Chapter Eight

7 2 0
                                        

«Non riesco a crederci che lui e la sua squadra siano qui!», esclama la mia amica euforica «è incredibile!»
«E' un stronzo, quello là.» le rispondo mentre sto scrivendo il nome di un cliente
«Come? Ma se era il tuo giocatore preferito.»
«Ben detto, Melissa! Era!», sbuffo sedendomi sulla sedia «Tre settimana fa sono andata fino a Liverpool per vedere la partita! Ho percorso più o meno 8.465km per scoprire che Virgil è un maledetto stronzo! lì ho perso tutta la mia stima che avevo nei suoi confronti.»
Lei inizia a ridere. «Lo so! Eri su tutti i giornali! Instagram è pieno delle tue foto!»
Le do uno schiaffo sul sedere e lei inizia a ridere più forte
«io vado.» alza le mani in aria e si allontana da me, ridendo ancora.
«Stronzo!» Dico tra i denti
«Come scusa?»
Alzo la testa e vedo un anziano davanti alla reception
«Oh, mi scusi, non parlavo con lei...» dico imbarazzata e mi alzo dalla sedia
«Oh non fa niente cara...comunque, una camera per due.» parla con una voce così bassa che faccio fatica a sentirlo.
Con lui c'è una donna giovane. Appoggia il suo braccio in torno alla sua spalla. Suppongo che sia la sua moglie.

«Va bene. Per quanti giorni vi volete fermare?» chiedo sforzandomi di sorridere più che posso
«Oh, due giorni al massimo! Siamo qui solo di passaggio...»
Perché andare in un hotel di lusso e pagare tanto solo per due giorni, al massimo!
«Oh, quindi siete in vacanza! Dove andrete di bello?» chiedo.
Mi piace tanto parlare con i clienti, sapere un po' della loro vita bella e costosa.
«America del sud.» questa volta è la donna a rispondere.
«Ah, e dove di preciso?» sembra che sto mettendo naso dove non dovrei...
«Argentina, solo per una settimana.», risponde sorridendo e prosegue «Poi aereo e subito al Ovest, Hawaii. Lì ci siamo stati due o tre volte, Pazzesco!» Ha gli occhi a forma di cuore mentre racconta
«Da mozzare il fiato!» commenta la donna.
Appoggio la testa sulle mani e inizio a raccontare a loro il mio sogno sulle Hawaii
«Vedo che hai preso gusto di chiacchierare con i clienti», mi interrompe Baddy, a metta racconto. «Lo sai che solo una reception è aperta? Non vedi che hai una fila lunghissima dietro di loro?!» me lo strilla tra i denti con un sorriso

«Oh no, no. Stavano giusto per pagare e io ovviamente a dargli la carta...» sono brava a raccontare le bugie.
Lui mi guarda e senza rispondere mi fa con le mani di andare avanti
«Allora...», dico mentre digito il pin della camera.
<<Grazie mille, la chiacchierata mi ha fatto bene e...», dice il signore e mi prende la mano «il tuo sogno si avvererà!» mi sorride e se ne va lasciando il posto agli altri

Si avvicina una donna bionda di mezz'età con gli occhiali da sole, un cappotto bianco con della pelliccia sulle spalle, con tacchi sicuramente dodici e con un cagnolino sotto il braccio. Più si avvicina più noto la sua faccia mal truccata

<<Oh mi scusi, non sono amessi gli animali in questo Hotel.Non ha visto il cartello fuori?» chiedo sforzandomi più possibile di non sembrare scortese e schifata
Lei mi sorride masticando la gomma e dice di essere una conoscente di Baddy
«Allora, io non so chi Baddy conosce qui, ma so solo che gli animali non possono entrare qui!» Taglio corto.
Lei mi sorride e dice che può pagare doppio per il cane
«Allora lei non capisce! Dietro di lei c'è una fila, se non si è accorta! Non posso stare qua a spiegarle ogni secondo la stessa identica cosa!» alzo un po' la voce ma la abbasso subito
Mi devo calmare sennò mando a quel paese pure questo lavoro
«Triplo.» propone di nuovo
La guardo con faccia sfinita ma lei non si arrende. Io invece sì!
«Okay! Quanto ha intenzione di fermarsi qua?»
«Cinque giorni», risponde «Ah, e voglio una suite.»
Cosa!? La guardo con gli occhi spalancati.
Suite costa parecchio e in più deve pagare triplo per il cane
Ma questa gente dove gli trova tutti questi soldi?

Faccio una finta tosse e metto il pin «Allora...», comincio con fatica «Cinque giorni in una suite. Più triplo per cane...»
Quando pronuncio la cifra ho un nodo in gola.
Escono più di sette mila dollari.
La saluto e la guardo da dietro.
Una volta anch'io avevo tutti questi soldi da buttare.

«La signorina Malik è pregata di andare nella suite 212, Decimo piano.» ringhia la voce nel mio auricolare, facendomi prendere quasi un attacco al cuore.
Premo sul auricolare, per farmi sentire. «Sono alla reception. Qualcuno venga a sostituirmi.»
«Va bene, Malik. Scendo io.» risponde una voce maschile.

Dopo pochi secondi viene un ragazzo a sostituirmi ed io entro nell'ascensore. Premo sul dieci e aspetto con ansia di raggiungere il piano.
Non so chi mi chiama, quindi non so cosa aspettarmi.

L'ascensore si ferma sul mio piano ed esco, cercando subito la suite che mi è stata detta.

Camera 210
Camera 211
Camera 212

Faccio un respiro profondo e busso.
«Entra pure.» sento urlare una voce maschile.
Faccio come dice ed entro, ma non vedo nessuno, a parte due valigie aperte sul grande letto della suite.
Sento l'acqua della doccia accesa, quindi suppongo che è lì.
Mi avvicino alla porta del bagno. «C'è nessuno?» alzo la voce per farmi sentire bene.
Risponde qualcosa ma faccio fatica a capire le parole, per colpa del rumore dell'acqua.
«Non ho sentito?» Mi avvicino di più alla porta.

«Ti ho detto che non c'è nessuno. La suite è vuota.» sento il sarcasmo nella sua voce. Voce che non sento la prima volta, ma che adesso non si capisce bene di chi è.
«Oh, quindi tu sei Casper.» ribatto rotolando gli occhi.
«Chi è Casper?» chiede aprendo la porta.
Non può essere.
Lui.
Solo con l'asciugamano intorno alla vita, davanti a me.
Lui.

Un cuore traballanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora