Chapter five

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Non ne posso più! Afferro il cellulare e mando un messaggio a Kevin. Deve venire qui e aiutarmi assolutamente a studiare.
Mi affaccio alla finestra e osservo il cielo. Accidenti, perché abbiamo svuotato la piscina? Mi tufferei da qui, subito.

Sento suonare il campanello e mi precipito sulle scale, saltando.
Quando arrivo vicino alla porta, faccio un inchino e la apro.
«Benvenuto mio principe.» lo saluto.
«Va bene, schiava. Ora si può alzare.»
Kevin entra dentro, ridendo e chiudo la porta.
«Prima mangiamo un gelato?» propone
Annuisco e andiamo in cucina.

Mangiando il gelato andiamo nella mia camera
«Prendiamo i libri, mettiamoci sotto.» Kevin si siede sulla sedia girevole e sogghigna
«Si, come minimo oggi ho voglia di mettermi sotto le coperte» ribatto e lui sbuffa, esasperato
«Eri una che studiava molto...»
«Che studiava? Che vuoi dire, che adesso non studio?» metto il broncio come una bambina.
«Sì, voglio dire proprio quello. Quest'anno non sei brava per niente a scuola.»
Lo so che ha ragione, però adesso ho due lavori, i problemi con Tris che non ci lasciano mai in pace.
È per questo non ho mai il tempo per la scuola. Devo recuperare, sta per finire il primo semestre.

Tre anni fa ho fatto la guerra con la mia famiglia, finche mi lasciassero di finire il liceo. Adesso che lo frequento, non studio.

Kevin continua a spiegarmi e io nel frattempo appoggio il gomito sulla scrivania sorreggendomi la testa. Osservo il suo viso e quando alza lo sguardo verso di me, mi sorride.

«Kevin.»
«Yash?» il suo sorriso mi soglie
«Pensi mai a Sophia?»

Lui sobbalza appena sente la domanda
«Insomma, ti chiedi mai come sarebbe stato se quella notte non avessimo fatto quella cosa», guardo nel vuoto «se lei adesso non fosse mor...»

«Non finire quella frase, Harriet! Non finirla, ti prego. Lei voleva morire. Lo so. Ne sono sicuro.»
«Kevin, qualcuno l'ha spinta. Lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere. La conoscevamo!»

«Non è vero! Lei voleva solo farci smettere e uscire da quel posto! Lei ci stava avvertendo, ma nessuno le ha dato ascolto.» mette le mani sugli occhi

Gli metto la mano sul mento e gli alzo la testa, per incontrare il suo sguardo
«Prima o poi scopriremo chi è stato», lo abbraccio «Lei vive nei nostri cuori. Specialmente nel tuo.»
«Yash...»
«Io sono sempre qui per te. Sempre e per sempre. Okay?»
«Okay.» si asciuga le lacrime

«Andiamo a fare una passeggiata?»
«Sei disposta a tutto pur di non studiare.» risponde chiudendo i libri
Usciamo dalla camera e scendiamo

«Mamma, io e Kevin usciamo a fare una passeggiata» la avverto
«Con Kevin? Oh be', Devi essere a casa prima che diventi buio.»
'Con Kevin? Oh be'.' La solita cosa che dicono per un mio amico maschio, specialmente se è di di pelle più scura della nostra. Come Kevin.
«Lo so. Sono di secondo turno al lavoro, quindi torno a casa prima.» rispondo ed esco fuori, prima che mi esca qualche altra parola.

«È tua madre, ed è preoccupata. Non te la prendere con lei» mi dice Kevin massaggiandomi sulle spalle.
Come può difenderla sapendo che non lo vuole vicino a me? Solo perché è di „Colore"

«Ma con chi me la devo prendere?»
«Secondo me con tuo fratello.» risponde alzando le spalle

Mi giro per guardarlo con gli occhi spalancati.
Non l'ha detto davvero, impossibile.
Lui nota subito la mia espressione e inizia a correggersi
«Cioè volevo dire: Tutto quello che è successo alla tua famiglia è stato per colpa sua. Questo lo sai pure te Yash, e tutta la vostra famiglia.»

«Cosa?», mi manca il respiro «Come ti sei permesso di buttare le parole su cose che non ti riguardano assolutamente! Come ti sei permesso di mettere il naso su cose che non sai minimamente! Come cacchio ti sei permesso, spiegami!» gli urlo dritto in faccia
«Ya-Yash, scusami io-io non volev...»
«Sta zitto!»

Un cuore traballanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora