"Memories consume
Like opening the wound
I'm picking me apart again
You all assume
I'm safe here in my room
Unless I try to start again."
― Linkin Park, Breaking the Habit
Stavo fissando quel messaggio da almeno due ore e non ne sapevo nemmeno il motivo.
Non volevo andare a prendere un caffè con lui, ma al tempo stesso non potevo non domandarmi come sarebbe stato ridere ancora un po'.
Secondo Annika mi sarei dovuta buttare, d'altronde era solo un caffè tra conoscenti che avevano già chiarito non essere interessati l'uno all'altra ed io sapevo che non si sarebbe mai tramutato in nient'altro.
Prima ancora che potessi rispondere mi arrivò un altro messaggio da lui, in cui sottolineava quanto passare del tempo con lui mi avrebbe migliorato la giornata. Immediatamente roteai gli occhi al cielo, ma senza nemmeno accorgermene digitai un'affermazione in risposta.
"Stasera ti va di venire a casa mia?" domandai ad Annika subito dopo aver riposto il telefono in tasca. Lei annuì e ciò mi bastò per allontanarmi e tornare dentro l'edificio, a seguire la mia ultima lezione.
Arrivai al bar di cui mi aveva mandato l'indirizzo alle cinque precise. Ero venuta direttamente dall'università, perciò avevo ancora i miei capelli arrotolati intorno ad una matita e lo stesso abbigliamento che avevo scelto la mattina. Senza preoccuparmene minimamente entrai ed andai a sedermi ad uno dei tavoli liberi. Lui non era ancora arrivato, ma d'altronde aveva detto le cinque e mezzo ed ero io in anticipo. Per non perdere tempo tirai fuori il quaderno di biologia e mi misi a terminare un esercizio, subito dopo aver ordinato uno Skinny Latte con miele alla barista. Non mi resi nemmeno conto del tempo che passava finchè il rumore della sedia di fronte a me che si spostava mi distrasse, facendomi alzare il viso fino ad inquadrare il suo.
"Non solo sei qui prima di me, ma hai anche già ordinato e stai pure studiando. Non ti sembra scortese?" domandò lui, appoggiando la giacca sulle spalle della sedia prima di sedersi. In risposta io alzai le spalle, perchè la situazione non mi preoccupava.
"Non è un appuntamento, perciò non vedo il problema. Che cosa ordini?" domandai, facendo cenno alla cameriera.
"Questo dovrei chiederlo io a te, ma come hai detto tu non è un appuntamento. Un Americano, grazie." disse poi alla ragazza e io in risposta chiusi il mio quaderno, riponendolo al suo posto.
"E' stato il mio fascino a convincerti a venire?" domandò lui.
"No, la mia ossessione dal caffè e questo posto lo fa benissimo. E' stato il mio fascino a portarti a invitarmi?" domandai io, prendendo un sorso del mio nettare, ormai quasi a termine.
"Più che altro la tua dolcezza. Mi fai sentire così speciale che come avrei potuto resistere?" Una risata mi sfuggì dalle labbra, ancora una volta.
"Che cosa stavi studiando?" aggiunse lui, dopo che gli arrivò il caffè.
"Biologia. Sono rimasta indietro mentre studiavo per l'esame ed adesso ogni volta che frequento una lezione mi sento come un pesce fuor d'acqua. Tu invece non studi. Cos'è che fai?"
"Faccio il bagnino in una piscina." disse lui, con un'alzata di spalle. Io, d'altro canto, dovetti trattenermi dal roteare gli occhi al cielo.
"Giusto. Ovvio." la mia risposta suscitò in lui dello sconforto, notai come si irrigidì sul posto e come il suo sopracciglio sinistro si sollevò.
"Che cosa intendi dire per ovvio?" domandò, ma io scossi la testa, facendogli cenno di ignorare la mia risposta. Lui però non demorse ed insistette, incrociando le braccia sotto il petto.
"Non vai all'università e sei un bel ragazzo con un ego enorme a cui piace essere adorato dalle donne. Questo lavoro è perfetto per te. Sei a petto nudo tutto il giorno, scommetto che hai ragazze che ti fissano facendoti sentire figo tutto il giorno ed è quasi impossibile che la gente affoghi in piscina, perciò non fai niente tutto il giorno. Quindi si, è ovvio che fai il bagnino." risposi schietta, senza usare un tono acido, ma dalla sua espressione capì che lo avevo ferito. Prima che potessi aprire la bocca per spiegarmi, lui alzo la mano, indicando che ora avrebbe parlato lui.
"Hai ragione. Amo essere venerato ed il mio lavoro è estremamente facile. Dietro a quello che faccio però c'è una spiegazione, una spiegazione che ti dimostrerebbe che non sono nè stronzo nè pigro o superficiale come tu ti ostini a pensare. Prima di dartela però voglio farti una domanda. Perché mi vedi così?" la sua risposta mi lasciò interdetta e ci misi qualche secondo a ritrovare l'uso della parola.
