Stefania e Clara erano due sorelle molto diverse. La prima, la più giovane delle due era una donna robusta: seno prosperoso, fianchi larghi e braccia risolute che sembravano poter stritolare con un abbraccio, in contrasto col viso dai linemaneti delicati.
Clara invece aveva un fisico più snello che da giovane le aveva consentito di fare il buono ed il cattivo tempo con tutti i maschi del paese. Ancora oggi, quando usciva per fare un giro ricevevea complimenti dagli uomini che la incrociavano. Il vizio del fumo aveva fatto comparire più rughe di quanto avesse voluto, ma ciò non intaccava la sua innegabile bellezza.
Entrambe avevano avuto spasimanti e amanti, sia grazie alla loro avvenenza che al loro patrimonio. Non avevano però mai concluso più di qualche uscita o frequentazione di breve durata ed alla lunga preferirono la convivenza tra sorelle che una vita di coppia con qualcuno che non ritenevano alla loro altezza. Consapevoli della loro ricchezza, non impiegarono molto ad assumere comportamenti altezzosi e ad essere pretenziose nei confronti di chi le circondava. Col passare degli anni vennero additate come le “ricche zitelle”. Le visite estive di Emanuele durante la sua infanzia furono per le due donne motivo di grande divertimento e da quando si era trasferito da loro, ormai cresciuto e in quelle particolari condizioni, aveva portato all'interno della casa un risveglio sensoriale molto forte. Con l'arrivo di Carlotta tra quelle mura, gli equilibri si erano scombinati al punto che qualcosa nelle due donne, abituate sino a poco tempo prima ad un'esistenza incentrata unicamente su loro stesse, si stava smuovendo in maniera lenta ed impetuosa.
Stefania era sempre stata quella più esplosiva tra le due, di certo la personalità più forte. Era lei a dire l'ultima parole e spesso a prendere decisioni. Inoltre, tra le due era quella meno interessata alla sfera sessuale. Carla invece, di certo quella con molte più esperienze di quel tipo alle spalle, non aveva più frequentato uomini da anni. Ormai verso la cinquantina, l'idea di avere figli non gli passava nemmeno per la testa e comunque, non c'erano uomini di suo gradimento ancora liberi in città. Riceveva complimenti e qualche volta persino delle advance da uomini più giovani di lei che però rifiutava senza troppe cerimonie. L'unica volta che si lasciò andare fu anni prima, quando il giovane nipote del tabaccaio passò un paio di settimane con gli zii. Un ragazzotto dai modi molto raffinati che con le sue lusinghe fu capace di trascinarla in un turbine di passione che finì con la ripartenza del ragazzo. Da allora non ebbe mai più rapporti con l'altro sesso, il che non voleva dire che comunque non ci pesasse, seppur molto raramente.
Certi pensieri tornarono ruggenti e dirompenti quando per la prima volta dal suo arrivo in quella casa, Emanuele le si palesò davanti non più come il moccioso da riempire di sculacciate, ma bensì come un bel ragazzo al suo servizio. Vederlo eccitato dopo che Stefania aveva dato una ripassata a Carlotta, fece tornare certi pensieri a rimbalzarle per la testa, rievocando sensazioni che da molto tempo non provava più.
Accese un'altra sigaretta per cercare di distendere i nervi e fare mente locale di quei pensieri. Intanto seguiva con interesse le faccende del ragazzo per casa e seguiva divertita sua sorella Stefania che sembrava voler sfinire la giovane Carlotta continuando a darle ordini che la facevano girare di continuo per casa. Proprio questo continuo farla interrompere una mansione per iniziarne un'altra confondeva la ragazza che non mancava di venir punita. Allo scoccare delle dodici, Clara contò ben quattro lunghe e sonore sculacciate che la ragazza si prese dalle mani di Stefania. Il sedere della ragazza era ben segnato e di quel passo, a fine giornata sarebbe stato così livido che la mattina seguente si sarebbero visti ancora i segni di sicuro. Conoscendo sia sorella, di certo alla ragazza ne sarebbero toccate altrettante sculacciate anche nel pomeriggio. Ad ogni sculacciata presa da Carlotta, Clara studiava attentamente Emanuele, cercando di scorgere quel rigonfiamento che aveva visto dopo colazione. Nonostante il ragazzo cercasse di tenerlo nascosto, lei vide chiaramente che era eccitato e questo le faceva montare un calore in petto decisamente impossibile da fraintendere: Desiderio. Ardente desiderio che però non era sicura di voler o poter assecondare. Di sicuro non in quelle circostanze, con sua sorella e Carlotta in giro per casa. Quindi, con uno sforzo di volontà non indifferente distolse la sua attenzione dal ragazzo per un po'.
La cosa non passò inosservata.
