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L'asfalto scivolava ipnotico sotto i pneumatici consumati della Corvette bianca.
Tony guidava da ore, il ronzio affaticato del motore lo accompagnava in sottofondo. La regolarità del paesaggio che scorreva aveva fatto diventare il viaggio una dimensione sospesa. La luce soffusa donava un'atmosfera crepuscolare, il sole non si vedeva più ma il rossore perdurava come se non avesse avuto veramente voglia di andarsene.
La radio era accesa ad un volume molto basso, intervallando pubblicità con il parlato di uno speaker dalla voce calda e rassicurante che commentava vecchi brani di rock progressivo del secolo scorso. Tony non la voleva spegnere né alzare. Tommy sdraiato sui sedili posteriori si era addormentato, e lui non voleva che una variazione sonora lo svegliasse.
Visto che la strada correva dritta a perdita d'occhio si concesse un velocissimo sguardo a suo figlio, voltandosi per un momento senza staccare le mani dal volante.
Dormiva serenamente, per fortuna. Aveva bisogno di riposo.
La gita era stata bellissima. Tony aspettava da settimane di potergli dedicare una giornata. Assorbito dal suo lavoro forse l'aveva trascurato fin troppo. Ma doveva finire di scrivere il suo libro. Quella storia che non gli voleva uscire dalla testa finché non l'avesse messa su carta.
Aveva portato a compimento una seconda stesura di cui era soddisfatto. Al ritorno sarebbe bastata la correzione di bozze e poi avrebbe potuto inviarlo all'agente.
Finalmente padre e figlio avevano avuto del tempo per stare da soli. Loro due.
Avevano avuto fortuna, la giornata era stata perfetta. Un bel sole aveva esaltato l'erba verde in riva al lago. Avevano giocato a palla, corso, passeggiato, letto qualche libro di racconti. Si erano mangiati con gusto il pranzo che papà aveva preparato la mattina presto, alzandosi all'alba per andare a prendere la focaccia calda al forno che poi aveva farcito di golosa mortadella.
Tony aveva ancora nel naso il profumo del prato e dei fiori di campo, e sulla pelle la frescura dell'acqua.
Nel pomeriggio era arrivato il mal di testa, i brividi, la fronte che scottava e la stanchezza. Dovevano rientrare, Tommy si era buscato un raffreddore. O forse era solo un po' di allergia. O anche solo stanchezza.
Lo tastò sulla fronte, era caldo ma la febbre non sembrava essere salita eccessivamente. Forse era davvero solo un po' di stanchezza... Quel bambino non era abituato alle gite fuori porta, sempre chiuso in casa a fare i compiti, o disegnare e preparare piccoli lavori che dedicava a lui, che invece appariva solo una volta ogni tanto.
Era piccolo, ma era dovuto crescere in fretta. Purtroppo. Con quello che era successo... gli mancava sicuramente la mamma... e mancava anche a lui...
Tony tornò a guidare, i campi brulli si susseguivano dando l'idea di star fermi. Gli ricordavano quelle strade americane nel deserto che aveva sempre visto nei film, tipo Route 66 o cose del genere, cose da sud degli Stati Uniti, strade che andavano verso il Messico, cactus e sabbia... e tanta arsura... Strade di libertà! Di avventura!
L'unica cosa che spezzò quel paesaggio lunare fu un cartello di ferro logoro e quasi illeggibile con un nome scritto a lettere stranamente eleganti.
Nightingale - Proseguire
E una freccia verso l'alto.
La temperatura era calata di qualche grado. Tony avvertì il rinfrescarsi dell'aria sulla pelle accaldata.
Forse era meglio se copriva Tommy con qualcosa, c'era la sua giacca... ma dov'era? Dietro, non poteva prenderla senza fermarsi. Rallentò e accostò. Ne avrebbe approfittato per una piccola pausa.
Coprì Tommy con cura, non era proprio una coperta e un letto caldo, ma in quel gesto c'era lo stesso tutto l'amore che voleva a quel bambino. I capelli erano del suo colore scuro, ma erano fini e setosi, e non stoppacciosi come i suoi.
Il respiro si era regolarizzato, non era più pesante e difficoltoso, e non aveva più tossito,
Nel taschino della camicia aveva lasciato una sigaretta. Se l'accese con un fiammifero e tornò a sedersi al posto del guidatore.
Aspirò boccate di fumo prima di chiudere lo sportello. Non c'era vento, né alcun rumore. Gettò il mozzicone e rimise in moto. "Provò" a rimettere in moto, perché la macchina faceva le bizze. Doveva essere un po' ingolfata. Tony girava la chiave ma la macchina ansimava stanca e spossata.
Attese. Magari poteva solo aver bisogno di un po' di tempo.
Girò e spinse forte sull'acceleratore. Come se si stesse sforzando la macchina si mise in moto con un forte rombo.
Tommy non si era svegliato.
Tony ingranò la marcia e ripartì rimettendosi nel mezzo della strada.
L'andatura era appesantita, soffocata. Nessuna spia segnalava anomalie nel cruscotto. Il freno a mano regolarmente disabilitato. La benzina era tra un quarto e metà serbatoio, ne aveva ancora per un bel po', il problema non era quello. Era vecchia, certo, ma non vecchissima, non l'aveva mai lasciato a piedi. Aveva resistito a tutto... un po' come lui...
Nel rumore del motore avvertì degli scoppiettii intermittenti. L'incedere si fece a scatti... rallentava e ripartiva, rallentava di nuovo, non rispondeva più ai comandi dei pedali.
Dopo uno scoppio più forte cominciò a diminuire i giri del motore.
Poco dopo un altro scoppio il motore si spense definitivamente.
Tony tenne il piede sulla frizione per sfruttare la forza d'inerzia e accostare.
A macchina ferma scese e andò ad aprire il cofano. La macchina era sporca e polverosa, non si vedeva quasi più il colore bianco della carrozzeria.
Osservò attentamente il motore, non se ne intendeva di meccanica, ma cos'altro poteva fare?
Emanava odore di bruciato. Ma non c'era fumo.
Lo richiuse.
Provò, più per scaramanzia che per altro, a girare di nuovo la chiave.
Nessun cenno di vita. Non provava nemmeno più ad accendersi.
E ora?
Tommy non si era accorto di nulla.
Ma adesso?
Erano fermi nel nulla. C'era una sola cosa da fare.
Bevve l'ultimo sorso d'acqua da una bottiglia di plastica, aprì il cruscotto per prendere il pacchetto morbido di sigarette accartocciato con cinque bionde storte dentro. Se lo infilò nel taschino della camicia bianca.
Prese Tommy con delicatezza, se lo adagiò in braccio e gli coprì schiena e spalle con la giacca.
Cominciò a camminare.
C'era quel posto... Nightingale... c'era scritto "proseguire"... non doveva mancare poi molto... prima o poi ci sarebbe arrivato... e da lì avrebbe chiesto aiuto.
Passo dopo passo, non veloce, ma regolare, procedeva. Cercava di mantenere un andamento stabile, senza scossoni, in modo da non disturbare il sonno di Tommy.
Erano soli.
Tony e suo figlio.
Loro due.
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Nightingale
Mistério / SuspenseTony viaggia in macchina, con suo figlio Tommy che sta dormendo. Si imbatte in una città da dove sembra impossibile uscire. Una città dove è sempre notte, e gli abitanti non dormono mai. Dove non ci sono solo uomini, almeno non più. Una città chiama...