"Potrei dirti che è perché non ti conosco o perché mi dai quell'impressione, ma mentirei. Tu vuoi che sia onesta e io lo sarò. Io voglio, anzi no, io ho bisogno che tu sia quel ragazzo. Sono uscita da poco da una brutta situazione ed io non ho posto nella mia vita per niente di romantico. Non ho posto per te in quel senso, non posso permettermi di innamorarmi. E tu...tu sei un bellissimo ragazzo. Sei simpatico, divertente, spiritoso e sembri anche uno con la testa sulle spalle e questo mi spaventa. Perciò io ho bisogno che tu sia egocentrico, egoista, superficiale e pigro. Ho bisogno che tu abbia tutti quei difetti che io odio in un ragazzo, così da riuscire a farti entrare solo come amico." non seppi nemmeno io perchè fui così sincera, ma le parole mi uscirono come un fiume in piena e io lo lasciai scorrere. Non volevo ferirlo, non volevo comportarmi da bastarda solo per allontanarlo da me e l'unico modo era essere sincera.
"Non mi sono iscritto all'università perchè i miei genitori non potevano permettersela. Sono riusciti a pagarla alle mie due sorelle maggiori, ma quando è arrivato il mio turno i fondi non c'erano più. Ho scelto di fare il bagnino perchè ha un'ottima paga che mi permette di vivere decentemente per conto mio e perchè ha orari part-time che mi danno la possibilità di prendermi cura di mia sorella minore. E' in carrozzina, paralizzata." aveva ragione. La sua spiegazione mi faceva del tutto cambiare idea sul suo conto. Mi sentì estremamente in colpa e non potei non guardarlo con pietà.
"Come è successo?" domandai una volta trovato il coraggio di parlare.
"E' nata con un problema alla spina dorsale che poi è andato peggiorando, rendendola paralizzata ufficialmente un anno e mezzo fa. Lei non ne soffre più di tanto, è una combattente che vede sempre il lato positivo. Vorrei avere la sua forza." gli accennai un sorriso e con la mia mano raggiunsi la sua, stringendola. Questo mi ricordò cosa mi diceva sempre mio padre, che tutti hanno i propri demoni e che non bisogna mai fermarci all'apparenza.
"Senti, Brianna, non posso far finta di essere il mostro che tu vorresti, ma posso dirti che non sono interessato a nessuna storia. Non cerco l'amore, non cerco una cosa seria. E' che mi trovo bene con te e mi farebbe comodo un'amica in più, tutto qui. In più, mi piacciono le bionde, lo sai." mi fece l'occhiolino e io mi aprì in un sorriso. Lasciai andare la sua mano e tornai a sedermi composta.
"Va bene. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, perciò perchè no." presi un altro sorso dal mio caffè finendolo e quando lui se ne accorse fece cenno alla cameriera affinchè ne portasse un altro.
"Non posso prometterti che non ti innamorerai di me, insomma guardarmi, sono incredibile. Ma posso prometterti che io non ci proverò mai con te, non flirterò mai con te e non alzerò un dito. Va bene?"
"E io ti prometto che non mi innamorerò di te, super egocentrico." Gli feci una linguaccia, che venne subito rimpiazzata da un sorriso quando ne spuntò uno sul suo di viso.
"Allora, parlami un po' del tuo di fratello." mi disse lui e io, finalmente, cominciai a parlare serenamente.
Avevamo parlato per un'altra ora, senza mai annoiarci, fin quando il telefono non mi aveva ricordato che Annika veniva a casa mia e così ci eravamo salutati.
Dopo aver ordinato una pizza per noi due e Brandon ci eravamo ritirate in camera. Ci aspettava il rewatch della seconda stagione di Gilmore Girls, ma sapevo che lei aveva tutt'altro in mente.
"Allora? Raccontami tutto!" disse non appena la porta fu chiusa e io le raccontai ogni dettaglio, come facevo sempre.
"Non ti piace neanche un po' quindi?" domandò, con un broncio su quel viso adorabile che si ritrovava.
"Non fraintendermi, è super sexy ed è molto simpatico, ma Zach è sempre qui ed io non riesco ad andare avanti. Non troverò l'amore a breve, ma almeno è trovato un buon amico." e con queste parole chiusi l'argomento, cercando di concentrarmi su qualsiasi altra cosa che non fosse Adrian.

STAI LEGGENDO
Our Pistanthrophobia.
Romance"Avevano entrambi il cuore talmente spezzato da essersi scordati cosa significasse essere felici. E se fossero destinati ad essere l'uno la felicità dell'altra?" Pistanthrophobia: la paura di fidarsi di qualcun'altro.