Erano passati quasi quattro mesi da quando avevano detto a Beverly della loro relazione, quattro mesi da quando l'avevano resa partecipe del loro piccolo peccato.
Erano sette mesi che stavano insieme e, dopo parecchia fatica, erano tornati ad avere la loro fisicità, la loro voglia di avere contatti anche quando era assolutamente non necessario, finalmente erano tornati Richie ed Eddie.
In quei sette mesi avevano passato tantissime giornate insieme, ancora di più rispetto a quando erano solamente amici, a volte perdevano la cognizione del tempo e tornavano a casa a notte fonda.
Come quella sera d'inverno.
Richie lo accompagnava sempre fino a davanti a casa, si fermava con la bici sul vialetto e aspettava che entrasse, era a conoscenza da sempre dell'immensa paura che Eddie aveva dello stare fuori da solo a quegli orari improponibili.
Il castano stava cercando di infilare la chiave nella toppa senza fare rumore, aprì la porta e fece per entrare, ma poi si voltò.
"Vieni." Bisbigliò facendogli un cenno con la mano.
"Cosa?" Domandò stupido il corvino senza capire.
"Molla quell'affare a vieni dentro." Spiegò brevente il castano.
Richie, senza fiatare, fece come gli era stato detto ed entrò in casa.
La madre di Eddie era sdraiata sulla poltrona, il televisore acceso davanti a lei e una qualche telenovela spagnola in onda ad accompagnare i respiri profondi di chi è addormetato.
"Cosa stiamo facendo? - Chiese Richie mentre saliva le scale. - Vuoi farti uccidere?"
"No. - Disse con ovvietà il castano. - Ma i tuoi sono fuori città e tu saresti a casa da solo."
"E allora?" Chiese il corvino mentre entrava nella camera di Eddie.
Eddie lo guardò con un cipiglio quasi arrabbiato. "E allora? L'ultima volta che i tuoi erano fuori città hai passato una settimana al bar."
"E' stato un caso."
"Un caso che si ripete da almeno quattro volte."
"Dai, sul serio Eddie, è tardi, cosa vuoi?" Domandò il corvino che era visibilmente assonnato.
Eddie era sul punto di ripensare al suo piano tanto fantastico quanto improvvisato.
"Cambiati." Ordinò lanciandogli in mano i primi panni puliti che trovò prima di uscire dalla stanza per andare a cambiarsi anche lui.
Quando Eddie tornò, Richie si era cambiato, aveva posato i propri abiti sulla sedia girevole e si era seduto a gambe incrociate sul letto.
"Pensavo fossi scappato dalla finestra." Ridacchiò il corvino quando Eddie rientrò in camera.
Il castano chiuse la porta a chiave, era diventata un'abitudine con cui anche la madre aveva dovuto fare i conti ormai, e si avvicinò al proprio letto.
"Forza sdraiati, è ora di dormire." Disse stendendosi sul letto.
"Cos'è tutta questa freddezza Eddie Spaghetti?" Domandò il corvino stendendosi accanto al ragazzo.
Eddie gli sfilò gli occhiali dal naso e Richie batté un paio di volte gli occhi per cercare di abituarsi al non-vederci e il castano ne approfittò per lasciare un leggero bacio sulla fronte del compagno prima di accoccolarglisi accanto.
Quasi senza rendersene conto i due si addormentarono.Quando Richie si svegliò era ancora notte fonda, aveva il respiro accelerato e si rese conto di non essere a casa propria e, in quel momento, gli salì il panico.
Si portò a sedere sul letto cercando i propri occhiali o, almeno, un punto di riferimento, il suo battito cardiaco non accennava a diminuire nonostante le immagini di quell'incubo divenuto frequente sbiadivano.
"Richie, che ti prende?" Domandò Eddie sbadigliando assonnato e rigirandosi nel letto.
"Eddie?" Chiese il corvino stringendo gli occhi per scorgere i suoi lineamenti.
Il diretto interessato gli lanciò uno sguardo interrogativo. "Certo, sei a casa mia Rich." Rispose strofinandosi un occhio.
Solo a quel punto il corvino riuscì a tirare un sospiro di sollievo e a tranquillizzarsi.
"Tutto bene? E' successo qualcosa?" Chiese Eddie quando Richie tornò a stendersi accanto a lui.
Il maggiore, semplicemente, scosse il capo, lasciando ondeggiare i propri ricci resi ancora più ribelli dal sonno appena finito.
"Non ti credo, altrimenti staresti già straparlando."
"Magari appena sveglio sto zitto." Ipotizzò Richie.
"Bill ha detto che appena sveglio sei ancora più irritante del resto della giornata, me lo ha raccontato dopo quella volta che sei rimasto a dormire da lui per quel progetto di letteratura." Spiegò Eddie in tutta calma.
Richie lo odiava. Odiava il modo così tranquillo che aveva di esporre ogni cosa, lo faceva con naturalezza e invitava chiunque a raccontargli ogni cosa e Richie sapeva bene di non potergli raccontare tutto.
"E' solo un incubo... Lo faccio spesso ma... Passerà." Disse il corvino prendendo un respiro profondo.
"Che incubo?" Domandò invece Eddie girandosi su un fianco per poterlo guardare meglio.
Richie aveva le ciglia estremamente lunghe e il viso ricoperto di lentiggini, Eddie non aveva mai fatto caso a quanto fossero carine quelle lentiggini.
"Una cosa che è successa tanti anni fa... Non so nemmeno perchè me la ricordo ancora." Cercò di sminuire la faccenda Richie.
"Magari te lo posso dire io perchè te lo ricordi ancora." La voce di Eddie era un sussurro e il corvino sentiva il suo respiro sulla pelle.
Richie sospirò. "Era il periodo di quel follo clown che si aggirava per Derry, ricordi?" Chiese.
"Come posso dimenticarmi di quel tizio?" Domandò Eddie di rimando.
"Bene. - Sussurrò Richie. - Noi dei Perdenti avevamo litigato, ognuno andava per i fatti propri. - Ricordò il corvino. - E io era nella sala giochi insieme a Connor, non sapevo chi fosse a quel tempo, era simpatico e sapeva giocare alla grande al mio gioco preferito, peccato che quel giorno ho scoperto che... Be' Connor era il cugino di Bowers e..."
"Intendi il ragazzino biondo che ha fatto qui a Derry solo un anno?" Chiese Eddie.
"Lui. - Annuì il corvino. - Semplicemente, ad un certo punto entrò dentro la sala tutta la banda di Bowers e... E suo cugino chiese come fosse possibile che questa città fosse piena di froci e Bowers mi disse... Mi urlò di andarmene."
Eddie non disse nulla, semplicemente strinse a sé Richie e gli lasciò un leggero bacio tra i capelli. Voleva essergli vicino, ma sapeva bene che nessuna parola sarebbe bastata a far sparire quell'orribile sensazione di inadeguatezza che, troppe volte, lui stesso aveva provato.
Dopo un periodo di tempo che Eddie non seppe quantificare, Richie parlò. "Mi piace stare qui. - Sussurrò. -Dovremmo farlo più spesso."
Eddie sorrise contro la guancia di Richie. "Dovremmo davvero." Disse prima di lasciargli un bacio sul viso e addormentarsi insieme a lui.
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Some of us are looking at the stars || REDDIE || It
FanfictionDi quando Eddie disse due parole che non avrebbe mai voluto dire, se ne pentì e poi si pentì di essersene pentito perchè a Richie, probabilmente, quelle parole piacevano. I capitoli che iniziano con una parola in grassetto sono il presente.