CAPITOLO CINQUE: Capofamiglia

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Stranamente i pilastri non fecero troppe obbiezioni.
Il capofamiglia aveva fatto la sua entrata qualche secondo dopo il mio scontro contro il pilastro del vento, ed io e Tanjiro eravamo stati scaraventati a terra per inchinarci.

Me lo immaginavo proprio cosí, un uomo saggio e forte.
Non malato, peró.
Non aveva avuto nessun dubbio sull’innocenza di Nezuko, neanche quando quello stronzo di Sanemi aveva richiesto di verificare se la ragazza non venisse davvero attratta dal sangue umano.
“Miei amati figlioli, siete forti e puri; so per certo che sarete in grado di adempiere al vostro ruolo di ammazza demoni”
Sisi tutte parole che mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro.
Non ero decisamente lí per quello.
A cosa stavo pensando, vi chiedete?

Stavo pensando al coglione con cui sarei dovuta stare; come si fa a promettere il suicidio?
Questo scemo accanto a me aveva promesso di suicidarsi un eventuale giorno in cui il demone Nezuko avesse mangiato un essere umano.
Ma dico io, che problemi ha?

Mi voltai a fissarlo, freddo e intoccabile come sempre.
“Perché hai promesso il suicidio? Non potevi farti venire in mente qualcos’altro?” sussurrai io inclinandomi verso di lui.
Si portó le dita alle labbra per farmi intendere di tacere.
“Insomma, ti fidi cosí tanto di quei fratelli?” continuai testarda: “E se la ragazza dovesse uccidere qualcuno? Eh? Se dovesse farlo cosa farai?”
Si voltó con la solita espressione di chi non ne puó piú: “Shhh” fece per zittirmi.
Mi ammutolii spazientita e irritata.
Perché ci teneva cosí tanto a quei due?

Improvvisamente il capo famiglia si voltó verso di me, trattenni il fiato: “Tomioka-kun, la prego di raccontarmi del suo incontro con questa ragazza”
I pilastri si voltarono verso di noi, mentre io abbassava immediatamente lo sguardo imbarazzata, non mi piaceva tutta quell’attenzione.
Il ragazzo accanto a me si strofinó i palmi delle mani sulle ginocchia rimanendo in silenzio.
Fissai i sassolini aspettando che parlasse.
“Tomioka-san” lo chiamó Shinobu: “Il capofamiglia parla con te” spiegó con il solito sorriso.
Mi voltai verso di lui; fissava immobile le sue mani.
Non sembrava volesse parlare di me, probabilmente non credeva ancora alla mia storia e si vergognava a spiegarla al capofamiglia davanti a tutti i pilastri.

“La pregherei di poterle parlare in privato” dissi io appoggiando la fronte al terreno per un profondo inchino.
“Mai! Non sappiamo neanche chi sei, non ti lasceremo da sola con lui”
Non dovetti neanche alzare lo sguardo per capire chi stesse parlando: “Ci sara anche il pilastro dell’acqua” aggiunsi rapida io.
“Ah beh” sentii sussurrare dalle parti di Shinobu.
Pareva che lo odiassero davvero.

Alzai lo sguardo verso il capofamiglia, mentre lui continuó a fissare il vuoto davanti a se: “Me lo concede?” domandai ancora cercando di addolcire il tono.
Non volevo sembrare troppo frettolosa, ma la mia pazienza si stava esaurendo, e volevo allontanarmi il piú possibile dagli altri pilastri.
L’uomo giró lentamente il viso verso di me: “Ma certo” acconsentí sorridendomi, e non curandomi delle proteste di Sanemi mi alzai in fretta, imitata da Tomioka, decisamente non emozionato quanto me.

Il capofamiglia veniva guidato da due ragazzine; mi era chiaro che avesse perso la vista, ma non capivo in che modo.
Per colpa di una malattia? Per via dell’attacco di un demone?
Aveva mai combattuto?
Era abbastanza logico che lo avesse fatto, ma un uomo cosí tranquillo e pacifico come lui mi pareva davvero strano immaginarmelo in un combattimento.

