YOUNGBLOOD - minsung.

Capitolo 13: I love you, and you do too

-Dai, Minho, sbrigati-.

Un mugolio indistinto si alzò dalle coperte.

-Minho, ho detto che devi alzarti, partiamo tra venti minuti-.

Un secondo mugolio, accompagnato da uno sbuffo così potente che fece sollevare le coperte.

-Lee Minho, se non ti alzi in questo preciso istante ti lascio qui e in vacanza con Jisung ci porto Jeongin. Sei più contento adesso?-

Il gatto dai capelli scuri rintanato sotto le coperte balzò in piedi, le labbra arricciate in un ringhio. –Non osare, Lee Felix-.

Il ragazzo alzò le spalle. –Almeno ti sei staccati dal cuscino- considerò, tirandogli una maglietta in faccia. –Muoviti, Changbin sta passando a prendere Seungmin e Hyunjin proprio adesso-.

E Minho, assicurandosi di manifestare alla massima potenza il suo dissenso con la peggiore occhiata che si sentiva in grado di produrre, si infilò la maglietta che l'amico gli aveva lanciato.

Quando la sera prima, seduti intorno al tavolo di casa Lee come sempre, Felix, con tutta la calma del mondo, lo aveva avvertito che il giorno dopo sarebbero andati tutti al mare, loro due con i rispettivi ragazzi e ragazzi-che-non-so-neanche-se-siamo-ancora-amici, più il migliore amico di Changbin e il suo ragazzo, che c'erano capitati un po' per caso in quella gita improvvisata, Felix aveva semplicemente incontrato Hyunjin a danza e preso dall'entusiasmo l'aveva invitato, l'unica cosa che Minho aveva potuto fare era stata annuire e promettere la sua presenza. Dopotutto, riconosceva quello che l'amico aveva fatto per lui, cercando di rimediare ai suoi casini e fornendogli una scusa per redimersi dai suoi ignobili comportamenti: non poteva di certo rifiutare. Aveva provato a contrattare la presenza di Jeongin, ma non appena scucito un sì a Felix, il diretto interessato, interpellato sulla faccenda, aveva dichiarato che col cavolo che si metteva in macchina con tre coppie, piuttosto si sarebbe condannato ad indossare maglioni di lana in pieno luglio, o qualcosa del genere. Così, era finita che in macchina si erano schiacciati come sardine in sei: Changbin che guidava, l'unico genio con la patente, Felix accanto a lui per diritto regio, e gli altri quattro, perfetti sconosciuti fino a cinque minuti prima, pressati l'uno contro l'altro, cosa che con quel caldo non era esattamente l'ideale. Seungmin era finito schiacciato tra Jisung e Hyunjin, e poi c'era stato un attimo di dibattito su dove accidenti avrebbero dovuto ficcare Minho. Dopo la proposta venuta da Felix, un po' seria un po' no, di chiuderlo nel bagagliaio e di correre semplicemente via se la polizia li avesse notati, Jisung aveva semplicemente detto -Si sdraia su di noi, dov'è il problema, tanto è piccolo, ci entra- e la cosa era finita lì. Minho aveva cercato di protestare, ma quando più che sdraiato si era ritrovato in braccio a Jisung, con le gambe sulle ginocchia degli altri due non aveva parlato più fino a che, dopo una mezz'ora buona di viaggio, gli sportelli si erano aperti e l'aria profumata di salsedine gli aveva invaso violentemente i polmoni.

Alla fine, a dispetto di tutto, Minho decise che a quella compagnia messa insieme così a caso ci si sarebbe potuto anche abituare. Felix era sempre Felix, ma il modo in cui Changbin gli gravitava sempre attorno, rendendo largo il suo sorriso e rosse le sue guance, non poteva non essere notato. Hyunjin era semplicemente un'anima buona, di quelle che vanno d'accordo con tutti e a cui si illuminano gli occhi delle cose che amano, che queste siano il ballo, o il proprio ragazzo, o quella canzone in cima alle classifiche su cui per caso ultimamente Minho stava montando qualcosa in studio. Per quanto riguardava Seungmin, Minho aveva un ottimo presentimento nei suoi confronti, non fosse altro per le battute sagaci che sembrava avere sempre pronte nei confronti di tutti e che lo divertivano genuinamente anche quando il soggetto era lui. Fare umorismo senza ferire è una rara qualità, e Minho apprezzava genuinamente che quel ragazzo ne fosse in grado.