«Quindi? Mi puoi dire chi è Casper?» Va verso il letto e prende un altro asciugamano per i capelli.
«Non ha mai visto Casper?» cerco di mantenere la calma e di ignorare la vocina nella testa che mi dice di insultarlo in tutti i modi possibili.
Devo rispettare i clienti. Anche clienti demoni come lui.Respira, Yash.
«No, ma tu lo stai guardando in questo momento.» fa un sorrisetto beffardo.
«Suppongo che di carriera fa il comico.» gli rispondo incrociando le braccia al petto.
«Adesso fai finta di non conoscermi?» ridacchiaCome faccio a non riconoscerti, bastardo?
Alzo le spalle. «Forse ho guardato qualche tuo film», cerco di non ridere «Mi dica il suo nome. Vado a cercarlo.» prendo il telefono dalla tasca e aspetto la sua risposta.Non alzo lo sguardo su di lui, la sua faccia confusa è troppo divertente.
«Virgil Van Dijk, Yash. Virgil Van Dijk.» risponde secco.
Faccio finta di cercarlo sul telefono ma quando realizzo le sue parole, mi fermo.
«Hey! Come sa il mio nome?» Lo guardo male.
Lui con l'indice indica la mia spalla sinistra, dove c'è il cartellino con il mio nome.
È entrato anche lui nella parte. Bene bene bene.Devo mantenere la calma e fare finta che lui non mi abbia rovinato una giornata importante e fare finta di non conoscerlo.
Resterà qui per una settimana, quindi lo devo fare. Lo devo fare se voglio guadagnare qualcosa.
Cosa non si fa per i soldi. Si sopportano pure le persone del genere, solo per i soldi.«Ho cercato il suo nome su internet e no, non ho visto nessun suo film.», gli faccio un sorriso tirato «e per favore, si può vestire?» rotolo gli occhi.
«Perché? Non ti piace il panorama?» chiede avvicinandosi con un sorrisetto sulla faccia che prenderei volentieri a schiaffi.
«È scortese parlare mezzo nudo con le cameriere, signor Van Dijk.» vado indietro di qualche passo.«Virgil. Solo Virgil.» si avvicina ancor di più e io vado ancora indietro.
So perché non gli piace essere chiamato per il cognome. Per questo quando gioca sulla maglietta non c'è scritto il suo cognome. Come so questa cosa? Be', è stato il mio calciatore preferito!!
«Come desidera, Signor. Van. Dijk.» lo provoco e vado ancora indietro, fino a sbattere con la schiena sulla parete di vetro.«Guarda che tramonto.» dice guardando alle mie spalle, verso la città.
«Già, molto bello.» commento anche se non mi sono girata a vederlo.
«Non l'hai nemmeno visto», ride «Girati.»
«No.»
«Perché no?»
«Perché non voglio.»
«Non ti piacciono i tramonti?»
«No.»
«Wow.», commenta prendendo una maglietta bianca dalla valigia e se la mette «Sei la prima persona che lo dice.»
«Piacciono anche a me», dico infine «Solo che non posso girarmi, siamo al decimo piano e io ho paura dell'altezza.» così dicendo sbatto subito la mano sulla fronte. perché cacchio ho detto la verità a lui?!Ride. «Wow.» commenta di nuovo
«Comunque!», taglio corto per non lasciarlo parlare ancora «perché mi ha chiamata qua?»
«Qui c'è troppa polvere. Devi dare una ripulita.» risponde e va in cucina.
Chiudo gli occhi, furiosa.
Questo ha voglia di prendersi gioco di me e non glielo permetterò.
«Come scusa? Sei nel hotel più lussuoso in tutta LA. E Io non faccio le pulizie. Specialmente non a te.» urlo per farmi sentire bene da lui«Aha!», sbotta venendo davanti a me «La memoria è ritornata, quindi!»
«No.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
«Ti ho detto di no.» gli lancio un'occhiataccia.
«Ah, quindi la Signorina Yash non c'è l'ha più con me per avergli rovinato una giornata...»«Sei un pezzo di merda.» mi allontano da lui, guardandolo male.
«Caspita, che aggressiva la ragazzina.» dice e fa cadere l'asciugamano che aveva intorno alla vita.
Prima di mettere la mano sopra gli occhi, vedo che aveva dei pantaloncini sotto l'asciugamano.
«Mio Dio.», sbatto la mano sulla fronte «Tu hai dei problemi seri.»
«Invece tu perché indossi dei jeans e non la gonna come tutte le donne impiegate qua?»
Ficcanaso.
Afferro la maniglia della porta, e prima di uscire mi volto verso di lui.
«Sai, mia nonna ha vissuto 90 anni.»
Mi guarda confuso. «Indossando i Jeans?»
«No. Facendosi i cazzi sua.» esco e sbatto la porta della suite.Lo sento ridere per la battuta che ho fatto, quindi mi appoggio alla porta coll'orecchio, fregandomene di alcune persone che ci sono nel corridoio, solo per sentire meglio la sua risata bellissima, che mi fa spuntare un sorriso stupido sul volto.
Lo odio, ma lui è bellissimo.
Alto, capelli ricci fino al collo, ma che porta sempre in chignon piccolo. Barba sotto il mento, che mi fa impazzire.
Ogni volta che lo vedevo nelle foto oppure nei video, il mio cuore andava sempre a mille.
Quando l'ho visto per la prima volta nella realtà, non so come ho fatto a non svenire.Ma lo odio lo stesso.
La porta si apre di scatto ed io casco davanti ai suoi piedi. lui inizia ridere così forte che attira l'attenzione di tutti i clienti e camerieri in corridoio.
Invece di alzarmi subito, io chiudo gli occhi sbuffando e appoggio la testa al suolo. Dopo questa figura non credo che mi riprenderò.
«Mi stavi spiando?»
Mi alzo più in fretta che posso. «Eh? certo che no!»
«A me proprio di sì.» mi guarda divertito con le mane incrociate al petto
«Allora a te pare proprio male.» ribatto senza pensare
alza una sopracciglia. «Cosa?»
«Cosa? Niente!», sbatto le mani nervosa «Sei, sei...uf! ti odio.» dico ed entro nell'ascensore
«Sempre mia la colpa, eh?» fa il solito sorrisetto.
Prima che le porte si chiudono gli alzo il dito medio.
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Un cuore traballante
FanfictionI pregiudizi possono ferire le menti e i cuori delle persone, rendendole più fragili. Questo a Yash, però, in importa. Non le interessano le voci che girano su di lei e la sua famiglia, per colpa del fratello. La stessa cosa le succede quando inco...