“Questa stanza puó andare bene” constató lui sorridendo.
Come avesse fatto a capirlo non lo so mica.
“Quindi, la prego di dirmi il suo nome” mi chiese inginocchiandosi su un cuscino verde.
Io e Tomioka ci sedemmo davanti a lui, sembrava che il ragazzo fosse piú a suo agio lontano dagli altri: “Mi chiamo T/n Nakano” mi limitai io.
Il pilastro dell’acqua fece un grande respiro e intrecció le dita: “Questa ragazza è venuta da me sostenendo di essere la portatrice della Danza della Luna”
Spiai il ragazzo dall’angolo dell’occhio: in che senso “sostenendo”?
Pensava lo stessi prendendo in giro? Ancora?

“Non lo sostengo, Tomioka-sun; lo sono” gli risposi io leggermente infastidita.
“Ma è soltanto una leggenda, no? È una storia che si racconta ai bambini” continuó testardo lui, voltandosi questa volta verso di me.
Mi morsi un labbro pronta a ribattere: “Non è vero. C’è in parte si, ma altrimenti non sarei qui; non credi?” strinsi i pugni: “Pensi che voglia sprecare il mio tempo cosí?”
“Non so niente di te, potresti raccontare sta storia solo per sentirti importante”

Sgranai gli occhi incredula.
Come si poteva permettere di parlare cosí?
Il capofamiglia sollevó le braccia per farci smettere: “Tomioka-kun, la Danza della Luna non è una leggenda”
Oh grazie
“Ma devo ammettere che è ambigua la tua versione, T/n-chan”
Ah
“Molti miei antenati non hanno potuto vedere nessuno dei suoi portatori, perché proprio ora? Perché dopo tutti questi anni siete tornati?”
Abbassai lo sguardo arrossendo: “La Danza era stata persa”
Non volevo spiegare come, ma sapevo che era necessario per far credere la mia versione: “È stata persa quando un mio antenato è stato trasformato in demone, da lí in poi tutti i suoi successori hanno impegnato la loro vita per ricostruirla”
Il Oyakata annuí lentamente, sembrava comprendere; si voltó verso Tomioka e parló: “Tomioka, so che puó essere difficile da credere… ma io sostengo che questa ragazza stia dicendo la veritá. Per molti anni questa Danza ha cessato di esistere, ne si leggeva solamente su libri antichi, o si poteva saperne di piú da diverse generazioni di cantastorie; ma ora eccola quá”

Si voltó verso di me sorridendomi e allungó le mani verso di noi cercando un contatto.
Imitai il pilastro dell’acqua e gli afferrai delicatamente la mano: “La Luna ha da sempre avuto un particolare potere sull’acqua, Tomioka; spero che tu riesca a comprendere il motivo per cui ti imploro di farti affiancare da lei”
Ero leggermente imbarazzata, si.

Mi voltai verso di lui.
Fissava Oyakata con un espressione da pesce lesso.
Dava l’impressione di non esserne troppo convinto, sospirai.
“Quando la Danza della Luna e il Respiro dell’acqua verranno uniti, c’è davvero poco che possano fare i sottoposti di Muzan Kibutsuji” concluse il capofamiglia.
“E lui? Pensi che potremmo batterlo?” domandó il Pilastro coltó da un improvviso furore.

Spalancai gli occhi e trattenni il respiro.
Cosacosa?
Voleva arrivare a battere il capo dei demoni?
Il re delle tenebre o quel che lé?
Quello che semplicemente schioccando le dita ti avrebbe fatto esplodere le budella?
Deglutii a fatica pensando alla scena.

“Insieme agli altri pilastri, e se aumenterete le vostre capacitá, penso che ci possiate riuscire”
Non potevamo limitarci a qualche Luna Crescente?
Giá quelle erano pericolose, a me sarebbe bastato benissimo.
O ancora meglio, le Lune Calanti.
Non che sarei particolarmente servita dato gli avvenimenti sul Monte Natagumo; Tomioka-sun aveva impiegato si è no ventisecondi a tagliare la testa al demone.
Ancora meglio!

Tomioka peró si voltó a fissarmi.
Ricambia lo sguardo ammutolita, sperando che non puntasse davvero cosí in alto; ma non feci troppa difficoltà a notare nel suo sguardo cosí buio una scintilla.
Speranza?
Istinto omicida?
Trattenni il respiro e socchiusi gli occhi, ormai il danno era stato fatto e io sarei comunque dovuta stare al suo fianco, sia contro un Demone da quatto soldi sia contro Muzan.
Alzai le sopracciglia e sospirai: “Convinto?”

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Il capitolo 200 mi ha ucciso.
E il 201 é l'inferno in cui saró costretta a vivere.
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MOON PHASES [Tomioka Giyu x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora