Capitolo 1

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 5 Febbraio, ore 7:40 anno 1970, durante la guerra del Grande Impero di Mhuran

Nella capitale della Repubblica delle Tre Terre (tre era il numero delle grandi regioni che si estendevano nel sud-ovest del pianeta), vi era molto trambusto: c'era chi lavorava tutto il giorno per prendere quel pezzo di pane per sfamare l'intera famiglia, chi gironzolava per le strade della città in cerca di qualcosa di interessante da fare, chi ascoltava le ultime notizie dal fronte alla radio. Erano cinque anni che la guerra imperversava nella Repubblica, tutto questo per colpa dei quattro governatori del Grande Impero di Murhan che avevano deciso di dichiarare lo stato di guerra per conquistare la Repubblica delle Tre Terre e condurre la sua popolazione alla schiavitù eterna. Il governo repubblicano e la loro popolazione non potevano permettere una cosa del genere, quindi avevano messo alle armi migliaia di uomini e di donne che avevano fatto l'accademia o i corsi militari. Ovviamente il numero dei soldati presenti al fronte e sulle linee difensive era mediocre, quindi il generale dell'esercito, James Warren, aveva dovuto chiamare alle armi anche uomini e donne che non avevano mai avuto a che fare con la guerra e con l'esercito: davano loro un mese di tempo per l'addestramento intensivo, dopodiché erano costretti a partire per la guerra, abbandonandosi al loro destino...

Quella mattina, una giovane ragazza, Anna Cates era seduta su una panchina, davanti alla scuola superiore: stava aspettando Deborah, la sua migliore amica da quando aveva sei anni. Appena la vide, in lontananza, si alzò per sistemarsi i lunghi capelli castani e le andò incontro: “Deborah, hai saputo?”, le fece cenno di seguirla all'ingresso della scuola: era grande, le mura dipinte di rosso ed il giardino circostante era ben pulito e ordinato, un grande cancello argentato che delimitava l'area. Deborah, capelli mossi, castani scuri, di corporatura snella, con quegli occhi neri che scoppiavano di curiosità, la fissavano: “Cosa? Cosa è successo?”, Anna si fermò all'entrata della scuola, mentre gli altri studenti passavano accanto a lei sbuffando 

guardando a terra, parlando con i compagni ripassando la materia che avevano nella prima ora di lezione. 

“ Domani ritorna mio fratello dal fronte, viene da est, verso le montagne di Sestry...”, Deborah aveva allargato il sorriso che aveva sempre avuto: “Sono contenta! Ti ha più scritto qualche lettera dopo l'ultima che hai ricevuto?”, il sorriso di Anna si spense improvvisamente, facendole ricordare che non aveva ricevuto nessuna lettera da due mesi. Quel silenzio le aveva aperto gli occhi e le stava facendo riaffiorare la paura e la classica domanda: Perché non mi ha più scritto?

“Si, si...Due settimane fa è stata l'ultima lettera.” Deborah entrò a scuola facendosi seguire da Anna, guardandosi intorno come se avesse visto quel posto per la prima volta. “Cosa diceva?”, ma Anna continuava a mentire, come se le sue bugie facessero tornare sano e salvo il fratello. “Scrive che è stanco e non vede l'ora di tornare a casa...Oramai la missione l'ha terminata, quindi è tranquillo.” Entrarono in classe sedendosi nei rispettivi banchi, aspettando il professore, ma Anna pensava già a cose ben più importanti.

Durante la ricreazione, Anna aspettava, come sempre, Deborah fuori scuola, insieme a Kate e Miriam, le sue due compagne di classe. Arrivavano sempre in ritardo perché avevano la brutta abitudine di andare in bagno appena suonava la campanella. Passò il professore di geografia di Anna e la salutò con entusiasmo, sapendo che sarebbe arrivato a casa per mangiare tranquillamente insieme a sua moglie e suo figlio. Arrivarono, subito dopo, Miriam, Deborah e Kate. “Vieni a pranzo con noi, Anna?” le chiese Kate. Quella ragazza aveva un sorriso smagliante, un carattere talmente allegro, spensierato e tranquillo, che influenzava facilmente Anna. Le serviva quella spensieratezza che aveva la sua amica: lei non aveva problemi, aveva parecchi soldi, suo padre era abbastanza vecchio da non esser stato inviato a fare la guerra, quindi si dedicava tranquillamente al suo lavoro di 

avvocato, mentre la madre aveva qualche anno in meno di suo padre ed era impiegata in un ufficio famoso della città. Le due sorelle di Kate erano molto più piccole di lei, facevano entrambe le elementari. Anna le sorrise scuotendo la testa, voleva arrivare a casa il più presto possibile e aspettare le notizie del fratello: “Scusa ma non posso, devo tornare a casa e anche in fretta!”

“Sei sempre a casa, perché non stai un po' anche con noi?”

“Se ha detto che non può...”, la difese Deborah, sapendo che sua madre era cambiata molto da quando il fratello di Anna era stato richiamato in guerra: aveva crisi di panico quasi ogni giorno, il compagno lavorava come meccanico nell'aviazione, quindi non poteva stare molto vicino alla compagna. Miriam fece una smorfia di disapprovazione, fulminando Anna con uno sguardo: “Sappi che che se continui così perderai le tue amicizie. Se non vengono coltivate svaniscono”, si voltò di scatto e andò verso una limousine insieme a Kate che non disse una parola. Anna e Deborah si guardarono perplesse e infastidite allo stesso tempo, ma ciò che preoccupava davvero Anna era altro. 

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