: “Nessuno potrá mai recidere il legame che c’è tra me e Nezuko!!”
Il braccio del ragazzo fece piú forza, e mentre la testa della Luna Calante rotolava a terra, Tanjiro si lasciava dietro una scia di fuoco.


Rimasi immobile seduta a terra.
Quella tecnica che Tanjiro aveva usato, non era il Respiro della Fiamma; bensí qualcosa di piú forte.
Qualcosa di molto piú grande e potente di tutti gli altri respiri.
Qualcosa di simile al mio.
Tanjiro strisció verso di me: “Stai bene?” mi inchinai verso di lui assicurandomi che non avesse ferite troppo gravi.
“Nezuko… Dov’è?”
Alzai lo sguardo, non era piú appesa a testa in giú.
Mi voltai in fretta cercandola: “È dietro di noi, tranquillo. Dobbiamo andare via… Dobbiamo…”
Che diavolo stava succedendo?
Il corpo del demone si era rialzato, non stava bruciando.
La testa di Rui penzoló dai fili: “Pensavate di avermi sconfitto? Poveri pazzi, dovevate essere felici mentre vi illudevate”

Afferrai il braccio di Tanjiro e cercai di allontanarlo il piú possibile dal demone.
“Ho usato i miei fili per staccarmi la testa, prima ancora che tu potessi reciderla con la spada”
Ingegnoso.
Peccato che non mi fosse utile saperlo.
Mi alzai in fretta e mi portai davanti al ragazzo; sapevo che la tecnica che aveva utilizzato era molto potente, non sarebbe stato in grado di muoversi per un pó.
Il demone spostó lo sguardo da Tanjiro a me: “Perché sono bruciati i miei fili? È un potere di sua sorella?”
Impugnai meglio la spada, che ne dovevo sapere io?
“Questa cosa mi ha fatto molto arrabbiare, era da tanto che non ero cosí infuriato”

Il Demone Ragno mi fissó spazientito: “Speri di battermi?”
No, no assolutamente.
Volevo solo guadagnare un pó di tempo.
Dalle sue dita comparvero dei fili intrecciati: “Gabbia degli Occhi Assassini”
Corrugai la fronte, che nome era?
I fili si intrecciarono intorno a noi formando appunto una gabbia.
Mi lanciai per terra mentre questi si restringevano.
“Tanjiro, devi muoverti”
Non potevo utilizzare una tecnica con lui cosí vicino, doveva alzarsi e prepararsi a schivare la mia lama, altrimenti non sarei riuscita a liberarci.
“N-non r-r-riesco”
Feci per alzare la spada, avrei provato comunque a liberarci, anche se l’impossibilitá di muoversi del ragazzo era un rischio enorme.


I fili si spezzarono.
Si sollevarono in aria leggiadri e scomparvero.
Mi voltai verso il pilastro.
Era lui.
L’avevo percepito nel moment esatto in cui i miei occhi si erano poggiati sul suo kimono; avevo percepito la sua presenza, decisamente diversa e molto piú importante di tutte le altre.
“Avete fatto un ottimo lavoro, da qui in poi ci penseró io”
Tomioka Giyu.
Dopo sette mesi in viaggio ero finalmente riuscita a incontrarlo.


Non ci impiegó nulla a tagliargli la testa.
Davvero, quanti saranno stati? Dieci secondi?
Mentre noi avevamo passato chissá quanto solamente a cercare di spezzare i suoi fili.

Tanjiro era strisciato fino alla sorella, la stava abbracciando.
Mi alzai barcollante, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal pilastro.
Tralasciando il fatto che avesse un certo charm; mio nonno mi aveva cresciuto con l’idea che il Respiro dell’acqua dovesse essere accompagnato dalla Danza della Luna, ed ora eravamo lí.
Eravamo lí che ci fissavamo in silenzio.

Presi un enorme respiro, dovevo fare in fretta: “Tomioka Giyu”
Ero leggermente imbarazzata.
Cosa dovevo fare? Inchinarmi?
“T/n Nakano, erede della Danza della Luna” mi inchinai leggermente.

Il pilastro rimase immobile, probabilmente mi aveva preso per una scema e si stava chiedendo di che diavolo stessi parlando.
Fece qualche passo incerto verso di me; restai piegata evitando il suo sguardo.
“Sono stata mandata da mio nonno, Hayato Nakano, per essere ricevuta dal pilastro dell’acqua” feci una pausa assicurandomi che stesse ascoltando:
“In modo che la Danza della Luna e la Respirazione dell’acqua possano di nuovo riunirsi”
Certo, questa spiegazione era inutile se Tomioka non conosceva la storia della mia famiglia, ma secondo mio nonno la nostra storia non era stata dimenticata.
Aspettai speranzosa che dicesse qualcosa.
Ora che ci pensavo avevo straparlato; cosa diamine voleva dire "riunirsi", eh?
Mica stavamo andando a nozze, scema!
Strinsi i pugni, sperando comunque che il pilastro avesse capito quello che intendevo.

“La Danza della Luna… pensavo fosse solo una leggenda”

MOON PHASES [Tomioka Giyu x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora