Chapter four

35 16 7
                                    

Dopo un giorno intero, finalmente arriviamo. Entro in casa lasciando la porta aperta a mio padre
«Yash, com'è andata?» chiede mia madre sussurrando, per non svegliare la bambina. viene verso di me con un grande sorriso.
«Da Dio! Nella mia collezione delle giornate di merda questa è stata la più merdosa! Da oscar!» le rispondo oltrepassandola per andare nella mia camera

La sento chiedere a mio padre: «Cosa è successo, Ethan?»

Entro nella camera sbattendo la porta e sento mia madre che urla con tutta la voce che possiede «Non sbattere la porta, Yash!!»
«E tu non urlare. Vaffanculo a lei e anche a te.» mi rivolgo alla porta e mi butto nel letto piangendo come una fontana, sperando di dimenticare questa giornata, anche se mi sembra impossibile. Questa giornata sarà incorniciata nella mia mente fino al mio ultimo respiro.

La mattina seguente ho gli occhi rossi e gonfi perché via del pianto. Sono stanca morta, la voglia di andare a scuola e dopo al lavoro e pari a zero.

Mi trascino giù dal letto con tanta fatica e vado subito in bagno a lavarmi la faccia con l'acqua gelida, così il sonno mi passerà un po'.
Vorrei tanto farmi una doccia, ma se voglio fare tardi di due ore allora sì, me la farò.

Metto un po' di correttore e mascara, così almeno non si noteranno tanto le occhiaie e e il rossore. Qualcuno penserà che mi sono fatta.
Metto dei pantaloni neri e una felpa dello stesso colore. Prendo in una mano le ari Force bianche e Nell'altra la borsa. Scendo di sotto dove trovo la mamma che prepara qualcosa con Heaven in braccio.

«Buongiorno.» dico semplicemente e le prendo la bambina dal braccio
«Buongiorno.» ricambia senza girarsi.
Do il biberon a Heaven e chiedo quando è uscito papà
«Forse due ore fa.», risponde e si gira verso di me «non fai colazione?» chiede pulendosi le mani sul grembiule
«Mamma, lo sai che io non faccio mai colazione.» le rispondo con un sorriso sforzato
La vedo agitata e le chiedo:
«Che succede?»
«Nulla e solo che...sai prima che tua padre uscisse ha detto che, che domani viene tuo fratello e e...» balbetta sedendosi davanti a me «Okay, non e' che me ne importi qualcosa...» le rispondo secca.

«Lo so, lo so. Solo che, solo...ti volevo chiedere se potessi non dirgli quello che è successo una settimana fa, con, con quella persona. Per favore.»
Morsicchio la lingua alzando gli occhi al cielo
Le passo Heaven e prendo la borsa
«Non ti prometto niente, Mamma. Zayn deve sapere cosa succede in questa casa per colpa sua.» le rispondo e lei si alza «Ieri, ieri ti ho visto piangere di nuovo dopo, dopo quel episodio brutto della nostra vita e mi sono spaventata molto per te.»

Si è spaventata per me? Solo perché piangevo? Di solito quando mi mettevo a piangere mi diceva sempre Di non essere ridicola, senno mi darà uno schiaffo.

E adesso in punto in bianco si preoccupa per me?
Ormai queste parole non hanno nessunissimo effetto su di me. L'ho superato quella fase della Mia vita. E nessuno lo sa. Sono cambiata. E nessuno nella famiglia l'ha notato. Hanno notato solo cose che secondo le loro menti rimaste al medioevo, sono sbagliate. Ho preso le scelte sbagliate, dicono. ho preso le vie sbagliate, dicono. Mi rovinerò la vita, dicono.

La saluto e quando sto per uscire lei mi ferma di nuovo
«Yash, già che ci sei dentro, per favore studia. Non finire come l'anno scorso.»
In tutta risposta le sorrido soltanto ed esco da quella casa.

Prendo un respiro profondo riempiendo i polmoni d'aria fresca e inizio a camminare tranquillamente.
Prendo il telefono per ascoltare la musica ma quando vedo che ore sono inizio a correre come una pazza.
Sono in ritardo di mezz'ora.
Ma perché diamine ho lasciato la mia macchina nel parcheggio della scuola?

