Capitolo 2 - Una vita meravigliosa

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🎶 Che vita meravigliosa
- Diodato

"Solo l'amore e la morte cambiano ogni cosa".
- Khalil Gibran

Un antico proverbio recitava che il giorno di Santa Lucia era il più corto dell'anno, eppure agli albori di febbraio ancora il sole calava alle cinque o poco più della sera e questo, per Tommaso, era un altro problema da aggiungere alla lunga list...

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Un antico proverbio recitava che il giorno di Santa Lucia era il più corto dell'anno, eppure agli albori di febbraio ancora il sole calava alle cinque o poco più della sera e questo, per Tommaso, era un altro problema da aggiungere alla lunga lista delle cose che lo infastidivano.
Il giovane non brillava certo per capacità di adattamento né tantomeno per avere la pazienza come dote innata.

Mentre si apprestava a fare l'ultimo giro di corsa al campo del paese, madido di sudore e infreddolito, rifletteva su quanto avrebbe voluto avere meno rabbia in corpo e su quanto gli sarebbe piaciuto non avvertire la necessità di doverla sfogare in metodi alternativi rispetto al desiderio di fare a pugni col primo che gli si sarebbe riversato accanto.

Il suo psicoterapeuta aveva stabilito che, dopo tutti quegli anni trascorsi a fare sedute, fosse in grado di gestirsi da solo, eppure Tommaso era di un altro parere.

La morte improvvisa di Speranza, vicina di casa nonché nonna acquisita dalla sua nascita, lo aveva riportato indietro, gettandogli addosso una serie di ricordi che già di suo faticava ad accantonare.

Quella signora aveva da sempre rappresentato un appiglio, era stata per lui una figura di riferimento nella quale cercare riparo dal vuoto che si trascinava dentro, quel prezioso sassolino di mare capace di spingerti a nasconderlo nel costume per paura di perderlo.
Quella rarità che spicca in mezzo al resto, quella purezza che non puoi fare a meno di scegliere.

Solo successivamente, Tommaso, si sarebbe accorto che non era stato lui a scegliere la presenza di Speranza, bensì lei aveva scelto per tutti.

La signora D'Amore coniugata Di Stefano - guai a non dirlo - aveva rappresentato, per anni, un focolare a cui tornare dopo una giornata fuori e chissà con quale magico potere era anche stata in grado di rimettergli insieme i pezzi, di riportare ogni libro nel proprio scaffale, pure a distanza, anche da morta.

Traballante delle sue stesse sensazioni, il ragazzo si toccò la tasca del pantaloncino acetato per accertarsi che quel pezzo di carta dal valore affettivo inestimabile fosse ancora al suo posto; una volta avuta la conferma con due dita lo estrasse e, rallentando il passo, lo spiegazzò.
Poche righe scritte con una grafia familiare - la stessa che aveva appuntato un'infinità di ricette su un quadernino sgualcito - gli apparvero sotto gli occhi.
Conosceva quelle parole a memoria a causa delle tante volte che le aveva lette, erano divenute, ben presto, fonte di sollievo e terrore di fallire.

"Un quarto della mia casa è tua, di più non potevo perché, nonostante ti abbia sin da subito considerato mio nipote, quella scapestrata di Rory è sempre stata il mio punto debole.
Fatene buon uso e per buon uso intendo qualcosa tipo crescerci i vostri figli.
E non fare quella faccia perplessa "piccolo Tommaso ficcanaso", tanto sono certa che avrete il vostro tempo.
Io non potrò godermelo, ma sappi, e rammentalo anche a quella, che se fossi stata presente avrei desiderato per voi una vita meravigliosa.
Speranza".

Una figura senza dubbio particolare, così amava definirla lui, apparentemente tutta d'un pezzo ma dal cuore immenso e dalle carezze facili.

Da bambino, Speranza, lo chiamava sbracciandosi dalla finestra laccata di verde per offrirgli la torta al limone più buona che Tommaso avesse mai mangiato.
L'odore dei dolci appena sfornati giungeva in un baleno sino alla sua camera, gli riempiva le narici donandogli una felicità che solo chi ti vuole bene può trasmetterti.
Lui correva giù dalle scale, tra le molteplici raccomandazioni di mamma Teresa, e si fiondava nell'appartamento accanto, dove puntualmente trovava Aurora col naso già sporco di zucchero a velo.

In qualche occasione si univa a loro pure Andrea, suo fratello minore, dettaglio che non lo faceva impazzire di gioia, perché per quanto detestasse quella canaglia di Rory, aveva sin da allora desiderato che le attenzioni della bambina, piacevoli o meno, fossero riservate interamente a lui.

Aurora e Andrea erano coetanei, con Tommaso si "sbagliavano" di due anni, motivo per il quale, quest'ultimo, veniva definito come "quello grande che doveva dare l'esempio", eppure non era mai stato incline a comportamenti modello, men che meno a scendere a compromessi con Andrea per ingraziarsi la fiducia di Aurora.

Metterla in difficoltà e renderle impossibili le giornate era uno dei suoi più collaudati passatempi.
A sette anni Tommaso, per esempio, aveva deciso di annegare Rory in una di quelle piscine di plastica adatte ai bambini della loro età, non tenendo conto però, che il soggetto in questione fosse l'equivalente di uno di quei terremoti che spesso colpivano la loro regione.
Nonostante ci credesse parecchio in quel suo diabolico piano non ne era uscito vincitore, piuttosto con la fronte fasciata e tre punti di sutura sul sopracciglio.
Aurora era una ribelle, una "spisidda" senza peli sulla lingua e con le mani pesanti, talmente tanto da non permettergli quasi mai di avere la meglio.

Si erano scontrati e si erano tenuti vicino un'infinità di volte, promettendosi la guerra ma finendo paradossalmente per fare la pace.
Frastornato dai quei pensieri e con un macigno ad appesantirgli le tempie, Tommaso aveva ripreso a camminare verso casa, pochi metri prima di raggiungerla, però, un dettaglio gli mozzò il respiro.
La luce accesa che filtrava dalla famosa finestra verde aveva un unico e inaspettato significato, qualcuno era tornato.

Lei magari era tornata.

Come il migliore degli sceneggiatori ipotizzò, in un nano secondo, che sopraffatta dal volere di sua nonna avesse scavalcato il passato, e tutto ciò che di esso era stato meglio scordare, per rimettere piede a Borgo Paradiso.

Il necessario per metabolizzare e i palmi presero a tremargli, tentò di metterli a tacere stringendoseli intorno ai polsi, ma l'agitazione di poterla incrociare lo turbò ulteriormente.

Nove anni senza sentirla, nove anni in cui aveva pregato giorno e notte per non rimuovere dalla mente il suono della sua voce, per non dimenticare quelle caratteristiche che gliela rendevano speciale.

Una nuova consapevolezza si fece spazio in Tommaso.

Aurora era tornata e si trovava a un tiro di schioppo da lui, da lui che dopo di lei non aveva più pensato a nessuna donna.

SPAZIO AUTRICE 🌊In questo secondo capitolo viene fuori un po' di quello che è Tommaso, di ciò che è stato il suo passato e il suo rapporto con Speranza e Aurora

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SPAZIO AUTRICE 🌊
In questo secondo capitolo viene fuori un po' di quello che è Tommaso, di ciò che è stato il suo passato e il suo rapporto con Speranza e Aurora.
Spero possiate capire qualcosa in più e riusciate ad addentrarvi ancora meglio nella loro storia.

Arianna.

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