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La mattina dopo, a scuola, Eddie evitò Richie come se avesse la peste ma il castano si era dimenticato di quanto il maggiore fosse bravo a tendere imboscate.
"Perché mi hai chiuso sul tetto della veranda?" Sbottò il corvino mettendo Eddie con le spalle al muro.
"Io..."
"E perché non hai aspettato la mia risposta!" Lo interruppe il corvino.
"Pensavo che tu..."
"Pensavi cosa Eddie? Che ti avrei buttato di sotto? Sei serio?" Disse Richie mentre gesticolava cose che Eddie non riusciva ad assimilare.
Eddie prese un profondo respiro, se tutto ciò fosse successo un paio d'anni prima avrebbe avuto bisogno del suo inalatore già dieci o dodici volte. "È solo che fa schifo e lo so e..."
"E magari non mi hai chiesto cosa ne penso io." Disse Richie.
La sua voce era bassa, seria, mentre gli enormi occhi dietro le lenti degli occhiali lo fissavano con insistenza.
Eddie lo spintonò. "Ma levati Richie e smettila di prendermi in giro." Gridò il castano.
"Mi piaci anche tu coglione." Gridò di rimando ad Eddie che, ormai, si era allontanato di sei o sette passi.
Ringraziò che le lezioni fossero finite da più di mezz'ora o a quel punto tutti avrebbero avuto di cui parlare per giorni.
Quelle parole immobilizzarono Eddie sul posto che sentì le gambe farsi di legno e poi diventare pesanti come piombo e, al tempo stesso, molli come gelatina.
"Ti odio Richie. Smettila di prenderti gioco di me."
"Non mi sono mai preso gioco di te coglione. Nemmeno una volta. Perché dovrei farlo ora? - Chiese il corvino. - O forse credi che non sia in grado di provare emozioni?"
A quel punto Eddie non sapeva se essere felice perché piaceva a Richie o se odiarsi perché non gli aveva dato fiducia.
"È solo che... Che non pensavo che tu... Cioè tu... Davvero?" Richie non capì la domanda di Eddie ma, in poche falcate, si ritrovò davanti a lui e, dopo averlo preso per il colletto della maglia, lo attirò a sé in un bacio.

Anni dopo, sia Richie che Eddie ricordarono quel bacio ed entrambi erano d'accordo sul definirlo un disastro.
"Stavo soffocando." Rise infatti Eddie al solo pensiero.
"Ed entrambi baciavamo malissimo." Rise subito dopo Richie.
"Non siamo certo migliorati." Rispose di rimando il castano.
"Almeno so che nessuno si innamorerá di te dopo che lo avrai baciato." Disse quindi il corvino asciugandosi una lacrima scesa dal troppo ridere.
Eddie lo fissò per alcuni attimi sorridente. "Posso dire la stessa cosa di te."
"Sei molto fiducioso nel fatto che qualcun altro sulla terra riesca a sopportarmi, vedo."

Quando si allontanarono si resero conto di ciò che avevano appena fatto, chiunque avrebbe potuto vederli ma, soprattutto, avrebbe potuto impararlo la signora K e a quel punto sì che tutto sarebbe andato a rotoli.
Avrebbe rinchiuso Eddie in un convento e messo al patibolo il povero Richie senza nemmeno dargli la possibilità di difendersi.
"Tu... Sei pazzo... Ti rendi conto di cosa hai fatto?" Domandò Eddie sopreso mentre i suoi polmoni erano alla disperata ricerca d'aria.
"Sì, so benissimo cosa ho fatto. - Rispose Richie con sincerità. - E non me ne pento. Ma se a te non va bene..."
"Non mi va bene dici? - Gridò Eddie. - Pensavo di aver buttato tutto a fanculo ieri sera!"
"E se tu avessi aspettato esattamente trenta secondi ti avrei baciato ieri sera stupido Spaghetti." Disse Richie.
Nonostante le parole che usò era estremamente serio.
Per la prima volta dopo una vita intera, Eddie vide negli occhi di quel folle ragazzino una nota molto evidente di serietà e si rese conto che, nonostante gli occhiali sgangherati, quella camicia blu con gli ananas e i calzoncini rovinati era esattamente tutto ciò che aveva sempre desiderato.
"Ora possiamo andare a casa? Mi sta brontolando lo stomaco e lo sai che..."
"Che se ti brontola lo stomaco brontoli anche tu, si Boccaccia, lo so, non fai altro che ripeterlo dannazione." Si lamentò Eddie alzando gli occhi al cielo.

Nel tragitto verso casa non incontrarono nessuno, tutti erano troppo occupati a rimanere rintanati nelle loro fresche abitazioni per fare caso a due ragazzi sui diciassette anni che vagavano con le loro bici malridotte e le risate sguaiate.
"Posso chiederti una cosa?" Domando Eddie ad un tratto facendosi serio.
"Dimmi Eds."
"Non chiamarmi Eds. - Borbottò, più per abitudine che per altro. - Noi ora... Cioè cosa siamo?"
Richie non rispose subito, abbassò gli occhi sulle proprie vecchie e logore scarpe, non era una domanda scontata e non voleva rovinare tutto a causa della sua infantilità. "Noi... - Sussurrò. -Noi ci piaciamo, no?"
"Tu lo hai capito che non mi piaci come amico, sì?" Domandò Eddie che, per un altro attimo, ebbe il dubbio che Richie avesse veramente capito ciò che lui aveva detto.
Il corvino si immobilizzò immediatamente, costringendo anche Eddie a fermarsi. "Sì genio, l'ho capito." Disse.
"Quindi?"
Gli occhi di Eddie erano fissi in quelli di Richie, nascosti dietro quegli enormi occhiali che lo facevano sembrare ancora più buffo di quanto non fosse. Eddie vide le enormi iridi scure del ragazzo tremare e colmarsi di dubbi e, forse, paure che gli diedero la certezza che il ragazzo avesse capito alla perfezione in che situazione si trovavano.
"Quindi... - Ripeté Richie. - Potremmo stare insieme. - Sussurrò. - Se ti va."
"Cazzo sì che mi va." Disse con forse troppo entusiasmo Eddie.
Richie sorrise, uno di quei sorrisi gentili, di quelli veri che ricordavano al castano per quale motivo si fosse innamorato di quello scemo di Tozier.

Continuarono a parlare di un migliaio di cose fino a quando non giunsero davanti a casa Kaspbrak.
"La principessa è giunta al suo castello." Disse Richie con una delle sue voci che, seppur a volte più nasali e a volte più stridule, erano sempre la voce di Richie.
"Sei un coglione." Disse Eddie salendo gli scalini della veranda mentre scuoteva la testa divertito.
Entrò in casa e salutò la madre, non riuscì a pranzare, aveva lo stomaco in subbuglio per le emozioni che Richie gli aveva provocato.
Passò tutto il giorno con un sorriso ebete sul volto e, anche se sua madre non riuscì a fargli dire il perchè, fu felice per lui.
Sarebbe stata meno felice se avesse saputo che la causa di quel sorriso era Richard Tozier.

Some of us are looking at the stars || REDDIE || ItDove le storie prendono vita. Scoprilo ora