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Aveva pianto, Richie.
Aveva gridato, Richie.
Aveva preso a pugni quel dannato muro che era stato testimone di così tanti peccati, Richie.
Era arrivato, addirittura, a strappare quei poster che aveva sempre conservato con tanta cura, Richie.
Aveva anche strappato tutte le foto che li ritraevano insieme, Richie.
Le aveva strappate tutte, calpestate, bruciate, buttate. Non voleva più avere nulla a che fare con lui.
Lui.
Eddie.
Ogni volta che quel nome, per qualche motivo, gli tornava in mente, si sentiva così vuoto da credere di non esser mai esistito.

Un po' come quella volta in cui, sotto consiglio di uno dei peggiori amici che avesse mai potuto incontrare, si era trovato una ragazza.
Era carina, gentile, un po' strana ma, tutto sommato, per nulla male.
Si ricordava come se ce l'avesse avuta davanti anche in quell'esatto attimo il momento in cui lei le propose, nel 1960, di andare a vedere il film dedicato ad Eddie Sachs, il cui titolo era, esattamente, "Eddie".
Ricordava perfettamente anche la propria reazione.
L'aveva lasciata.
Letteralmente.
L'aveva fatta scendere dalla macchina su cui si trovavano e se n'era andato dicendole di non cercarlo mai più. Non la sentì più nominare, ma gli andava bene così.

Nonostante tutto, però, era riuscito ad andare avanti.
Le sue strane voci erano servite a qualcosa, era diventato uno dei comici più famosi al mondo. Al mondo. Aveva una casa bellissima, su una collina, gli piaceva guardarla e ricordarsi che era tutto frutto del suo lavoro.
Il suo duro lavoro, il suo sacrificio, il suo sangue e, soprattutto, le sue lacrime. 

A volte si fermava a pensare che per Eddie avrebbe rinunciato a tutto, ad ogni cosa, persino a quella bellissima casa e alla fama.
Avrebbe venduto al diavolo anche la sua stessa anima se solo questo gli avesse permesso di passare la sua vita con il suo piccolo e amato Eddie.

Gli tornò in mente, Eddie, dopo la telefonata di Mike. 
Non che ricordasse molto di Derry e di quel periodo della sua vita, solo che era, in qualche strano modo, felice.
Andò nello studio dopo aver rimesso nella tazza del water persino la cena di lavoro della settimana prima e aprì la cassaforte.
Ci trovò dentro esattamente ciò che si aspettava, il denaro che aveva così gelosamente e inconsciamente accumulato e custodito.
Prese i mazzetti perfettamente ordinati e legati con degli elastici e iniziò a metterli nel borsone in cui, poco dopo, avrebbe messo anche gli abiti, aveva quasi finito ormai e, nonostante il disagio crescente e la bocca dello stomaco così stretta da fargli male, stava andando tutto bene.
Stava.
Sotto tutto quel denaro era rimasto nascosto per quasi vent'anni l'unico oggetto che lo legava ad Eddie.
Prese tra le mani quei due pezzetti di carta. Li sollevò con cura, facendo attenzione a non rovinarli ancora di più, rovinati dal tempo e dall'odio.
Originariamente era una fotografia ma, Richie lo ricordava bene, lui stesso l'aveva strappata e, per chissà quale motivo, rinchiusa lì dentro, come se non volesse permettere ad Eddie, il suo Eddie, di abbandonarlo.
Richie accostò i due lembi di foglio e osservò la foto nel suo insieme. Sorridevano e, probabilmente, era il compleanno di uno dei due.
Erano così felici che quasi gli sembrò di esser stato teletrasportato in quella serata, di sentire ancora l'odore di popcorn e torta troppo zuccherata; pochi momenti dopo, però, si fece largo nel suo petto un incredibile dolore, la straziante consapevolezza che, da quel giorno in cui Eddie lo aveva abbandonato, non era più stato veramente felice.
Abbandonato, non lasciato. 
Abbandonato come un cane sul bordo della strada. Abbandonato come il peggiore dei criminali. Abbandonato come se non valesse più nulla.
Allontanò i due lembi di foto, ecco, ora avevano molto più senso, rispecchiavano molto di più la realtà.
Ognuno era felice per la propria strada.
Eddie era felice con Eddie e Richie era felice con Richie, almeno all'apparenza.

Fissò i due lembi per un po', doveva decidere cosa farne, doveva decidere in fretta.
Mike aveva espressamente detto che non c'era tempo da perdere.
Sovrappose i due pezzetti, Eddie sopra.
Guardò per un momento quel gesto inconscio che aveva fatto.
Eddie sopra.
Era sempre stato sopra ogni cosa Eddie, più importante di tutto il resto, persino più importante di se stesso.
Infilò i due pezzi di carta dentro la tasca dei jeans, ci avrebbe pensato più tardi a cosa fare di quel ricordo, non aveva tempo, Mike aveva bisogno di aiuto e lui, nonostante il terrore, si sarebbe presentato.
Era sopravvissuto ai bulli, agli omofobi, alle discriminazioni, non avrebbe certamente avuto paura ora.
Una sola, in effetti, era la cosa che poteva fargli paura.
Il volto di Eddie.

Some of us are looking at the stars || REDDIE || ItDove le storie prendono vita. Scoprilo ora