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Ho anche io paura dell'altezza. Quando sali su una ruota panoramica o sulle montagne russe e ti fermi nel punto più alto, senti la pancia bruciare e come riempirsi d'aria, una sensazione che per molti sembra elettrizzante e per altri spaventosa.

Oggi sono salita sul tetto nel bel mezzo della notte, avevo paura di non vedere nulla ed inciampare ma la luce soffusa dei lampioni mi ha leggermente aiutata. Sono salita sul cornicione, con le dita dei piedi fuori. Ho aperto le braccia e tirato un forte sospiro, anche se mi trovavo sulle "montagne russe nel punto più alto" non provavo né paura né felicità... bensì provavo sollievo.

Ho pensato alle tue parole, ma quelle degli altri le sovrastavano. È colpa tua, tu hai iniziato e tu hai finito, e non cambierò idea. Questa lettere sarà la mia testimonianza per dire a tutte le ragazzine che come si sentono in trappola di non permettere mai a nessuno di farle sentire in questo modo, ma con me è troppo tardi ormai.

Questa lettera la terrò nella mia mano, e la tengo anche adesso mentre scrivo le mie ultime parole, in inglese last words e credo che tutto in inglese abbia più senso. Quindi, caro Valerio Mazzei, imparalo per me e la prossima volta quando verrai a trovarmi sempre se lo farai parlami solo in inglese.

Mi metterò in piedi sul cornicione, con le maniche del pigiama alzate per vedere il tuo nome inciso sul mio polso. Ho impiegato tempo per farlo spero tu gradisca, vedi? Io tengo a te infondo. Respirerò e poi mi lascerò andare nel vuoto, quel vuoto che tanto ci spaventa. Quel vuoto che da tempo voglio raggiungere. Quindi, addio Valerio Mazzei. Addio per sempre.

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Caro Valerio, vivo nel cielo, vivo nel vento, vivo nell'aria che respiri e che sto inquinando. Sono morta, sono per terra e il mio corpo ha fatto un terribile rumore. Mia madre si è svegliata non capendo cosa fosse successo. Dovevi sentire le sue urla, ha provato a soccorrermi ma la mia testa nel sangue non si muoveva. Tutti l'hanno sentita e mi hanno soccorsa, invano. Nella mia mano, le tue lettere. Le prove di tutto. Spero tu sia contento di come la mia storia finisce, tutto ha una fine e questa è la mia. Ora sono libera, non ricevo più occhiatacce perché nessuno può vedermi e non ricevo più insulti perché nessuno può parlarmi. Sono nel vuoto che tanto ci spaventa ma che mi sembra tanto bello. Sono nel vuoto che tu e altre mille persone piano piano mi avete avvicinato e fatto raggiungere. Non dimenticarti di me.

Sono Marta Losito, ho 16 anni e ho posto fine alla mia vita dopo attimi in cui sarei potuta scendere da quel cornicione e tirarti uno schiaffo per dirti una sola ed unica parola: basta.

Non dimentichiamo, mai, ciò che mi è successo. Parlo in prima persona plurale perché anche io non voglio dimenticare, non devo dimenticare. Anche tu a tua volta non dovrai mai dimenticare, queste parole, queste ultime parole... o, come direbbero in inglese, last words.

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