Arrivo dopo quindici minuti esatti. Entro nel corridoio correndo e mi giro per vedere se c'è qualcuno. Non guardando davanti vado a sbattere su qualcuno e cadiamo entrambi al suolo.
Mi ci voleva solo questo!

«Oddio, mi dispiace. D-davvero, non volevo stavo correndo e e...» balbetto mentre mi alzo e porgo la mano a quella persona per farla alzare, ma quando vedo di chi si tratta la ritiro subito e vado verso la classe

«Yash», mi chiama da dietro «Fermati per una buona volta», grida correndo verso di me «fermati!»
inizio a caminare più in fretta ed entro prima di lui nella classe, dove vengo fissata da tutti.

Guardo la professoressa che non ribatte niente oltre a farmi con il ceno di andare a sedermi.
Mentre mi siedo entra anche lui sbattendo la porta e si siede al suo posto infuriato e guardandomi male

«Oh, qualcuno ha avuto una conversazione, quindi...» scherza il mio migliore amico, vicino a me
«Kevin, non sono del umore giusto. » lo rimprovero
Lui alza le mani in segno di resa e inizia a ridere ma si zittisce subito con il 'sshhh' della professoressa.

A fine lezioni prendo la borsa ed esco subito dalla classe prima che qualcuno mi rivolga la parola. Voglio uscire prima possibile da questo inferno. 
«Yash!» urla una voce maschile che riconoscerei tra mille.
Lo ignoro e continuo a caminare con la testa abbassata

«Yash, fermati, cazzo!»
Sono stufa! E' da mesi che mi vuole parlare ma non mi fermo mai. Ma questa volta ne ho abbastanza.
«Ecco, mi sono fermata. Che vuoi, Adam?» gli chiedo girandomi verso di lui.
«Be', io...io...cioè...» balbetta toccandosi i suoi dannati capelli lunghi.
Non se l'ho aspettava che mi fermassi, gli si legge subito in volto.
«Come pensavo.» dico e mi volto per andarmene.

«Ma perché sei diventata così fredda e arrogante?» chiede con la voce alta fregandosene del corridoio pieno di gente
Mi giro lentamente con un sorriso sforzato e gli dico:
«Come scusa? Come ti permetti di farmi una domanda del genere?»
Viene verso di me e passa di nuovo la mano tra i capelli
«Non, non capisco...» dice
Faccio una risata ignorante
«Be', allora sarà meglio che vai dalla mia cara cugina, forse te lo spiegherà lei. Oh, o magari te lo può dire pure Alan. Oh, oh. Oppure Alisson. Scegli pure tu chi vuoi che te lo spieghi.» gli volto le spalle ridendo e mi allontano da lui
«Addio Adam. A mai più!» gli urlo prima di uscire dalla scuola. 

Prendo le chiavi dalla borsa ed entro nella macchina.
Inizio a sbattere le mani sul volante e mi metto ad urlare!
Ogni volta che lo vedo mi parte il flashback che mi uccide, sempre!

Ma grazie a lui sono diventata ciò che sono ora e ne vado fiera! E' vero, ho pianto molto per lui, ma lui mi ha aperto gli occhi come nessuno prima d'ora!
Non sono più quella Yash che si beveva ogni cazzata che usciva dalla sua bocca, ogni cosa che diceva, lei era pronta ad accettare, come un cagnolino.
lei lo ascoltava ed era sempre lei quella che aveva torto! Non sono più quella Yash! Basta!

Mi arriva un messaggio ma lo ignoro e poi subito un altro. È sicuramente la mamma, altri non mi cercano.
Quando arriva un altro messaggio metto la fronte sul volante suonando il clacson per sbaglio.
Sono stanca! Sono stanca della mamma che si finge interessata e mi sta chiamando e messaggiando ogni due minuti per chiedermi dove sono e perché non sono a casa. Sono stanca di questa scuola che la sto ripetendo per due anni. Sono stanca di Adam che mi fa ancora male. Sono stanca di questa paura che Tris potrebbe ritornare. Sono stanca di questa vita!
Riporto le lacrime al loro posto e metto in moto la macchina.

Un cuore traballanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora