Alla ricerca di Brian

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Corro e non smetto finché non arrivo alla panineria di James, che sta passando lo straccio.

— Sofia! Che è successo? Perché sei di corsa? —

Cerco di riprendere fiato, non corro molto spesso perché sembro un tricheco in calore... Quando riesco a recuperare abbastanza aria per poter iniziare un discorso, parlo.

— Abbiamo perso Brian — dico con ormai il respiro regolarizzato.
— In che senso avete perso Brian? — chiede confuso.
— Dovevano trovarci alle 16.30 allo studio per provare ma sono passate più di due ore e non è ancora arrivato, non ha chiamato o avvisato... Niente. Quindi ora lo stiamo cercando... Per caso lo hai visto? —
— Mi dispiace Sof, ma in questa zona non ci sono cespugli, in più oggi è una giornata di sole, non c'è nemmeno una nuvola... Se capisci cosa intendo... —
— No, non ho capito — dico aggrottando le sopracciglia.
— Intendevo che non ho affatto visto Brian... —
— Uff... Grazie lo stesso James — dico uscendo dal locale.

Non so proprio dove andare. Cammino per qualche isolato, guardando da tutte le parti, finché non scorgo un rifugio per animali. Non lo avevo mai notato, anzi, non passo mai di qui, non sapevo dell'esistenza di questo posto.
Decido di entrare, perché so che Brian adora gi animali.
Vicino alla porta ci sono delle gabbiette, alcune con dentro porcellini d'india, altre che contengono uccelli di varie razze e colori. Non riesco a guardare altro che una ragazza si pone davanti a me, offrendomi di venire una volta a settimana a spazzolare i tassi.

— No, no, ho sempre da fare, sto rinunciando a un pomeriggio di studio per cercare un mio... Aspetta: hai detto che una volta a settimana vi prendete cura dei tassi? —
— Tutti i mercoledì, dalle 17 alle 19 — risponde gentilmente.
— Potrei sapere se tra le persone che vengono c'è un ragazzo altissimo, magro, con delle gambe lunghissime, capelli bruni, lunghi e ricci, occhi color nocciola che ha circa 27 anni? —
— Intendi Brian May? —
— SI, ESATTO, LUI! Per caso viene anche lui? —
— Mi dispiace, ma sarebbe bellissimo se Brian venisse... —
— Accidenti! — dico nervosa.
— ...cioè, lui viene sempre a curare i ricci, ma l'iniziativa dei tassi è nuova, non so se abbia abbastanza tempo anche per dei poveri tassi —
— QUINDI LO CONOSCI! — dico entusiasta.
— Si, ma non lo vedo da... lunedì, se lo stavi cercando mi dispiace, ma non so darti ulteriori informazioni... — dice tristemente.
— Ok... Grazie mille lo stesso — dico con un tono quasi disperato.
— Prego! Ah e se vedi Brian, digli della roba dei tassi! — dice appena prima che io esca.

Spero davvero tanto che agli altri vada meglio...

Freddie's pov

Mi dirigo di corsa verso il bar della sera scorsa, sperando di incontrare il cameriere dell'altro giorno. È stato davvero gentile e credo di stargli simpatico. Pff, che dico, sono sicuro di stargli simpatico, cioè, sono Freddie Mercury, tutti mi adorano!
Arrivo alla mia destinazione e vedo come il barista dell'altra sera è lì a servire dei clienti. Ok, devo smetterla di chiamarlo "barista dell'altra sera" è troppo lungo da dire... Ho capito! Lo chiamerò...

— PIERUGO! Tesoro, come stai? — dico facendo una bellissima entrata.

Tutti i presenti mi guardano. Quanta invidia nei loro volti ohohoh...
Il barista si strofina gli occhi.

— Ciao Freddie, si, sto bene. Perché sei qui? A quest'ora? A rompere le scatole, per non usare altri termini? — dice svogliato.
— Oh, tranquillo caro Pierughino, sarà una cosa veloce. Vorrei sapere se è passato di qui il mio caro e vecchio amico Brian... —
— Quello che l'altra sera si è limonato per bene la bionda? Sai, lo invidio, era davvero una bella ragazza, seriamente —
— Si, anche io la trovo una bellissima ragazza, peccato che Roger sia un uomo che di uomo forse c'ha solo il cazzetto... Ma vabbè —

His Name Is John Richard DeaconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora