CONTRATTI

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Entrati in casa il ragazzo avvertí quasi un cambiamento nell'atmosfera.

Stefania si sedette sul divano ed a fianco a lei, Clara. Questa prese un foglio di carta da dentro una busta in mezzo ai documenti firmati poco prima.

Lui rimase davanti a loro, in piedi in attesa.

"Allora...". Stefania iniziò a leggere il foglio che si svelò essere un accordo in piena regola.

"...In quanto tue tutrici e responsabili ci occuperemo della tua educazione nonostante la tua raggiunta maggiore etá. Questo perchè in quanto erede dei nostri averi dobbiamo assicurarci che questi vadano in buone mani. Dovrai obbedirci e rispettare le regole della casa. Casa nella quale dovrai prestare servizio in cambio di tutti i privilegi che questa potrá offrirti. La terrai in ordine, eseguendo i lavori che ti verranno ordinati. Ogni infrazione o comportamento ritenuto inadeguato verrá punito con severitá. Non sono tollerate parolacce, insulti, rifiuti ad eseguire un ordine, la mancata cura di sé stessi, rotture di beni, errori nell'esecuzione di un compito o il suo inadempimento nei tempi e termini indicati. Infine, il ritardo nel rincasare dal tempo libero o lo spegnimento delle luci all'ora di dormire". Fece una pausa fissandolo ma lui rimase impassibile.

Clara proseguì nella lettura.

"Le punizioni verranno impartite all'istante e secondo la nostra volontá. Non potrai sottrarviti e dovrai accettarle con umiltà e gratitudine. Queste punizioni, a seconda della gravitá, saranno sempre impartite tramite sculacciate...".

"Ma..." Emanuele a quella frase fece per dire qualcosa ma Clara alzò il volume della voce per zittirlo.

"...tramite sculacciate che verranno somministrate secondo queste disposizioni: dovrai scusarti per ciò che verrá ritenuta tua mancanza o errore. Dovrai abbassarti i pantaloni e restare in intimo. Dovrai inginocchiarti e chiedere di essere punito per ciò che hai fatto. Assumerai la posizione che ti verrá ordinata. Ti verrá abbassata la biancheria in quanto le punizioni verranno inflitte sempre a sedere scoperto". Clara ripassò il foglio a Stefania che terminò la lettura. "Se non accetterai queste condizioni, verrá annullata la potestá, non avremo più nessun vincolo quindi nessun obbligo di tenerti con noi e di conseguenza resa vacante l'ereditá".

"Cosa decidi?" Chiesero le zie.

Emanuele le guardò. Sapeva che sarebbe finita così ma non pensava avessero organizzato la cosa in maniera così maniacale. Ripensò alle estati passate con loro...cavolo gli sembrava di essere tornato ragazzino. Però aveva uno scopo e Carlotta contava su di lui.

"Accetto" disse.

"Molto bene caro ragazzo". Esultò Stefania.

"Firmiamo anche questo foglio e mettiamoci all' opera".

Firmarono tutti e tre ed il foglio che, come vide era stato vidimato da un notaio, quindi un contratto in pena regola, venne messo insieme agli altri in una cassetta di sicurezza dietro ad un quadro.

Stefania si sedette sul divano e gli fece cenno di avvicinarsi, lui obbedì.

"Mentre Clara leggeva il contratto tu l'hai interrotta senza permesso. Vedi, questa è una cosa che non dovrai fare mai piú. Inoltre è una cosa che giá in passato ti abbiamo insegnato ma a quanto pare non ti è entrata in testa".

"Giá". Le fece eco Clara.

"Quindi ora vediamo se hai capito cosa devi fare". Lo esortò Stefania.

Lui con un sospiro seguí la scaletta che gli era stata proposta poc'anzi.

"Zia Stefania, zia Clara, vi prego di perdonarmi per avervi interrotto mentre parlavate". Disse con tono mesto. Poi si slacciò i pantaloni restando in slip ed infine si inginocchiò davanti a loro.

Spanking Tales: L'ereditá delle zieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora