Capitolo 3: Minho can't believe he's angry at you

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-Inaccettabile!-

Un libro venne lanciato contro il muro, e la stabilità della sua copertina venne minata.

-Inaudito!-

-Sono sorpreso dal fatto che tu conosca questa parola, Minho. Il tuo vocabolario si amplia considerevolmente ogni volta che ti arrabbi. Anche se quella volta con le merendine non hai fatto altro che mandarmi a quel paese e andarmene-. Felix si godeva la scena stravaccato su due banchi attaccati, il mento poggiato sui gomiti e il divertimento genuino negli occhi perché Minho arrabbiato faceva un sacco ridere.

Gli studenti erano in pausa pranzo, ma l'amico gli aveva a malapena concesso il tempo di afferrare un sandwich al tonno e formaggio prima di trascinarlo in un'aula vuota, metterlo a sedere e iniziare ad urlare.

-Ascoltami, invece di prendermi in giro!- per non rischiare che invece del libro di fisica Minho lanciasse una sedia, Felix, sospirando, si fece serio. –E va bene. Stavi parlando di Jisung, no?-

-Non pronunciare quel nome davanti a me!- il ragazzo sembrava davvero sul punto di strapparsi i capelli, mentre camminava in cerchio intorno alla cattedra. –Come ha osato?-

-Come ha osato fare cosa, di preciso?-.

Il dover fornire una spiegazione composta da più di una frase complessa sembrava aver restituito a Minho un po' di calma. –Prima, quando sono arrivato in mensa, non c'era ancora quasi nessuno. Ma c'era lui, con una... Una-

A quel punto l'altro credeva di aver capito quale il problema del suo amico fosse. –Una ragazza?- ridacchiò divertito –l'hai visto con una ragazza?-

-Non dirlo con quel tono!- Felix rise a quell'uscita piccata, ma solo perché sapeva cos'aveva Minho da essere così offeso.

Due sabati prima, Minho e Jisung si erano visti di nuovo. Una festa come tutte le altre, nulla di più né di meno. Il primo era con Jeongin, il secondo con qualche amico che l'altro non conosceva, e Minho aveva fatto suo compito e missione lo stuzzicare Jisung ai limiti della decenza. Aveva indossato gli skinny neri più stretti che aveva, e aveva fatto ampio sfoggio delle sue doti da ballerino. Jeongin, il giorno dopo, gli aveva detto che era sembrato uno spogliarellista in mezzo a quella pista, ma a lui non era importato granchè. Aveva tenuto lo sguardo dell'altro ragazzo incollato a lui per tutta la serata, e anche se non si erano mai avvicinati più di tanto o parlati, Minho era soddisfatto, e a fine serata –più mattina presto, erano le cinque- aveva chiamato Felix, che miracolosamente gli aveva risposto, e tutto esultante gli aveva raccontato di come tenesse già completamente in pugno quel ragazzo. E invece.

-Probabilmente a quella festa ci pensava già, o comunque già si sentiva con quella ragazza- ragionò ad alta voce Felix. –A proposito, la conosci?-.

Minho scosse la testa. –Mai vista, o è qualcuno delle classi inferiori o non so proprio cosa dirti. Ma se c'è qualcosa che so, è che quell'idiota sta giocando con la persona sbagliata-.

-E cosa pensi di fare al riguardo? Andare ad una festa?- Felix non aveva intenzione di offenderlo, era solo curioso di sapere come avrebbe gestito la cosa, come l'avrebbe fatta quadrare nella sua vita organizzata al millesimo di secondo per evitare imprevisti e incidenti di ogni genere.

-Esattamente-.

-Min, guarda che io stavo scherzando-.

-Beh, io no. Questa cosa si deve risolvere nel modo in cui è iniziata. E stavolta tu vieni con me: non è possibile che quel ragazzo pensi ancora di essere anche solo bisessuale dopo avermi visto, è un insulto alla mia persona, e potrei aver bisogno del tuo aiuto-.

-Intendi dire che vuoi ubriacarti, così da non essere responsabile di quello che dirai e farai, e vuoi che io mi occupi di te.- lo sguardo battagliero di Minho incrociò quello rassegnato di Felix. -Ha anche mai solo sfiorato l'anticamera del tuo cervello che tu semplicemente non gli piaccia?-

-Cosa? Beh, sarebbe una sua perdita in ogni caso. Io potrei sempre trovare qualcun altro, è lui che rimarrà con una fidanzata mediocre per chissà quanto tempo-.

Felix scoppiò a ridere. –Te lo giuro, tutto il lavoro di accrescimento dell'autostima, che dovrei fare io, come tuo migliore amico, tu lo fai completamente da solo. Quasi mi viene da chiedermi se hai davvero bisogno di me-.

A quel punto, Minho perse l'aria di qualcuno che è stato punto nel vivo e tornò serio. –Lix, ma che stai dicendo?- si abbassò, e prese tra le mani quelle dell'altro. –sei il mio migliore amico, la mia famiglia. Non voglio che ne dubiti. Sei l'unica persona di cui avrò sempre bisogno, okay?-.

-Prima o poi dovrai fare entrare qualcun altro, qualcuno che non sia stato ammaliato solo dal tuo aspetto, lo sai.-

-Non dovrei deciderlo io?- con quel sorriso tirato, che riusciva ad alzare su solo un angolo della bocca, Minho sembrava davvero una persona pulita. Una di quelle senza segreti, che la domenica mattina va a messa e che è entusiasta di cenare con i genitori della propria anima gemella. La persona semplice che probabilmente non era mai stato.

Felix replicò quello stesso sorriso, che sul suo viso lo rendeva quasi triste. –Ma quando crescerai?- non era un'accusa, solo una domanda. Che attendeva risposta, e che non era stata gettata lì solo per farlo sentire in colpa.

-Quando il mondo comincerà a girare come voglio io. E poi, parli davvero tu? Tu, che la notte piangi ancora per uno stronzo che non ti ha mai voluto? Forse dobbiamo crescere in due.- il sorriso di Minho sparì quando sparì quello di Felix. –Dio, Lix, mi dispiace tanto-.

-Non fa niente- sussurrò l'altro, e Minho avrebbe voluto davvero non notare la patina d'acqua che gli copriva le pupille. –Ci vediamo dopo-. Si alzò dalla sedia, ma prima di afferrare la maniglia si girò di nuovo. –Il mondo gira da sempre come vuoi tu, forse è ora che giri un po' come deve girare lui-.

Stavolta uscì davvero, e Minho cadde seduto sulla sua sedia con la testa tra le mani.

YOUNGBLOOD - minsung.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora