DECISIONI

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Qualche mese prima, accadde che Stefania  sorprese Carlotta a fumare una sigaretta nel retro del giardino e la minacció di raccontare tutto alla madre. La ragazza dovette implorare Stefania di non farlo perchè altrimenti sua mamma le avrebbe proibito di uscire per un mese. Stefania era peró inamovibile. Il fumo era un argomento su cui non transigeva, avendo avuto esperienze poco piacevoli con alcuni parenti ammalati proprio per tale causa.

Carlotta raccontò ad Emanuele che sapendo cosa accadeva in casa loro provò a giocarsi una carta pericolosa. Chiese a Stefania di darle una punizione a patto di non dire nulla alla madre. Vide un guizzo negli occhi della donna, la quale però subito rifiutò dicendo che non avrebbe potuto punire la figlia della vicina senza esplicito consenso del genitore. 

Carlotta cercò di dissuaderla in ogni modo. Le disse che in fondo era come una zia, che era cresciuta a fianco a loro… fece tanto che alla fine Stefania accettò.

“Mi disse che siccome avevo detto che mia madre mi avrebbe proibito di uscire per un mese, allora sarei dovuta andare da lei tutti i giorni per un mese subito dopo la scuola”. Raccontò Carlotta.

“E cosa ha fatto zia Stefania?”. Chiese curioso lui.

“Bhe, immagina. Mi ha dato tante di quelle sculacciate che ho dormito proprio nella posizione in cui stai tu qua fuori tutte le sere”. Rispose con una risatina. 

“Per un mese tutti i giorni!!! All'inizio ero distrutta, piangevo di continuo ancora prima che iniziasse. Ma alla fine quasi mi ero abituata”. Gli fece l'occhiolino.

“Non ci credo dai. La zia Stefania ti ha sculacciata come fa con me? E la zia Clara?”. Chiese incredulo.

“Non c’era mai. Ma penso sapesse tutto. Quando mi incontrava mi faceva sempre un sorrisino beffardo”.

Così tutte le sere i due conversavano amabilmente a volte trattenendosi più del dovuto, il che comportava per lui il vedere Stefania o Clara comparire sulla veranda, rimproverare lei e far entrare in casa lui tirandolo per un orecchio, sgridandolo per il ritardo. Naturalmente Carlotta sapeva che da lì a poco avrebbe sentito il rumore ovattato e ritmico che producevano le mani delle sue zie che si abbattevano sulle natiche del suo amico da dietro la porta. A volte rincasava, a volte restava a sentire di nascosto, dieci, quindici, venti minuti. Una volta persino mezz' ora. Ripensava a quando c'era lei al posto di Emanuele e si rese conto che quel pensiero la emozionava al punto di farle accelerare i battiti ed inumidire le parti più nascoste.

Furono due estati molto intense. Durante il giorno Emanuele obbediva alle zie accontentandole in tutto e nonostante questo non mancavano mai di sculacciarlo entrambe per qualche motivo. 

Alla sera si vedeva con Carlotta. Sì baciavano o facevano sesso sforando inevitabilmente sempre gli orari, con le inevitabili conseguenze. 

"Ne vale la pena". Pensava sempre lui in occasione di quelle punizioni.

Al compimento dei 18 anni, Emanuele smise di passare le giornate e le estati dalle zie. Ogni tanto andava a trovarle ma solo per salutare e vedersi con Carlotta. Il rapporto con le zie era sempre di estremo rispetto e servilismo, non mancava di farle la spesa o di aiutarle in qualche lavoro pesante, ma non subí mai più punizioni né tanto meno loro diedero mai l'idea di volerlo fare. Quasi un tacito accordo.

"Ormai sei adulto, non c'è più niente da insegnarti”. Erano solite dirgli.

Ma le cose cambiarono drasticamente qualche anno dopo.

Sfortunatamente all’etá di 23 anni, i genitori di Emanuele vennero arrestati per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e traffico di stupefacenti.I loro affari in giro per il mondo ed il tenore di vita agiato ebbero una fine improvvisa.

Spanking Tales: L'ereditá delle zieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora