Chapter six

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«Che significa che te ne devi andare? Non è iniziata nemmeno la prima lezione.» m'informa Kevin, come se io non lo sapessi.

<<Ma dai, davvero? Kevin, devo andare al lavoro. Oggi faccio il primo turno. Poi faccio anche il secondo. Devo cambiare una ragazza, e poi mi ci vuole un'ora per arrivare lì. Lo sai che è lontano....» gli spiego perché devo uscire prima dalla scuola

«E quel numero? Ti ha risposto?»
Non dovevo dirgli che mi ha scritto un numero sconosciuto, adesso non mi lascerà in pace. È più curioso di me.

«No kevin, non mi ha risposto e, se risponderà te lo dirò.» gli rispondo ridendo
«okay, però sme lo devi dire subito, subito subito. Adesso vai.» mi da un bacio sulla fronte ed entro in macchina.

Dopo un'ora e quattordici minuti esatti, arrivo al Hotel. Vedo subito Emily, una ragazza che lavora insieme a me, e il mio capo che sta per strapparsi quei pochi capelli che gli sono rimasti.

Mi viene da ridere a quella scena, ma mi trattengo e li raggiungo.
Emily appena mi vede, sembra che le si è aperta la porta della libertà.

«Che succede qua?» domando trattenendo la risata
Il mio capo alza lo sguardo su di me con gli occhi spalancati.
«Che succede, chiedi? Che succede? Bene, mia dolce Yash. Come prima cosa, sei in ritardo di nuovo...» lo interrompo
«ma solo di quattordici minuti...»
«non interrompermi, per favore!» grida stressato.

Quando è in questo stato e molto divertente.
È un uomo di poca altezza e quando è stressato sembra come se avesse preso una scossa.

«come seconda cosa, abbiamo così tanti ospiti in questi giorni, e indovina un po'? I camerieri sono pochissimi. E indovina ancora perché? Perché hanno preso quasi tutti dei giorni liberi. E oggi arriveranno qua dei ospiti molto ma molto speciali, però non gli servirà quasi nessuno. E indovina ancora il perché? Perché forse in totale i camerieri sono solo nove! Nove cazzo di camerieri nel Hotel più grande di Los Angeles.» finisce di urlare e si toglie la cravatta

Apro la bocca per parlare ma lui continua di nuovo
«Adesso mia cara Yash, secondo te, come posso non essere stressato e incazzato?»
Scoppio in una risata invece Emily gli da dell'acqua e una pillola per calmarsi
«Va bene, però deve stare calmo.», gli dico però lui mi guarda molto male «Qualcosa faremo, andrà tutto bene.» cerco di tranquillizzarlo anche se non so come, perché ha ragione; i camerieri sono veramente pochissimi.

«Siamo nella merda fino al collo.» dice in un sussurro guardando nel vuoto
Ridacchio ma appena mi guarda male mi raddrizzo la schiena e mi faccio seria, anche se è difficile.
«Mi è venuta un'idea in mente, ma non so se le piacerà...» gli dico, ma lui manco mi lascia finire di parlare
«dimmi tutto quello che ti salta in quella testa.»
«Allora, io posso chiamare qualche amico e faranno lo stesso anche gli altri che lavorano oggi. Che ne pensa?» domando sorridendogli

«Quindi anche da quella testa può uscire qualcosa di buono.» risponde toccandosi il mento
«E possiamo chiudere L'hotel per oggi, così quelli ospiti speciali non avranno nessuno tra i piedi»
se sarà così allora sarà meglio per noi, non avremmo così tanto lavoro
«No, mi sbagliavo, la testa è sempre la stessa. Da lì non può uscire niente di buono e sensato. Si, lo sapevo.» parla più a se stesso che a me
«Okay capo, mi sento leggermente offesa.» gli dico facendo il broncio.
Nessuna parola sua mi offenderebbe davvero. Lui mi ha dato la mano quando nessuno se ne era accorto che mi serviva per alzarmi dalla terra. Lui mi ha spinta a credere in me stessa, a fare tutto quello che voglio. Mi ha spinta a continuare il Liceo. Mi ha insegnato che non c'è bisogno di avere un uomo nella vita, per riuscire ad essere qualcuno nella vita.

«Oh, non dovresti tesoro, perché è la verità.», dice guardandosi le unghie «Però adesso andate a chiamare i vostri amici. Andiamo, forza signorine.» inizia a battere le mani, mettendoci l'ansia.

Entriamo nella sala da pranzo e chiedo subito ad Emily quanti amici chiamerà
«Non credo che accetteranno tutti, sono sicuramente impegnati», mi risponde con il suo solito tono calmo «e tu invece?»
«Chiamerò mio fratello, oggi è a casa. E chiamerò altri tre amici...» le rispondo sorridendogli in modo gentile

Chiamo prima Zayn che risponde al primo squillo
«Dimmi.» risponde con il suo solito tono secco
«Ehy Zayn, senti, ti volevo chiedere una cosa. Ti prego dì di sì!» lo supplico
«prima dimmi di cosa si tratta.»
Gli racconto tutto e lui mi risponde subito senza pensare che sarà qui tra un'ora massimo
«Grazie mille Zayn, sei il miglior fratello.» gli dico e chiudo la chiamata.
Chiamo la mia migliore amica Melissa che mi dice subito di sì. Poi chiamo la mia amica Layla che purtroppo ha detto che non può venire.
«Okey, mi sei rimasto solo tu.» dico riferendomi al mio migliore amico.

Il telefono gli squilla però non risponde. Quando sto per spegnere risponde
«Oh, quindi sai rispondere alle chiamate.» Faccio la sarcastica.

«Dimmi?»mi risponde semplicemente ma in modo affannato

«Stai correndo per caso?»
«eh? Cosa? No e solo che...» non finisce di parlare e inizia a respirare profondamente
ODDIO.
«Oh mio dio, Kevin! Stai facendo quella cosa?»Non ci posso credere. Non può essere così tanto stupido.
Lui annuisce ed io inizio ad arrossire così tanto che mi sembra come se le mie guance stessero per cadere a terra.

«Ma sei pazzo? Allora perché diavolo mi rispondi al telefono mentre fai, fai...insomma mentre sei occupato.» sono imbarazzatissima.
«Quando tu chiami, io rispondo sem...Dai spostati un po' tu.» chiaramente non sta parlando a me
«Allora dimmi, perché mi stai chiamando mentre sei al lavoro?» mi chiede
Io invece dovrei chiedergli perché non è a scuola ma non voglio sapere la risposta.

Gli spiego il motivo e lui dice che verrà con tanto piacere e se può portare qualcuno, che ovviamente la risposta è super positiva.
«Hai chiamato? Verranno i tuoi amici?» chiedo a Emily
«Come previsto, solo alcuni sono liberi. Invece i tuoi?»
«Sì. Hanno detto che saranno qua tra un'ora al massimo.» le rispondo e vado ad avvertire il mio capo che subito si calma e cambia espressione in meglio. Finalmente, non potevo più vederlo così.

Dopo un'ora vedo i miei amici e anche quelli di Emily entrare insieme.
«Ah, eccoli, sono arrivati.» lo avverto e andiamo da loro
Più mi avvicino più vedo quello che non voglio vedere.
«Salve, gente.» ci saluta Kevin.
Appena lo raggiungiamo inizia subito a ridere, sicuramente per il modo in cui sono vestita.
Io lo guardo subito male e gli chiedo tra i denti:
«Che ci fa lui qui?»

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