Difatti, durante i primi tre giorni in cui Carlotta aveva preso servizio in quella casa, Emanuele non ricevette nessuna punizione e questo era da considerarsi un evento. Non aveva mai passato più di dodici ore senza ritrovarsi sulle ginocchia di una o dell'altra. Passare persino tre interi giorni senza sculacciate era roba da marcarlo sul calendario. Lui, non era certo dispiaciuto della cosa e se ne guardò bene dal farlo notare. Chi invece lo notò furono Stefania e soprattutto carlotta che invece durante quei tre giorni fu tempestata di sculacciate furibonde da una scatenata Stefania. All'inizio trovava la cosa eccitante e non si trova indietro ogni volta che la donna la prendeva e la sistemava nella posizione più consona . Le ultime due volte però aveva iniziato a oporre una live e comunque inutile resistenza. Iniziava rendersi conto che mantenere certi ritmi non era uno scherzo e quelle serate nel seminterrato ora le sembravano una passeggiata confronto di ciò che subiva adesso. Aveva lividi sul sedere che avrebbero necessitato di settimane per svanire e la notte non riusciva a stare sdraiata sulla schiena da quanto le facevano male le natiche. A casa, alla sera, trovava sempre una scusa per non stare seduta a tavola, dato che le era impossibile poggiare il sedere. Ovviamente sua madre era all'oscuro di tutto ed il pensiero che potesse scoprire ciò che accadeva in quella casa la faceva sprofondare dalla vergogna. Nonostante tutto, quando si metteva a letto, sdraiata sulla pancia, non riusciva a non fare scivolare la mano tra le gambe e toccarsi con foga ripensando alla giornata passata con ancora le chiappe doloranti e pulsanti, scoprendosi entusiasta all'idea di svegliarsi la mattina seguente e ricominciare. Non capiva perché. Sapeva solo che nonostante il dolore, quell’assurda situazione le piaceva da morire e finché avrebbe resistito, non ci avrebbe rinunciato.
Stefania, pienamente soddisfatta da quelle giornate trascorse ad occuparsi di Carlotta, non potè fare a meno di notare come sua sorella Clara avesse lasciato libero il loro Emeuele dalle sue normali consuetudini.
“Qualcosa non va, Clara?”
“No, nulla.”
“Noto che ultimamente non ti occupi di Emanuele…”
“Be, qualcuno deve pur fare i lavori di casa. Fai girare Carlotta come una trottola e non le dai il tempo di finire un lavoro che gliele suoni.”
Stefania rise spegnendo la sigaretta che stava fumando.
“Si, in effetti ci sono andata pesante con lei in questi giorni. Ma volevo -farla ambientare-”
“Direi che di sicuro ha capito come funzionano le cose qui dentro.” disse Clara sarcastica.
“Non pensi che sua madre possa accorgersi di come la conci?”
Stefania parve sorpresa di quella domanda.
“Marisa non è nata ieri. E se scopre qualcosa, le faremo un bel regalo, come al solito. Vedrai che se ne starà buona” disse riferendosi alla madre di Carlotta e loro amica da una vita.
Spesso in passato le due donne le avevano fatto regali molto costosi. In particolare, Stefania da quando vedeva Carlotta nel seminterrato alla sera, era solita far arrivare da parte sua dei cesti di saponi profumati alla madre della ragazza, appassionata di quegli articoli.
“E comunque in questi giorni ho un po' di mal di testa, tutto quel chiasso che fate non aiuta di certo.” disse Clara massaggiandosi le tempie.
“Emanuele, porta un'aspirina per Clara.” ordinò Stefania.
“Comunque tranquilla, domani farò riordinare il seminterrato a quella sfaccendata.”
Sentendo quelle parole, Clara ebbe un sussulto. Il mal di testa era una scusa per non tirar fuori il discorso sul sesso con sua sorella che sapeva non essere un argomento sul quale avessero molto da discutere. Però, se l'indomani sua sorella e Carlotta si fossero chiuse in cantinetta, significava che lei sarebbe rimasta lì su, da sola con Emanuele. Anzi, da tempo la mansarda era chiusa e necessitava di essere riordinata. Avrebbe potuto approfittare e salire là sopra con il ragazzo e…
Stava davvero pianificando di restare sola con Emanuele, lontani dagli altri per quel motivo?
Veramente stava pensando ad un sotterfugio sessuale con lui?
Si scoprì a ridere di sé stessa. Cosa le stava venendo in mente?
Forse l'indomani mattina se lo sarebbe messo sulle ginocchia e avrebbe ripreso ad arrossargli le chiappe come si deve, così certi pensieri le sarebbero volati via dalla testa.
Quella notte però, Clara impiegò moltissimo a prendere sonno a causa di una sensazione di ansia dovuta ad una aspettativa che non voleva ammettere di desiderare ardentemente.
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Spanking Tales: L'ereditá delle zie
Cerita PendekEmanuele e Carlotta, due ragazzi con un futuro più che roseo all'orizzonte...ma a che prezzo? Seppur uniti nel loro destino, lo affrontano in modo molto diverso.